Accesa serata pubblica a Cresciano in occasione della presentazione del previsto foyer per richiedenti l'asilo minorenni non accompagnati
Un foyer nello stabile dell'Ostello Cresciano che possa ospitare 15-20 richiedenti l'asilo minorenni non accompagnati, inizialmente per un periodo di cinque anni. È questa una delle soluzioni individuate dagli uffici cantonali di fronte all'aumento della pressione migratoria, e nello specifico per rispondere al consistente incremento degli arrivi di minorenni non accompagnati. Presentato mercoledì in un'affollatissima sala del centro sportivo di Cresciano, il progetto conferma però di non fare l'unanimità tra i residenti del Comune di Riviera. Durante la serata pubblica organizzata dal Cantone, in particolare i promotori della petizione consegnata al Municipio – nelle scorse settimane sottoscritta da circa 290 persone –, hanno ribadito la contrarietà all'iniziativa, facendosi portavoce di una parte della popolazione.
«Umanamente non si può essere contrari al foyer, siamo però contrari a lasciare andare una perla del nostro comune: un ostello riconosciuto a livello internazionale che rappresenta un apprezzato luogo di ritrovo per la comunità, anche per le famiglie grazie alla vicina presenza del parco giochi e del campo da calcio», ha affermato Tazio Previtali, il quale non ha nascosto il proprio disappunto per il fatto che durante la serata il sindaco Alberto Pellanda non abbia voluto entrare nel merito delle richieste della petizione, sulle quali si chinerà prossimamente il Municipio. Sollecitato, Pellanda ha comunque fatto intendere che il Comune – anche nell'ipotesi di un'operazione a tre insieme a Parrocchia e Patriziato di Cresciano così come suggerito dalla petizione – non investirà per riscattare l'ostello. Ostello che proprio ieri ha cessato l'attività, dal momento che – ha spiegato il sindaco ai presenti – le due gerenti non intendevano proseguire e la proprietaria è intenzionata a vendere. La petizione chiede inoltre all'Esecutivo di valutare altre forme di valorizzazione della struttura, sempre a favore della comunità locale, oltre a quella della sua attuale funzione.
Il punto messo nero su bianco nella lettera che più ha fatto discutere in paese è stata la richiesta di “non proseguire in nessun modo la via dell'utilizzo da parte del Cantone o altri enti per scopi di alloggio di richiedenti asilo, dipendenze o altro”. Su questa frase – ieri sera finita nel mirino di più persone che hanno preso la parola –, Previtali ha riconosciuto le «modalità sbagliate con cui è stata scritta la lettera. L'aspetto centrale – ha proseguito – è però che l'ostello rimanga un centro fruibile dalla popolazione. Questo non vuol dire che non debba esserci questo foyer, magari pensato in maniera che possa consentire di mantenere l'attuale destinazione. E proprio in questo senso si sollecitava il coinvolgimento del Comune, con il quale chiediamo ancora di poterci sedere al tavolo per valutare queste possibilità». Secondo i promotori della petizione, l'ostello, presente da alcuni anni in centro paese, ha un importante valore aggregativo essendo diventato un punto nevralgico di incontro. La lettera sottolinea il valore dell'ostello come luogo per pranzi, feste, incontri, servizio postale, accoglienza studenti e sportivi dediti al canyoning e bouldering.
Oltre a tanti interventi di persone che ritengono doveroso fare un gesto umano e di comprensione verso i giovani che stanno scappando dalle guerre, durante la serata, prolungatasi per circa 2 ore, non sono mancate altre voci critiche: c'è chi si chiede se la realtà di Cresciano sia il posto giusto per accogliere questi giovani, se la struttura dell'ostello sia adeguata, quale sarà il grado di sorveglianza degli ospiti, oppure come mai il Cantone non abbia scelto altri stabili, magari nell'Alto Ticino. Renzo Zanini, capo dell'Ufficio cantonale dei richiedenti l'asilo e dei rifugiati, e Gabriele Fattorini, a capo della Divisione dell'azione sociale e delle famiglie, hanno riferito alla sala delle grandissime difficoltà nel reperire in tutto il Ticino strutture con parametri idonei all'accoglienza di rifugiati. Ne è una prova il recente accordo con l'Hockey club Ambrì Piotta per la messa in prontezza degli spazi della Gottardo Arena fino al 1° luglio. Per quanto riguarda i giovani non accompagnati, ha messo in chiaro Zanini, non bastano più gli attuali centri di Riazzino, Paradiso e Castione. Ad oggi, ha proseguito il capoufficio, sono già arrivati 61 giovani, e si stima che saranno 150 entro la fine dell'anno. Prevalentemente arrivano da Afghanistan, Burundi, Turchia e Ucraina. Soli perché partiti senza genitori o per problemi avvenuti durante il viaggio. Debora Banchini-Fersini della Croce Rossa ha parlato di un «progetto educativo a 360 gradi» per i migranti che arriveranno a Cresciano, dove l'obiettivo sarà favorire la loro integrazione, indirizzandoli su un percorso formativo e lavorativo grazie al supporto di figure professionali.
«L'idea è quella di creare uno spazio per quanto possibile aperto e condiviso per favorire l'incontro tra gli ospiti e la comunità locale», ha aggiunto Zanini. Prossimamente sarà inoltrata la domanda di costruzione per il necessario cambio di destinazione dell'edificio, con l'obiettivo di attivare il centro, gestito dalla Croce Rossa, verso la fine dell'estate.