Da confinanti e Amica tre opposizioni alla domanda di costruzione preliminare. Progettisti e proprietari: ‘Non sarebbe un grande generatore di traffico’
Si giocherà sull’interpretazione delle norme pianificatorie locali la realizzazione o meno di un ristorante McDonald’s a Castione promosso dalla catena di fast food in via Cantonale, al posto di un autolavaggio, di fronte al centro Coop. Ieri, lunedì 24 aprile, è scaduto il periodo di pubblicazione della seconda domanda di costruzione preliminare. E in cancelleria si contano almeno tre opposizioni: quella di due confinanti (i titolari di una carrozzeria e il proprietario di uno stabile che ospita una concessionaria con officina, un appartamento e uno studio di fisioterapia) e quella dell’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica). Non è da escludere che altre possano aggiungersi nei prossimi giorni. La contestazione di fondo, ma non è l’unica, riguarda il fatto che trovandosi il mappale in zona artigianale, le norme di attuazione del Piano regolatore di Arbedo-Castione (articolo 36 capoverso 3) impedirebbero in quel punto l’inserimento di “esercizi pubblici di ogni genere e attività che si configurano come grandi generatori di traffico”. Il capoverso 1, apparentemente in contrasto col 3, stabilisce che “sono ammesse attività commerciali ed espositive connesse con l’attività artigianale”. Il Municipio, chiamato a decidere sulla domanda di costruzione e sulle opposizioni, dovrà dunque stabilire se un ristorante McDonald’s con 246 posti a sedere (di cui 156 interni e 90 esterni) sia da considerare un esercizio pubblico grande generatore di traffico o no.
Secondo l’Amica, dal progetto emerge che il nuovo impianto “non sarà un luogo di semplice distribuzione, ma una zona di ristorazione con consumo del prodotto”. Come riportato recentemente dal ‘Corriere del Ticino’, sono previsti mediamente circa 600 clienti al giorno e fra le 3’000 e le 4’000 ordinazioni/consumazioni a settimana. Quanto basta per parlare di grande generatore di traffico? Sì secondo l’Amica, no secondo i promotori affidatisi per la progettazione allo studio X-architettura di Locarno, la cui relazione tecnica citando le disposizioni cantonali sostiene che “un fast food non è considerato un grande generatore di traffico”. Quanto ai contenuti, la struttura con un investimento di 5,8 milioni di franchi svolgerebbe “un’attività di lavorazione artigianale con macchinari e a mano: la materia prima viene stoccata, trasformata, assemblata, cotta e imballata pronta per essere distribuita”. La parte destinata a stoccaggio, produzione artigianale e distribuzione coprirebbe il 67% della superficie utile lorda, il restante 33% andrebbe alla commercializzazione. «Sono dunque rispettati i parametri edificatori di zona, che permettono una superficie per l’attività commerciale che non sia predominante ma di supporto rispetto all’attività produttiva», spiegano alla ‘Regione’ i proprietari del mappale.
Lo studio su traffico e viabilità commissionato dai promotori indica inoltre che nella fascia di punta tra le 17 e le 18 vi sarebbero circa 150 veicoli in più all’ora rispetto alla situazione attuale caratterizzata da 800-1’000 veicoli. Inoltre, sempre stando ai progettisti, i picchi di affluenza veicolare non si verificherebbero durante le ore di traffico intenso attuale; e i 600 passaggi quotidiani in più verrebbero smaltiti sulle 16 ore di apertura giornaliera, risultando perciò un incremento minimo. Non da ultimo, ci viene spiegato, «tutti i problemi percepiti maggiormente dalla popolazione come ipotetico disturbo (odori, rumori, rifiuti) sono risolti e azzerati».
Ma Amica e due confinanti, appunto, non ci stanno. “Riteniamo – scrive l’associazione – che la sistemazione viaria e i posteggi possano creare concreti problemi di sicurezza e scorrevolezza. Ne è un esempio la vicina Coop che, con numeri notevolmente superiori, si ritrova con le stesse criticità nonostante i nostri inascoltati suggerimenti. La ‘perizia traffico’ – prosegue l’opposizione di Amica – ritiene poi sostenibile il traffico indotto da McDonald’s sulla rete viaria del comparto. Non vi è alcuna documentazione che preveda già l’inevitabile aumento. Riteniamo invece tangibile il peggioramento della viabilità, vista anche l’assenza di una corsia di decelerazione su via Cantonale. Peraltro in questi anni le varie perizie non hanno mai considerato il traffico indotto dai nuovi palazzi residenziali costruiti sull’arteria, nonostante gli aumenti siano reali: tutto ciò denota una superficiale visione nei cambiamenti avvenuti”.
A preoccupare i confinanti è infine il numero di posti auto previsti in base alle norme cantonali: 36 suddivisi in 22 per i clienti, quattro per il McDrive, altrettanti per le auto elettriche, altri quattro per i dipendenti e due per le persone con disabilità. Il timore è che specialmente nelle ore di maggiore affluenza gli stalli siano insufficienti, spingendo così i clienti a cercarne nelle immediate vicinanze invadendo superfici private destinate al settore dell’automobile. Anche i 45 posti di lavoro che verrebbero creati nell’edificio a basso impatto ambientale, di cui una ventina a tempo pieno, farebbero pensare a una disponibilità troppo limitata di stalli. Parola al Municipio.