Il Municipio di Riviera deve ancora rispondere alla petizione contraria al centro per migranti minorenni, cui nel frattempo ne è seguita un'altra
È stata depositata la domanda di costruzione per il necessario cambio di destinazione dell’ex Ostello Cresciano, stabile considerato ideale dai servizi cantonali per ospitare un alloggio per richiedenti l’asilo minorenni che arrivano in Svizzera non accompagnati. Il documento sarà in pubblicazione fino al 30 agosto con possibilità di inoltrare opposizione scritta al Municipio di Riviera. Municipio che a breve risponderà ai punti sollevati dalla petizione contraria al foyer sottoscritta da 290 persone che chiede che l’ostello – dove l’attività è cessata lo scorso maggio – mantenga la sua destinazione e continui a essere fruibile dalla popolazione. La posizione dei contrari è stata ribadita sia durante la serata pubblica organizzata a Cresciano nel mese di maggio, sia durante un successivo incontro tra municipali, rappresentanti della Divisione cantonale dell'azione sociale e delle famiglie, Croce Rossa (che si occuperà della gestione del centro) e i promotori della raccolta firme.
Recentemente un’altra petizione con le medesime richieste è stata lanciata dal gruppo ‘Diamo un futuro all’Ostello Cresciano’ sia con formulari cartacei sia sul portale change.org. Il sito indica 197 firme, mentre nel complesso quelle raccolte raggiungono quota 790, sia nel Comune sia fuori fra la clientela. La petizione è nel frattempo stata inviata a ciascun consigliere di Stato. Governo cui si chiede di “riconsiderare il progetto attuale di foyer, di non privare la popolazione residente di un punto di aggregazione rilevante, di non togliere a un comune un punto di riferimento turistico importante per imporre una destinazione d’uso che sappiamo già oggi essere inadeguata”. I promotori della missiva si dicono “amareggiati per le modalità e le tempistiche che ci mettono davanti al fatto compiuto, quando invece si sarebbero potute trovare soluzioni migliori nell’interesse di tutti, ad esempio inserendo un progetto sociale con funzione di Ostello a tutti gli effetti e integrando anche servizi per la popolazione come una mensa scolastica per i bambini del Quartiere e luogo d’incontro per ateliers. Questi sono solo alcuni progetti che si potrebbero realizzare”.
Con le trattative portate avanti finora – prosegue la lettera al CdS – si è di fatto “decretata la morte di una struttura molto apprezzata che fungeva da punto di incontro e aggregazione per la popolazione, in particolare le famiglie, situata nel nucleo in un Quartiere che attualmente non ha altro da offrire. Ci ritroveremo così con una struttura di difficile e forzato inserimento le cui caratteristiche mal si confanno al contesto”. L’ipotesi di insediare un foyer “è doppiamente discutibile perché preclude ogni futura possibilità di una nuova gerenza o un’ulteriore nuova destinazione totalmente aperta alla comunità residente”.
I petenti si dicono poi “consapevoli della difficile situazione delle persone ospiti di un foyer, ma riteniamo che le soluzioni debbano essere ricercate in centri con maggiori servizi che ne favoriscano l’integrazione, la socializzazione e la mobilità. Luoghi più idonei di Cresciano e dell’Ostello non mancano di certo”.
Oltre alle schede tecniche e alle planimetrie, nell'incarto depositato all'Ufficio tecnico comunale non è presente una relazione della Croce Rossa in merito al programma e alle modalità con cui saranno gestiti il centro e i ragazzi. Documento che il sindaco Pellanda, interpellato dalla redazione su questo aspetto, auspica che sarà inviato al Municipio, chiamato a esprimersi al termine del periodo di pubblicazione sul rilascio della licenza edilizia. I lavori necessari per il cambio di destinazione dovrebbero durare 3-4 mesi e riguarderanno unicamente il primo piano dell'ostello pensato per ospitare 15-20 giovani. È prevista la realizzazione di una nuova camera da letto, ulteriori accessi alle docce e lavandini. Il tutto per un investimento di circa 30mila franchi. La soluzione individuata a Cresciano dagli uffici cantonali intende rispondere all'aumento della pressione migratoria che ha portato anche a un consistente incremento degli arrivi in Svizzera di minorenni non accompagnati, per i quali in Ticino – era stato sottolineato durante la serata pubblica – non bastano più i centri di Riazzino, Paradiso e Castione.