Bellinzonese

Quinto, prosciolto dall'accusa di omicidio colposo

In merito all'incidente che ha causato la morte di 4 persone, il giudice Mauro Ermani ha motivato che “senza colpa non può esserci sanzione”

11 marzo 2019
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È stato prosciolto dall'accusa di omicidio colposo plurimo e grave infrazione alle norme della circolazione il 52enne a processo da stamattina per il tragico incidente del 26 luglio 2016 costato la vita a quattro persone, tra cui due bambini. “La giustizia opera con gli strumenti che ha, che sono quelli della legge, se non vi è colpa non può esserci sanzione” ha affermato il presidente della Corte, il giudice Mauro Ermani. Il giudice ha infatti tenuto conto della perizia medica che stabilisce che L'imputato soffre di una forma grave di apnee del sonno. 

"Una tragedia. È quanto si è verificato quel maledetto mezzogiorno". Così ha definito il procuratore pubblico Arturo Garzoni il tragico incidente. "Una tragedia che ha rovinato la vita anche di chi ha cagionato questo incidente gravissimo, la famiglia dell'imputato e lui stesso che ha rischiato di morire. Oggi si muove su una sedia a rotelle e vive col rimorso tanto da fargli dire che avrebbe preferito morire anche lui".

Nella richiesta di pena, il procuratore pubblico, tenendo conto della gravità del caso e delle conseguenze dirette sull'impatto, ha confermato l'atto di accusa e ha chiesto una pena detentiva di 20 mesi sospesi per due anni.

Secondo il Pp, la causa dell'incidente non sarebbe da attribuire alla sindrome delle apnee notturne della quale soffre l'imputato - al momento della tragedia senza esserne però consapevole - ma ritiene più verosimile l'ipotesi che vi sia stata distrazione e quindi negligenza.

Per il procuratore pubblico, l'imputato ha abbassato la soglia di concentrazione ma non si è addormentato perché altrimenti non sarebbero spiegabili alcuni aspetti. In particolare, come avrebbe potuto mantenere invariata la pressione sull'acceleratore continuando a condurre alla velocità di 90 km/h, e come avrebbe potuto mantenersi perfettamente nella carreggiata, nonostante vi fosse una curva di più di 600 metri.

La difesa chiede l'assoluzione

La difesa, rappresentata dall'avvocato Stefano Genetelli, ha chiesto invece l'assoluzione del suo assistito da tutti i capi d'imputazione. Riferendosi alla perizia medica effettuata in seguito all'incidente, la difesa ha fatto presente che un soggetto affetto da questa sindrome, durante un episodio di colpo di sonno, può continuare a condurre ed effettuare anche delle curve mantenendo la giusta traiettoria.

Inoltre, ha precisato Genetelli, nelle persone in preda a un colpo di sonno la forza esercitata dai muscoli non cessa. Questo spiegherebbe come sia stato mantenuto premuto costantemente il piede sull'acceleratore.

Ultima parola all'impurato

Quando è stata concessa l'ultima parola all'impatto, questi si è detto molto dispiaciuto per l'accaduto e ha chiesto scusa ai famigliari. 
La sentenza verra pronunciata alle 16.30 dal giudice Mauro Ermani.