Ticino

Lupo in Ticino: per Mattei è ora di abbattere l'animale

Secondo il deputato di MontagnaViva le ultime predazioni, in particolare quelle sul Piano di Magadino, giustificherebbero misure drastiche

Keystone
14 gennaio 2019
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“Non ritiene il Consiglio di Stato che sia giunto il momento di chiedere l'apertura dell'abbattimento del lupo?”. A porre la domanda direttamente al governo è Germano Mattei (MontagnaViva) con un'interpellanza, in cui lamenta la mancata convocazione regolare del Gruppo di lavoro grandi predatori istituito dal Cantone per “seguire l’evolvere della situazione circa la loro presenza ed espansione (monitoraggio), di seguire e verificare l’introduzione delle misure di prevenzione dei danni al bestiame minuto, d’esprimere il suo parere in merito al rilascio d’eventuali autorizzazioni d’abbattimento, d’informare il pubblico e gli ambienti interessati“.  

L'aumento negli ultimi mesi delle predazioni non soltanto avrebbe meritato la convocazione del Gruppo di lavoro, bensì anche la valutazione sulla possibilità di procedere con degli abbattimenti. Secondo il deputato Mattei, giustificati dalla “vicinanza alla zona urbana, densamente abitata, delle ultime predazioni (Cugnasco, Gordola, Avegno)”, da parte del lupo M94, esemplare mai segnalato in precedenza e che ha colpito ovini e caprini in due aziende sul Piano di Magadino. “A inizio dicembre – fa poi presente ancora Mattei – sono poi avvenute predazioni ad Avegno Torbeggio e a in Val Onsernone a Spruga. Avvistamenti del predatore, anche se non ufficialmente confermate, sono poi state segnalate ancora sul Piano di Magadino e in bassa Vallemaggia e sui suoi versanti”.

Eventi che si sommano ad altri “rilevanti”, e che “riguardano l'espansione del lupo: la quarta nascita di lupacchiotti nella muta presente in Val Morobba e il decesso nel mese di settembre della femmina F08 (a causa di un’infezione cancerogena alla mammella e del virus del cimurro!)". 

La specifica “strategia Lupo Svizzera” diramata dalla Confederazione sui “criteri per la valutazione della pericolosità dei singoli eventi…” prevede che si debba intervenire quando avvistamenti e predazioni mettono in pericolo gli insediamenti e le attività dell’uomo, come secondo Mattei avvenuto sul Piano di Magadino. “Richiamare il non raggiunto limite delle 25 predazioni, come è stato fatto, sembra una perfetta tirata in giro – conclude – e ad ogni modo una mancata assunzione di responsabilità a fronte di pericoli latenti per la popolazione”.