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Foyer per giovani migranti a Cresciano, i firmatari insistono

I promotori della petizione contraria al progetto sollecitano una soluzione che permetta quantomeno di mantenere l'ostello fruibile agli abitanti

Lo stabile dove si prevede di ospitare 15-20 richiedenti l’asilo minorenni
(Ti-Press)
3 luglio 2023
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Sono determinati a difendere la propria posizione i promotori della raccolta firme contraria al Centro per richiedenti l’asilo minorenni non accompagnati che il Cantone intende realizzare negli spazi dell’Ostello Cresciano, chiuso a fine maggio perché le due gerenti – stanche e non intenzionate a comprare l’edificio – hanno terminato la loro attività di fronte alla volontà della proprietà di voler vendere lo stabile.

L’incontro ristretto con Esecutivo, Cantone e Croce Rossa

Dopo la frequentatissima serata pubblica organizzata un mese fa dal Municipio di Riviera – durante la quale si è alzata anche la voce critica di una parte della popolazione – lunedì scorso si è tenuto un nuovo incontro, più ristretto. Presenti i rappresentanti dei servizi cantonali e della Croce Rossa incaricata di gestire il futuro alloggio per giovani migranti, i municipali e i promotori della petizione sottoscritta da circa 290 persone. Questi ultimi hanno ribadito la visione secondo cui l’ostello deve, in via principale, rimanere un punto di riferimento per la popolazione e per l’accoglienza di studenti e sportivi appassionati di canyoning e bouldering, senza alloggi per richiedenti l’asilo. Chiedono al Comune di darsi da fare per mantenere l’attuale attività (tramite l’acquisto dello stabile o una mediazione per consentire condizioni vantaggiose per la gestione), oppure per trovare un’altra forma di valorizzazione della struttura, sempre a favore della comunità locale.

Il Comune non investirà

«Va ricordato – esordisce da noi contattato il sindaco Alberto Pellanda, presente all’incontro – che si tratta di una proprietà privata e quindi non si può sconvolgere i principi del diritto che permette al proprietario di agire come meglio crede. Sicuramente l’ostello è un luogo apprezzato, disponibile per eventi e con posti letto comodi e pratici adatti agli appassionati di canyoning e bouldering. Ma lo sforzo per tenerlo aperto non è indifferente. E se nessuna nuova gerenza si è fatta avanti per acquistarlo, vuol dire che qualche difficoltà c’è. In ogni caso non riteniamo che sia il Comune a dover andare a promuovere delle attività commerciali, che sarebbero anche in concorrenza con altre attività presenti in paese», precisa il sindaco, che già in occasione della serata pubblica aveva fatto capire che il Comune non investirà per riscattare l’ostello, anche nell’ipotesi di un’operazione a tre insieme a Parrocchia e Patriziato di Cresciano.

I dubbi del sindaco Pellanda

In via subordinata, nel caso in cui si confermasse il progetto del Cantone, i promotori della petizione chiedono che il centro rimanga comunque fruibile agli abitanti, trovando una modalità per conservare l’attuale destinazione e mantenere la struttura accessibile al pubblico, magari anche attraverso il coinvolgimento degli ospiti e dei responsabili del centro. «Premesso che le proposte rimangono un po’ vaghe e teoriche, non entrando infatti nei dettagli pratici, la Croce Rossa non ha chiuso la porta, ma farà le sue riflessioni». Ancora Pellanda: «Bisogna però chiedersi se la richiesta di mantenere in qualche modo il centro fruibile alla popolazione sia adatto al concetto di casa e famiglia che si associa al foyer dove i ragazzi, già alle prese con una situazione difficile e arrivati in Svizzera senza genitori, devono potersi sentire liberi e a loro agio quando rientrano da scuola o dall’apprendistato. E quindi mal si concilia l’idea di avere un’attività aperta al pubblico, come può essere un bar. Si è parlato anche della possibilità, forse più attuabile, di organizzare qualche evento». Durante la serata informativa, il capo dell’Ufficio cantonale dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati, Renzo Zanini, aveva parlato dell’intenzione di rendere il foyer “uno spazio, per quanto possibile, aperto e condiviso per favorire l’incontro tra gli ospiti e la comunità locale”.

Si attende la domanda di costruzione

Per il momento Pellanda non vuole entrare maggiormente nei dettagli delle riflessioni che il Municipio ha in parte già fatto al suo interno, e che metterà nero su bianco nella risposta ai punti sollevati dalla petizione. A breve il Cantone dovrebbe inoltrare la domanda di costruzione per il cambio di destinazione dell’edificio. Sul rilascio della licenza l’Esecutivo avrà ovviamente voce in capitolo.

Oltre ai tanti interventi di persone che ritengono doveroso fare un gesto umano e di comprensione verso i giovani che stanno scappando dalle guerre, durante la serata di fine maggio Renzo Zanini e Gabriele Fattorini (capo della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie) hanno riferito alla sala delle grandissime difficoltà nel reperire in tutto il Ticino, di fronte a un aumento della pressione migratoria a livello nazionale che ha generato una consistente crescita del numero di richiedenti asilo attribuito dalla Confederazione ai Cantoni, strutture con parametri idonei all’accoglienza di rifugiati. Debora Banchini-Fersini della Croce Rossa ha parlato di un progetto educativo a 360 gradi per i migranti che arriveranno a Cresciano, dove l’obiettivo sarà favorire la loro integrazione, indirizzandoli su un percorso formativo e lavorativo grazie al supporto di figure professionali. L’obiettivo del Cantone è di attivare il centro, gestito dalla Croce Rossa, verso la fine dell’estate. Inizialmente per un periodo di cinque anni, si prevede di ospitare 15-20 persone.

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