Il governo chiede di stanziare 4,45 milioni per l’area del Demanio dove si toglieranno vecchie voliere e miglioreranno le rive del laghetto
Nuova sede in arrivo a Gudo per il Servizio cantonale di guardacaccia e pesca presente in zona Demanio, vicino al campo sportivo, dove svolge molteplici attività legate al controllo e alla gestione della selvaggina, compresi gli esami per le patenti e gli incontri di formazione e divulgativi. Con un investimento significativo, pari a 4,45 milioni di franchi, il Dipartimento del territorio demolirà alcune strutture e ne sistemerà altre: previsto un nuovo stabile multifunzionale (sostituirà l’attuale che occupa più superficie e fa parte di un gruppo di strutture originariamente usate per l’allevamento di fagiani e lepri) il quale potrà offrire locali di formazione fino a 50 persone e spazi a supporto del Parco del Piano di Magadino, con particolare attenzione al contesto pregiato e delicato nel quale sono inserite tutte le costruzioni. Pure prevista la riqualifica sia del terreno circostante (dalle varie demolizioni si recupereranno circa mille metri quadrati da restituire alla natura) sia delle rive orientali del grande stagno protetto. Non toccato per contro dall’intervento il sedime confinante a est dove sorgono le voliere gestite dalla Fondazione Diamante che vi occupa alcune persone nell’allevamento di pollame vario.
Nel credito, chiesto dal governo al parlamento, figurano anche 180mila franchi da destinare alla sistemazione della sede provvisoria individuata a Giubiasco (negli spazi già sedi dell’Ufficio della geomatica e attualmente liberi) e che servirà durante tutta la durata del cantiere tra maggio 2022 e luglio 2023. La zona interessata dalla riqualifica si trova all’interno di un’ampia particella di oltre 56 ettari: area paesaggisticamente e naturalisticamente pregiata. Inoltre la presenza di un’esposizione di avifauna, mammiferi imbalsamati e lo spazio per accogliere classi scolastiche e altri enti, offre una funzione didattica diretta e di sensibilizzazione ritenute importanti per quanto riguarda la fauna e l’agricoltura locale.
“La ristrutturazione dell’attuale stabile multifunzionale non risulta raccomandabile per motivi costruttivi, di costi e per la presenza di sostanze pericolose”, motiva il Consiglio di Stato nel messaggio segnalando che la Supsi ha individuato amianto nei materiali di rivestimento, soprattutto i pannelli in fibrocemento della facciata e l’adesivo delle piastrelle. Inoltre una ristrutturazione “offrirebbe ridotti margini di intervento a favore del pregiato contesto paesaggistico e naturalistico in cui si situa”. Il comparto comprende dieci fra edifici, voliere e depositi realizzati in periodi diversi, con differenti materiali e tipi di costruzione, parzialmente in modo provvisorio e con pochi mezzi. Essendo lo stato delle costruzioni vetusto, marcato dall’intenso utilizzo e dall’umidità, sono da ritenersi irrecuperabili. Il nuovo edificio da 3,5 milioni sarà composto da due piani, avrà forma rettangolare con dimensioni esterne massime pari a 41 metri per 9,6. Un blocco di tre volumi in cemento armato formerà la parte bassa, a contatto con la terra, priva di cantinato. Tra i tre volumi vi saranno due passaggi veicolari dotati di bilance per la pesa della selvaggina qui portata dai cacciatori e gli accessi al laboratorio e alle celle frigorifere.
Quanto alla riqualifica esterna prevista, costo 470mila franchi, essa mira a tutelare e valorizzare i biotopi e gli spazi vitali di specie importanti per la biodiversità presenti: saranno dunque eliminate le neofite invasive e le specie infestanti, saranno ripristinati gli ambienti palustri tipici di questa zona e si favorirà la flora caratteristica e le specie palustri, come pure gli ambienti favorevoli alla fauna (avifauna, anfibi, rettili, invertebrati). Infine sarà interrata la linea elettrica che attraversa il sedime nella parte nord, saranno prolungate le lanche presenti per garantire una zona di passaggio sicura per il bestiame al pascolo, realizzate rive a pendenza dolce sul lato est del laghetto utilizzando il materiale derivante dallo scavo delle lanche, realizzato un canneto e infine piantumati alberi da frutta, siepi e boschetti.