Bellinzonese

Beccato con 2 chili di coca, 22enne condannato a 4 anni e 5 mesi

Era arrivato in Ticino dall'Italia per partecipare all'attività di spaccio. Dopo qualche mese l'arresto. 12 mesi sospesi al tassista che lo trasportava

Il fermo avvenuto ad Arbedo-Castione nel settembre del 2022
(Ti-Press)
30 novembre 2023
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Erano stati fermati nel settembre del 2022 in territorio di Arbedo-Castione nell’ambito di un ordinario controllo di polizia: a bordo del taxi gli agenti avevano rinvenuto quasi due chilogrammi di cocaina suddivisi in panetti, sostanza stupefacente con un elevato grado di purezza ritirata qualche ora prima a Herisau, nel Canton Appenzello, e destinata alla vendita sul mercato ticinese. I successivi accertamenti del Ministero pubblico, svolti in collaborazione con il Servizio antidroga della polizia comunale di Bellinzona, avevano permesso di ricostruire il coinvolgimento di uno dei due imputati in un traffico stimato in ulteriori due chilogrammi. Tuttavia l'inchiesta non ha sinora portato all'arresto dei pezzi grossi di un'attività di spaccio definita dal procuratore pubblico Moreno Capella organizzata e strutturata, i cosiddetti ‘capi’ di cui il 22enne italiano residente a Bologna, motivando con le possibili ripercussioni per la sua famiglia, ha preferito non fare i nomi, nemmeno oggi nell'aula penale di Lugano in occasione del processo che lo vedeva accusato di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, ripetuto riciclaggio di denaro e infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Reati infine confermati dalla Corte delle Assise criminali di Bellinzona presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, che lo ha condannato a una pena detentiva di 4 anni e 5 mesi (da dedursi i circa 14 mesi di carcere già scontati a seguito dell'arresto), più l'espulsione dalla Svizzera per 10 anni.

Le indagini hanno potuto ricostruire il suo arrivo in Ticino – dove ha riferito di avere dei parenti – nel febbraio del 2022 con lo scopo preciso di occuparsi di stupefacenti: dal trasporto allo spaccio, compresa la preparazione delle dosi destinate alla vendita. Grazie al provento illecito, ha più volte inviato denaro a parenti residenti all'estero, per un totale ricostruito dall'inchiesta di 2'700 franchi. Se il trasporto di Herisau fosse stato portato a termine con successo – ci è mancato poco, visto che la droga doveva essere consegnata a Giubiasco –, l'imputato ha riferito che avrebbe ricevuto un compenso di 5'000 franchi. La sua colpa oggettiva e soggettiva è grave, ha detto il giudice Pagnamenta prima di pronunciare la sentenza. Ha dedicato tempo ed energie a delinquere, ha agito con reiterazione, occupandosi di vendita, confezionamento e trasporto della sostanza. Era ben inserito nell’organizzazione e si era guadagnato la fiducia nei confronti dei suoi capi, tanto da essere lui la persona al quale affidare il compito di ritirare e trasportare un simile quantitativo di cocaina purissima. Fiducia che non ha voluto tradire, mostrandosi determinato a mantenere il silenzio e chiedendo di essere interrogato unicamente sulle sue responsabilità. Nella commisurazione della pena, la Corte ha in parte tenuto conto della giovane età e di una parziale collaborazione per quanto riguarda l'ammissione dei fatti a lui imputati. La pena inflitta si allinea ai 4 anni e sei mesi chiesti al termine della sua requisitoria dal pp Capella. L'avvocato difensore Ruben Borga riteneva invece adeguata una pena detentiva attorno ai tre anni, in parte sospesa con la condizionale, facendo leva sulla collaborazione mostrata in sede d'inchiesta, sulla giovane età dell'imputato e sulle possibili ripercussioni che un lungo periodo di carcere potrebbe avere sul suo assistito.

Condannato anche il tassista

È invece di 12 mesi, sospesi con la condizionale per un periodo di due anni, la pena detentiva inflitta al secondo imputato, un tassista residente nella regione la cui colpa, ritenuta di grado basso, non è tanto quella di aver trasportato il 22enne a Herisau per ritirare la droga – non sapeva dell'obiettivo del viaggio che ha peraltro accettato di intraprendere attraverso il pagamento di una tariffa ordinaria –, ma quella di avere ‘accettato’ la situazione una volta resosi conto della presenza della droga in macchina durante il viaggio di ritorno. L'uomo è stato dunque condannato per complicità all'infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti. Cittadino italiano ma residente in Ticino da molto tempo, la Corte non ha ordinato l'espulsione dalla Svizzera che si imporrebbe in queste circostanze, riconoscendo il caso di rigore. Per il tassista, il procuratore Capella chiedeva 24 mesi sospesi: accolta dunque la richiesta dell'avvocato difensore Cesare Lepori per una riduzione della pena proposta dal magistrato.