Mendrisiotto

Mendrisio: il governo interviene a tutela di Valera

Il Gran Consiglio tarda a votare il Piano di utilizzazione. E il Consiglio di Stato istituisce una zona di pianificazione

In ritardo sul Puc
(Ti-Press)
15 aprile 2022
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Blocco edilizio su Valera, il tempo è scaduto. Due anni non sono bastati, infatti, al Gran Consiglio per apporre il suo sigillo al Puc, il Piano di utilizzazione cantonale, tratteggiato sul comparto e sul tavolo dal marzo del 2020. Un ritardo istituzionale che rischia di aprire un varco a progetti non in linea con la pianificazione che il governo cantonale ha codificato per questa area nel ‘cuore’ del Mendrisiotto, sul territorio di Mendrisio. Così, di recente, il Consiglio di Stato ha dovuto metterci la proverbiale pezza a salvaguardia dei contenuti del Puc e del futuro dei circa 190mila metri quadrati che si estendono tra Rancate, Genestrerio e Ligornetto. Di recente l’autorità cantonale ha, infatti, deciso di istituire, di nuovo, una zona di pianificazione all’interno del perimetro del comparto. Uno strumento pianificatorio che per i prossimi tre anni – con possibilità di essere prorogato – congelerà la situazione. Il dossier con la scheda descrittiva e il piano sarà in pubblicazione sino al prossimo 23 maggio.

Ammessa solo la manutenzione

L’obiettivo del Cantone è chiaro e dichiarato: "Nella zona di pianificazione – si legge nel dispositivo – è vietato ogni intervento che possa rendere più ardua la pianificazione dell’utilizzazione futura (art. 61 Lst)". Il veto cala sulla "trasformazione, il cambiamento di destinazione e l’ampliamento degli edifici esistenti". Ma soprattutto, "non sono ammesse nuove edificazioni". Come si evince ancora dalla scheda saranno attuabili solo le opere di manutenzione, sottoposte all’approvazione del Municipio locale e al preavviso cantonale. Certo il percorso non sarà lineare: la risoluzione potrà infatti essere impugnata davanti al Tribunale cantonale amministrativo (Tram) e l’eventuale ricorso non avrà effetto sospensivo.E c’è già chi si prepara a una nuova battaglia giuridica. La strategia cantonale cozza, in effetti, con le aspettative dei due maggiori proprietari dell’area, che sin qui si sono appellati a tutti i rimedi a disposizione per contestare destinazione e indennizzi finanziari.

A difesa del Puc

Il governo, in ogni caso, appare determinato a difendere il Puc. Quindi ora come ora, come si ribadisce nella scheda in pubblicazione, ci si prefigge di "evitare che prima dell’entrata in vigore del Puc siano prese misure che possano in qualche modo intralciare o compromettere la realizzazione degli obiettivi citati", di conseguenza "occorre adottare provvedimenti di salvaguardia adeguati alla circostanza". Da fronteggiare, insomma, ci sono le domande di costruzione disarmoniche per rapporto al Piano.

Sullo sfondo vi è, d’altro canto, la volontà di "ricostituire l’originaria vocazione di quest’ampia superficie in un contesto come quello del Mendrisiotto". Passo che "rappresenta quindi una misura indispensabile e concreta atta a concretizzare il citato cambio di paradigma. Si tratta in particolare di una chiara risposta alle continue trasformazioni del territorio e alla sua crescente occupazione con costruzioni e infrastrutture, a scapito degli spazi liberi, ormai rari".

La questione finanziaria

In attesa del voto del parlamento, il Consiglio di Stato ha dovuto, però, fare i conti con scadenze e lungaggini. Soprattutto dopo aver appreso, l’11 marzo scorso, che "la speciale Commissione ambiente, territorio ed energia (Cate) ha deciso di ulteriormente approfondire le implicazioni di carattere finanziario derivanti dai vincoli introdotti con il progetto pianificatorio con l’attribuzione di un mandato a un esperto esterno". In buona sostanza, un perito dovrà pronunciarsi sul valore dei terreni, da sempre un nodo gordiano nel futuro di Valera. A quanto pare le sentenze pronunciate sin qui – inclusa quella dell’Alta Corte nel 2019 – non sono bastate a sgombrare il campo.

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