A Bellinzona primo faccia a faccia in vista delle elezioni comunali. A confronto i tre principali pretendenti al posto lasciato libero dal vicesindaco
Sette anni dopo l’aggregazione, la capitale del Ticino sta aggiornando il proprio guardaroba: alla buona vecchia giacca del funzionario ha aggiunto quella del ricercatore in biomedicina e presto o tardi se ne aggiungeranno altre da abbinare ai contenuti altamente formativi, tecnologici e culturali del Quartiere Officine, turistici della Fortezza, medici del nuovo Ospedale regionale. Con quale spirito ci si appresta ad assumere la carica di municipale in una città con molte attese e in forte sviluppo? Cosa distingue i tre candidati liberali radicali in ‘pole position’ – reputiamo – per occupare la carica a Palazzo Civico dopo la rinuncia del vicesindaco? Li abbiamo incontrati e messi a confronto.
Tre priorità assolute per Bellinzona e cosa non fareste mai se eletti.
TIZIANO ZANETTI – Bisognerà avere un occhio di riguardo per le scuole, garantendo un servizio adeguato a tutti, ma anche per i poli biomedici e il nuovo Quartiere Officine, uno dei comparti più grandi da pianificare nei prossimi 25 anni in Svizzera. Come pure per le esigenze dei quartieri. Attenzione a non far diventare l’amministrazione comunale troppo grande: ottimizzare i servizi non significa diminuire il personale ma gestirlo in modo professionale.
PATRICK RUSCONI – I commerci dovrebbero diventare più attrattivi per il turismo e andrebbero sostenuti maggiormente. Particolare attenzione andrebbe riservata anche alla cultura e sarebbe interessante realizzare una struttura in grado di ospitare importanti convegni, una sorta di Palazzo dei congressi, dove anche l’Irb potrebbe organizzare convegni scientifici a grande richiamo, magari proprio nell’area del nuovo Quartiere Officine. Per tutto questo bisognerà avere un’idea chiara delle finanze cittadine, in modo da pianificare al meglio gli investimenti. Bellinzona ha un enorme potenziale ancora inespresso, bisogna offrire servizi di qualità per chi vuole venire ad abitare qui; attualmente siamo mediocri, c’è da migliorare incentivando anche le sinergie con i privati.
VITO LO RUSSO – Prioritario sarà portare avanti progetti strategici già sul tavolo come la rinaturazione del fiume Ticino, il nuovo ospedale e l’edilizia scolastica. Andrà prestata particolare attenzione al personale della Città: favorendo un buon ambiente di lavoro, la motivazione e la formazione continua. E alle famiglie: sempre più spesso entrambi i genitori lavorano e i figli devono poter essere accuditi in modo professionale da centri extrascolastici e asili nido, sia comunali che privati. La città dispone di un parco immobiliare in buona parte inutilizzato: strutture comunali che potrebbero essere gestite in modo più efficace.
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Patrick Rusconi
Rispetto ad altre città Bellinzona a livello culturale sembra essere rimasta indietro. Siamo solo la capitale del Carnevale o possiamo ambire a eventi in grado di attirare pubblico non solo per festeggiare ma anche per fruire di arte e cultura?
RUSCONI – A Bellinzona sono piuttosto le associazioni e le società a investire e a proporre cultura. Sicuramente la Città non è ancora pronta a livello finanziario per sobbarcarsi grossi eventi, ma si può iniziare con qualcosa di piccolo. Per qualsiasi progetto sarà però necessario fare degli accantonamenti. Sarei propenso anche a coinvolgere i privati: ad esempio il Teatro Sociale l’avrei dato in mano a una compagnia teatrale, come avviene al Lac con Finzi Pasca.
LO RUSSO – Bellinzona fa già tanto, prova ne è che ci sono molte giornate con attività culturali. Ritengo però necessario migliorare la programmazione, cambiare ciò che non interessa più. Dobbiamo differenziarci e offrire eventi diversi rispetto a quanto proposto altrove. E in generale promuovere maggiormente Teatro Sociale e Villa dei Cedri, sfruttando meglio la sua tensostruttura.
