Luganese

Condannato un 33enne per una truffa da... mezzo milione

All’imputato, reo confesso, la Corte delle Assise criminali di Lugano ha inflitto una pena di 19 mesi sospesi condizionalmente per due anni

‘Sono caduto in tentazione’
(Ti-Press)
25 gennaio 2023
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Mezzo milione di euro. È questa la cifra che un 33enne cittadino italiano ha sottratto illegalmente a un cliente della ditta luganese della quale era dipendente tra settembre 2017 e novembre 2018. L’imputato, reo confesso, è stato condannato stamani dalla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, a una pena di 19 mesi sospesi condizionalmente per un periodo di prova di due anni. All’uomo è stata comunque dedotta la carcerazione preventiva a cui è stato sottoposto per 11 mesi, dal febbraio 2022 a oggi. La decisione del giudice, espressa durante il processo tenutosi nella forma del rito abbreviato, è in linea con la richiesta di pena concordata tra le parti: l’avvocato difensore Marco Bertoli e la procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti.

«Purtroppo – si è giustificato il 33enne – mi trovavo in una situazione finanziaria difficile e da essere umano sono caduto in tentazione. Ho cercato una via facile per risolvere il problema, però non è valsa la pena e mi dispiace per quello che è successo. Ho pagato per le mie azioni».

Il modus operandi della ‘via facile’

La ‘via facile’ menzionata dall’imputato è stata quella di truffare ripetutamente un cliente della società di gestione fondi di Lugano per cui lavorava per un totale complessivo di quasi 540mila euro, e di falsificare documenti (con tanto di firma autentica scannerizzata del cliente in questione) allo scopo di procacciarsi illeciti profitti. In qualità di dipendente dell’azienda luganese, l’astuto 33enne, sfruttando il rapporto di fiducia instaurato con la vittima ha saputo ingannare i suoi consulenti bancari affermando che il cliente volesse effettuare dei trasferimenti di denaro (importi sempre simili: tra i 30 e i 50mila euro) e trasmettendo via e-mail degli ordini con la sua firma originale (ma scannerizzata), ottenendo in questo modo dei bonifici e ricevendo i vari importi in contanti.

Dopo che sarà scarcerato l’uomo vuole però cambiare vita: «Cercherò un lavoro onesto e che mi permetta di vivere in maniera dignitosa, cambiando completamente professione».