Bellinzonese

Materiale contenente arsenico per coprire l’A2 ad Airolo?

Il metalloide potenzialmente tossico non dovrebbe rappresentare alcun pericolo per uomo e ambiente. Greta Gysin (Verdi) chiede lumi al Consiglio federale

Il pietrisco contaminato proviene dallo scavo per il secondo tunnel autostradale del San Gottardo
(Ti-Press)
20 dicembre 2024
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Parte del materiale di scavo proveniente dal cantiere per la costruzione del secondo tunnel autostradale del San Gottardo contiene arsenico, un metalloide potenzialmente tossico presente naturalmente nella montagna. Lo ha rivelato recentemente la trasmissione Rundschau di Srf, indicando che roccia con un'elevata concentrazione di arsenico è stata riversata l'anno scorso nel lago dei Quattro Cantoni nell'ambito di un progetto di rinaturalizzazione nel canton Uri. Trasporto che è stato interrotto una volta scoperta la contaminazione. Ora il materiale roccioso viene stoccato ad Airolo e dovrebbe rimanerci definitivamente, ha precisato l'Ufficio federale delle strade (Ustra). Dovrebbe infatti essere utilizzato nell’ambito del progetto di copertura dell’autostrada A2 previsto nel villaggio altoleventinese. In ogni caso, stando alle autorità, non vi è stato e non vi sarà alcun pericolo per l'uomo e l'ambiente, né a breve né a lungo termine. E infatti, sia il Comune di Airolo, sia il Cantone Ticino sarebbero d'accordo con questa soluzione che preveda la copertura del pietrisco contaminato con altro materiale in modo da evitare il contatto con aria e suolo.

‘Valutare il possibile impatto ambientale’

Una soluzione che tuttavia non convince la consigliera nazionale ticinese dei Verdi Greta Gysin che ha quindi presentato un’interpellanza sul tema: "Emerge l’urgenza di chiarire le modalità di gestione di questo materiale potenzialmente pericoloso", si legge nel testo. "La rapidità con cui è stata presa la decisione di trasferire il materiale contaminato al Ticino solleva dubbi sulla serietà degli approfondimenti condotti e sul rispetto dei principi di precauzione". Di conseguenza, "considerati il potenziale impatto ambientale e i rischi connessi al deposito di tale materiale", Gysin chiede al Consiglio federale se "sono state valutate altre opzioni per la gestione del materiale contaminato, come il deposito in discariche controllate"; se "le valutazioni di impatto ambientale sono state condotte singolarmente per ciascuna delle aree interessate, al fine di analizzare gli effetti specifici sul territorio"; "quali garanzie possono essere fornite per assicurare che il materiale contaminato non rappresenti una minaccia nel lungo termine" e "quali misure di monitoraggio a lungo termine sono previste per garantire la sicurezza ambientale". La consigliera nazionale dei Verdi domanda inoltre se "l’autorizzazione al deposito del materiale spetta esclusivamente alle autorità cantonali, come nel caso del Canton Uri", le cui autorità hanno deciso autonomamente di interrompere il riversamento del materiale nel lago.