ZANETTI – Sarà determinante creare una rete di collaborazioni tra tutti gli attori legati alla cultura. Dovremo poi avere una pluralità di proposte, ascoltare le società e gli enti. Si potrebbe pensare a una valorizzazione di tutti gli edifici storici della città con eventi mirati. Il parco di Villa dei Cedri potrebbe essere maggiormente sfruttato, come anche l’ex convento delle Agostiniane.
Del tavolo di discussione sui commerci, istituito dalla Città, si sa poco o nulla. E talvolta i negozi chiudono, come Quintorno e Chocolat Stella, senza suscitare troppa preoccupazione nelle istituzioni. Come vi impegnereste in questo ambito?
LO RUSSO – Abbiamo commerci di qualità che dovrebbero essere tutelati maggiormente. Inoltre i clienti di bar e ristoranti dovrebbero poter usufruire di posteggi gratuiti sul mezzogiorno. Sarà importante anche favorire chi intende utilizzare il suolo pubblico per promuovere delle attività. In generale bisognerà ascoltare in modo attento le richieste che arrivano dai commercianti, per cercare insieme soluzioni per realizzarle.
ZANETTI – I commerci devono essere sani e performanti. Peccato che il Consiglio comunale non riceva mai resoconti dalle due Società dei commercianti; le loro perplessità e dubbi dovrebbero giungere alla politica. Perciò la comunicazione con loro andrebbe migliorata. Altro aspetto: non possiamo più permetterci di lasciare certe zone impresentabili, come la parte alta di viale Stazione. Abbiamo la responsabilità di sistemare queste aree, nel quartiere centrale come in quelli periferici.
RUSCONI – Luogo ideale per Quintorno sarebbe stato il viale Stazione, dove avrebbe avuto un’altra vita perché come negozio che promuoveva prodotti particolari a chilometro zero aveva un bel potenziale. Purtroppo Monte Carasso era un’ubicazione troppo discosta. Qualora entrassi in Municipio, vorrò sapere quali attività commerciali arrivano in città e nei quartieri: monitorarle è molto importante. Dobbiamo inoltre orientarci maggiormente verso il mercato della Svizzera interna. Gli stessi clienti confederati riconoscono che siamo attrattivi perché abbiamo prezzi competitivi e offriamo un servizio di qualità.
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Vito Lo Russo
Temendo conseguenze, il Municipio lo scorso dicembre aveva invitato i deputati del Bellinzonese a respingere la modifica della Legge tributaria infine votata dal Gran Consiglio. Poi però lo stesso Municipio non ha aderito al referendum dei Comuni leventinesi. Incoerenza o mancanza di mordente?
RUSCONI – La riforma mette al riparo da aumenti il cittadino che paga le imposte. Mi ha preoccupato il fatto che il municipale capodicastero Finanze (ndr: il liberale radicale Fabio Käppeli) abbia esercitato per settimane una pressione estenuante su di noi affinché votassimo no. Semmai, avrebbe dovuto attivarsi per capire dove recuperare il prevedibile minore incasso. Uno stimolo, in chiave futura, affinché si ottimizzi il lavoro dell’amministrazione comunale.
ZANETTI – Esatto. Da anni, come Commissione della gestione, chiediamo al Municipio più risultati nella declamata ‘spending review’. Ci sono ampi margini di miglioramento e le nuove tecnologie sono sicuramente d’aiuto.
State dicendo che il Municipio non ha fatto i compiti?
LO RUSSO – Li ha fatti in parte. Bisogna comunque dargli atto di aver tenuto sotto controllo l’evoluzione della spesa. Certo, può fare meglio ma è anche vero che Bellinzona non ha cifre tali, a consuntivo, da preoccupare troppo.
RUSCONI – Ma una revisione della spesa serve anche a garantire risorse vitali per gli investimenti che ammontano annualmente a 20-25 milioni. Perciò ritengo che andrebbe fatta fino in fondo.
ZANETTI – Certo, anche per consentire una riduzione del moltiplicatore. Invece anno dopo anno ci ritroviamo con preventivi in forte disavanzo che impediscono, in quel momento, di ridurre la pressione fiscale. E solo dopo, con i consuntivi in mano, salta fuori che si sarebbe potuto farlo.
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Tiziano Zanetti
Inoltre Bellinzona – col moltiplicatore peggiore fra le città ticinesi – ha aumentato la bolletta elettrica e le tasse per acqua e rifiuti. Sempre più popolosa ma sempre più cara. Perché il Plr non si occupa di questo problema vieppiù opprimente per le tasche dei cittadini?
