Il Consiglio di Stato chiede 14,6 milioni per la pianificazione (ma anche per un ponte faunistico) e altri 3,2 milioni per la gestione in proprio
La realizzazione di una discarica per materiali inerti e rifiuti edili alla Buzza di Biasca è più vicina. Il Consiglio di Stato chiede infatti al Gran Consiglio di approvare 14,6 milioni di franchi per l’attuazione della pianificazione, ma anche per la progettazione di un ponte e un sottopasso faunistici, per completare un percorso ciclopedonale ad anello e per migliorare la sicurezza dell’incrocio per Loderio attraverso la realizzazione di una nuova rotonda e la sistemazione delle fermate del bus. Il governo cantonale domanda inoltre altri 3,2 milioni di franchi per gli investimenti iniziali necessari per la gestione in proprio della discarica, così come una relativa modifica legislativa.
Le cosiddette discariche di tipo B in esercizio e attivabili a breve sono “destinate a esaurirsi nel corso dei prossimi anni”, si legge nel relativo messaggio governativo. “È pertanto necessario procedere alla pianificazione e alla realizzazione di nuove discariche”. Come quella della Buzza di Biasca che si trova lungo la sponda sinistra del fiume Brenno all’imbocco della Valle di Blenio, su terreni di proprietà del Patriziato di Biasca e del Patriziato di Malvaglia. Un’area di 1,4 milioni di m2 sulla quale è attiva la ditta Otto Scerri e caratterizzata dalla presenza di superfici agricole – alcune delle quali riconosciute come Superfici per l’avvicendamento delle colture (Sac) –, così come da una superficie boschiva. Per quanto riguarda Otto Scerri è prevista “una dismissione progressiva dell’attività”, mentre “le superfici agricole verranno non soltanto ripristinate, ma significativamente aumentate”, comprese le Sac. Da notare che le aziende agricole che a causa della discarica subiranno delle perdite temporanee (la durata d’esercizio è stimata a circa 10 anni) saranno indennizzate. Con il messaggio governativo viene anche richiesta un’autorizzazione di dissodamento di una superficie boschiva. In altre parole verrà eliminata un’area forestale che sarà in ogni caso ripristinata in loco. Insomma, “in virtù anche delle misure di compensazione naturalistiche previste, il comparto sarà valorizzato rispetto all’attuale situazione”.
In questo contesto, sul territorio di Malvaglia, saranno realizzati un ponte e un piccolo sottopasso faunistici così da permettere alla fauna selvatica un attraversamento sicuro della strada cantonale e aumentare la sicurezza degli automobilisti. Un’altra misura a favore della popolazione riguarda la sistemazione dell’incrocio all’altezza del ponte per Loderio, dove è previsto l’accesso alla discarica (in corrispondenza all’attuale accesso all’impianto di Otto Scerri). Si tratta di una richiesta emersa durante la consultazione pubblica del progetto. Concretamente, il Cantone intende realizzare una rotonda a quattro braccia e rendere le fermate dei bus accessibili ai disabili. Non da ultimo, a fianco della strada cantonale, sarà realizzato un nuovo tratto di strada pedonale che completerà l’attuale percorso che oggi congiunge il Vallone di Biasca con il ponte di Loderio. La sistemazione dell’incrocio dovrà essere realizzata “prima dell’entrata in esercizio della discarica”, mentre i manufatti faunistici “durante l’esercizio”.
A livello pianificatorio, “considerata la necessità e l’urgenza di assicurare la continuità dello smaltimento dei rifiuti edili in generale e dunque l’interesse pubblico della realizzazione della discarica della Buzza di Biasca”, il Consiglio di Stato ha optato per lo strumento del Piano di utilizzazione cantonale (Puc), “piuttosto che delegare questa procedura alla modifica dei piani di utilizzazione locali”. Il Puc (pure oggetto del messaggio governativo) entrerà in vigore con l’approvazione da parte del Gran Consiglio e una volta che la discarica verrà chiusa, sarà abrogato.
Un ultimo accenno ai costi: per la realizzazione completa del progetto (discarica, opere accessorie e gestione corrente su 10 anni) si prevede una spesa di quasi 36 milioni di franchi. Tuttavia, grazie ai ricavi relativi a tariffe di deposito e tasse il Cantone stima una saldo a suo favore di 17,5 milioni.