Bellinzonese

Arbedo-Castione: no a McDonald’s e fattura di 10’000 franchi

Il Municipio accoglie tre opposizioni e respinge la seconda domanda di costruzione preliminare perché l’attività ‘non può essere considerata artigianale’

In sintesi:
  • La catena di fast food aveva cercato di convincere i due confinanti riguardo alla bontà del progetto
  • La terza opponente, Amica, temeva conseguenze negative sulla circolazione stradale nel comparto
5 giugno 2023
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Altro che ‘largo agli hamburger’. Nulla da fare invece per McDonald’s ad Arbedo-Castione. Il Municipio settimana scorsa accogliendo le tre opposizioni inoltrate da due confinanti e dall’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica) ha respinto la seconda domanda di costruzione preliminare ordinaria presentata dalla catena di fast food intenzionata a realizzare un ristorante in via Cantonale. Seconda domanda completa questa volta di perizia fonica, come intimato dal Cantone valutando la prima. Un diniego – impugnabile con ricorso al Consiglio di Stato – con tanto di scoppola finanziaria, avendo l’esecutivo guidato dal sindaco Luigi Decarli fissato in 10’000 franchi la tassa di esame del dossier, più 96 franchi di spese postali. McDonald's, lo studio X-architettura di Locarno che ha curato la progettazione e il titolare del mappale, sul quale è presente un autolavaggio, faranno ora le loro valutazioni; alternative potrebbero venire prese in considerazione non troppo distante.

Articolo 36 vincolante

Alla base del rifiuto vi è l’interpretazione dell’articolo 36 delle Norme di applicazione del Piano regolatore (Napr) relative al mappale in questione inserito in zona artigianale. Articolo secondo cui sono ammesse anche attività commerciali ed espositive purché connesse con l'attività artigianale. “Sono di conseguenza consentite – premette l’esecutivo – attività commerciali collegate a un processo produttivo di tipo artigianale che si svolge in loco”. La norma, entra nel vivo la decisione, ha quale scopo “stimolare le attività produttive sostenendole con attività commerciali come la vendita dei prodotti. Non per nulla sono ammesse anche attività espositive che, abbinate alla vendita del prodotto, sono un’opportunità per promuovere l'azienda. Non è quindi ammesso il commercio di beni preparati altrove che non siano prodotti sul posto, poiché in tal caso il fondo verrebbe sfruttato unicamente per scopi commerciali, il che non è ammesso dall'articolo 36”.

Visione green e 60 posti di lavoro

Dal canto suo la catena di fast food incontrando l'anno scorso i confinanti avrebbe invece enfatizzato l'importanza del progetto basato su un concetto di alimentazione industriale e non di ristorazione, sulla base di criteri operativi ecologici senza dimenticare i 60 posti di lavoro generati. “A supporto del concetto aziendale – aggiunge il Municipio nelle premesse – l'attività è stata presentata come artigianale poiché effettuata con macchinari e a mano cercando quindi di far intendere che comporti dei processi di trasformazione delle materie prime. E questo, malgrado nella relazione accompagnante la domanda di costruzione si ammetta chiaramente che nelle succursali la materia viene stoccata, trasformata, assemblata, cotta e imballata pronta per essere distribuita”.

‘Esigenza non sentita’

Basterebbe solo questo punto per chiudere la partita, ma il Municipio va oltre evidenziando che un altro concetto caratterizzante la zona artigianale è la dimensione delle attività previste e le relative modalità produttive: “L'attività artigianale si configura per un uso ridotto della tecnologia e per un certo apporto della manualità che trasforma la materia prima, ciò che non è in linea con le attività industriali e di servizio che nelle economie di scala massimizzano la produttività”. Chiaro dunque il riferimento all’azienda statunitense con filiali in tutto il mondo. In quest'ordine di idee – prosegue il Municipio – si giustifica anche la possibilità di organizzare degli spazi espositivi a supporto dell'attività produttiva, “esigenza non sentita da McDonald's che conduce un marketing su scala planetaria”. Andando nel dettaglio, dal punto di vista operativo, “limitandosi a confezionare e cuocere prodotti preparati altrove non prevede una filiera produttiva che configuri lavorazione e trasformazione della materia prima” sul posto.

Anche il Laboratorio cantonale

In soldoni, “si configura un ristorante per il consumo di prodotti alimentari trasformati. Nonostante McDonald's giustifichi attraverso la superficie utile lorda una netta preponderanza per le zone dedite allo stoccaggio, preparazione e mescita di prodotti alimentari rispetto alla superficie destinata al consumo (ndr: previsti 156 posti a sedere interni e 90 esterni per un totale di 246), ciò non è sufficiente poiché l'area di preparazione ha l'unico scopo di vendere sul posto il proprio prodotto e non la produzione di beni alimentari e distribuirli”. E d'altronde anche il Laboratorio cantonale scrivendo ‘ristorante’ intende attività commerciale e non artigianale.

Pochi posteggi, anzi troppi

Quanto a rumori e traffico, la Sezione cantonale protezione aria, acqua e suolo considera la perizia fonica conforme alla legislazione, mentre la Sezione della mobilità chiede di diminuire da 32 a 22 i posteggi per clienti e dipendenti e inoltre che la perizia del traffico sia approfondita in base alle misurazioni del traffico indotto in McDonald's già esistenti in Ticino simili a quello in esame, il tutto considerando ristorante, McDrive, attesa comanda, fornitori, dipendenti eccetera. I due confinanti opponenti ritenevano dal canto loro insufficiente il numero di stalli. E nonostante gli sforzi di tipo ecologico, i posteggi “non sono sufficienti per compensare l'effettiva movimentazione di circa 600 veicoli giornalieri che si concentrerebbero nelle ore dei pasti fino a tarda sera creando code su via Cantonale”. D’accordo Amica, laddove nell’opposizione scrive che la sistemazione viaria rischia di comportare problemi concreti di sicurezza e di viabilità. Peggioramento temuto “anche perché non è prevista una corsia di decelerazione su via Cantonale”.

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