LO RUSSO – Da una parte concordo che sia opportuno ridurre il moltiplicatore, ma con tutto quello che la Città intende realizzare mi chiedo se sia realmente possibile farlo. Inoltre va bene la ‘spending review’ ma guai a incidere sui servizi. Una soluzione sarebbe agevolare l’arrivo di nuove aziende. Perciò il Servizio promozione economica dovrebbe attivarsi maggiormente. Insisto poi anche sulla necessità di avvicinarci ad Andermatt affinché il suo turismo di qualità possa apprezzare la nostra offerta. Un’opportunità oggi non colta.
RUSCONI – Nella prossima legislatura bisognerà poter abbassare il moltiplicatore. Per riuscirci, dobbiamo essere ancora più scaltri nel ‘vendere’ il prodotto Bellinzona. Mi riferisco al fatto che non sono più soltanto le ditte a spostarsi, ma anche o anzitutto i loro manager. Qui trovano qualità di vita, sicurezza, servizi e trasporto pubblico. Dobbiamo replicare lo sforzo fatto con lo stabile Fabrizia, comprato per convertirlo in polo biomedico dove fra gli altri si è insediata la start-up Peptone. Il cui titolare, a sua volta, ha appunto trasferito da Londra a qui il suo domicilio.
ZANETTI – Ci vuole più appeal, d’accordo, ma è anche giunto il momento di fermare l’aumento delle tasse causali. Una riflessione con l’Azienda multiservizi va assolutamente fatta. Mi riferisco anche alle convenzioni siglate con i quattro Comuni non aggregati per quanto riguarda polizia ed elettricità. Aspetti che andrebbero rivalutati.
L’edilizia scolastica lamenta un ritardo infrastrutturale nell’immediato di 73 milioni. Emblematico il caso delle scuole Nord passato in dieci anni da 9 a 13 e infine a 27 milioni. La coperta è corta: a cosa rinuncereste?
ZANETTI – Auspicherei un ripensamento degli standard qualitativi di ristrutturazione: va bene la qualità, ma la super qualità imposta dall’alto rischia di diventare insostenibile. Idem i centri extrascolastici che in taluni casi, come a Gnosca e Claro, alcune disposizioni cantonali hanno implicato l’impossibilità per gruppi e società di fare ancora capo ai rispettivi spazi. Perciò vorrei che fosse la politica, e non i tecnici o i funzionari, a sviluppare una corretta strategia.
LO RUSSO – Già solo per i cosiddetti tempi tecnici e burocratici, i vari interventi richiederanno comunque diversi anni. Perciò non credo che bisognerà rinunciare a nulla di essenziale.
RUSCONI – Il problema scuole parte da lontano: taluni ex Comuni hanno investito con lungimiranza, altri meno. Guardando avanti, bisognerà giocoforza ragionare per priorità, col rischio di dover rinunciare a qualcosa di importante legato allo sviluppo della città. Se quest’ultimo dovesse includere anche una struttura per congressi legata al polo biomedico, allora temo che se ne dovrebbe fare a meno.
Quanto al nuovo Quartiere Officine, stando ai ricorrenti il Cc ha votato la variante di Pr senza garanzie sul fatto che essa non intaccherebbe l’edificabilità nel resto di Bellinzona e dell’agglomerato. Eravate in chiaro?
ZANETTI – In vista del voto in Cc la domanda era stata posta e il Municipio ci aveva spiegato che non dovrebbe capitare quanto temono i ricorrenti. Qualora venissi eletto in Municipio, approfondirei il tema.
LO RUSSO – Ma se l’informazione dataci dovesse risultare difettosa, allora parlerei di errore nei nostri confronti. Saranno comunque i tribunali a stabilirlo. A ogni modo, così come pianificato il Quartiere Officine mi piace.
RUSCONI – Sono curioso di vedere cosa farà il Consiglio di Stato dell’indicazione federale secondo cui il Ticino dispone di troppe superfici edificabili e se questo avrà delle conseguenze su Bellinzona e il Quartiere Officine. Riguardo al rischio dezonamento, qualche timore ce l’ho semmai per la cintura urbana e i Comuni. Che andranno a mio avviso sostenuti dalla politica cantonale.