Il gruppo degli eventi principali si è riunito ieri a Bellinzona: si va verso controlli del Covid Pass alle entrate. Berna e Cantone permettendo
Per ora è un ‘sì’, ovviamente condizionato all’evoluzione pandemica e alle sue conseguenze in termini di limitazioni e autorizzazioni. I comitati dei principali Carnevali di Ticino e Moesano riuniti ieri sera a Carasso nella sede del Rabadan di Bellinzona – presenti anche Chiasso, Locarno, Tesserete, Biasca e Roverdo – hanno espresso la seria intenzione di organizzare l’edizione 2022 in agenda fra l’ultima settimana di febbraio e la prima di marzo (Nebiopoli a parte cha ha anticipato i bagordi di due settimane). In sala anche i rappresentanti delle autorità cantonali coinvolte nelle decisioni inerenti alle manifestazioni con pubblico, ossia Luca Filippini, segretario generale del Dipartimento istituzioni e coordinatore del Gruppo di lavoro grandi manifestazioni, e Paolo Bianchi, direttore della Divisione cantonale della salute pubblica al Dss.
Assumendo le redini del Rabadan, il 23 giugno il neopresidente Giovanni Capoferri durante l’assemblea si era espresso con prudenza affermando che, citiamo, «abbiamo davanti una grande incognita: molto dipenderà dalla pandemia e ne sapremo di più fra metà agosto e settembre». Da allora il comitato Rabadan, gli altri comitati e il Gruppo grandi Carnevali hanno dedicato al tema alcune riunioni. Tre le opzioni su cui Capoferri e colleghi di Bellinzona hanno lavorato: proporre un’edizione ridotta allestendo un solo capannone (per esempio quello di Piazza del Sole), oppure nelle peggiori delle ipotesi organizzare un’edizione a distanza simile a quella di quest’anno, oppure nelle migliori delle ipotesi procedere con un Carnevale completo. «Filippini ha parlato chiaro», premette oggi Capoferri rispondendo alla ‘Regione’: «Dice che la possibilità di organizzare il Carnevale 2022 c’è, rispettando ovviamente tutte le misure di prevenzione che Confederazione e Cantone vorranno imporre per evitare il diffondersi del virus. Dal canto nostro saremmo intenzionati a proporre un’edizione quasi completa, rinunciando soltanto agli eventi con accesso libero del pubblico, in particolare quelli pomeridiani come il corteo dei bambini in agenda il venerdì e la sfilata delle guggen il sabato. Per tutto il resto, crediamo che sia tecnicamente possibile far combaciare i nostri desideri con le imposizioni volte a contenere l’avanzata pandemica. Si andrà insomma verso la verifica – alle varie entrate della Città del Carnevale e la domenica in occasione del corteo – dei Covid Pass che comprovino l’avvenuta vaccinazione, oppure la negatività del tampone nelle ultime 48 ore, oppure ancora l’avvenuta guarigione entro un determinato periodo che garantisca la presenza di anticorpi». Molto tuttavia potrebbe cambiare da oggi a gennaio-febbraio: «La decisione definitiva se proporre il Carnevale 2022 e, in caso affermativo, in quale forma sarà presa entro fine ottobre. Così facendo – rimarca Capoferri – avremo quattro mesi di tempo per pianificare ogni dettaglio, ovviamente coinvolgendo entro fine settembre anche il Municipio cittadino». Guardando al tema che sta spaccando in due il mondo, «personalmente desidero sensibilizzare sulla necessità di vaccinarsi. Perché consente alla società tutta di affrontare con più normalità la vita di tutti i giorni e, ovviamente, anche attività ed eventi particolari fra i quali rientra il Carnevale».
Molto dipenderà dunque dalla capacità degli organizzatori di sapersi adattare alle disposizioni di sicurezza sanitaria. A Biasca e Tesserete, per esempio, i rispettivi cortei non sono mai stati recintati. Recintarli, magari dovendo anche rispettare un numero massimo di persone ammesse, rischia di incidere sulle finanze dei comitati organizzatori. Già, gli incassi: «Questo punto richiede un’attenta valutazione», annota Capoferri: «Se ragioniamo sulle 100mila entrate del 2020 possiamo stare tranquilli, ma se bisognerà stare entro certi limiti temo che si dovranno mettere in conto delle ripercussioni negative sulle nostre finanze dalle quali dipende lo stato di salute della macchina organizzativa». Per il momento il comitato non intende aumentare il costo del biglietto d’entrata alla Città del Carnevale, «ma si tratta comunque di un punto da verificare».
La macchina organizzativa del Carnevale Nebiopoli sta lavorando a pieno regime in vista dell'edizione in programma dal 10 al 13 febbraio dell'anno prossimo. Per prepararsi alla festa, e soprattutto per testare quella che sarà la macchina organizzativa, il 25 settembre al Palapenz di Chiasso ci sarà una festa di Carnevale. L'autorizzazione cantonale è arrivata martedì. «Situazioni come quella che andremo a vivere – spiega Alessandro Gazzani, presidente del Carnevale Nebiopoli – permettono di capire come si svolge un evento e come reagiranno le persone dopo quasi due anni di stop». L'ingresso al Palapenz sarà consentito solo con il certificato Covid. Una situazione che sarà ripetuta anche a Carnevale. Alla luce delle nuove disposizioni federali, la grande incognita sarà la percentuale dei vaccinati tra gli attori dei bagordi. «I membri del comitato Nebiopoli sono tutti vaccinati – sottolinea Gazzani –. Il vaccino è il minore dei mali e da qui bisogna ripartire». In vista della festa estiva, Nebiopoli ha chiesto alle guggen di sondare la situazione al loro interno. «La percentuale dei vaccinati è bassa – constata ancora il presidente –. Se questa situazione dovesse essere confermata anche in futuro, sarà un problema perché senza gruppi rischia di saltare anche il corteo. Il mondo è cambiato e dobbiamo cercare di conformarci: chi vorrà godersi il più possibile un inverno normale e la prossima edizione del Carnevale deve vaccinarsi». Compito del comitato organizzatore sarà quello di «accertare che il certificato Covid venga presentato. Questo dovrà avvenire sia per il pubblico che per chi sfila».
Passando alla prossima edizione, e sempre con il presupposto che tutto dipenderà dalla situazione sanitaria del prossimo inverno, Alessandro Gazzani ribadisce che «Nebiopoli si terrà regolarmente». L'organizzazione del corteo mascherato del sabato pomeriggio così come delle serate al villaggio «non crea grandi problemi perché siamo già strutturati». Allo stato attuale sono in forse il corteo dei bambini e la sfilata notturna delle guggen. «La nostra intenzione è quella di proporre entrambi su un tratto più breve che chiudiamo già per il grande corteo mascherato. Ovviamente tutto dipenderà dall'adesione dei bambini e delle guggen», conclude Alessandro Gazzani.