Bellinzonese

Famiglia morta a Quinto, autista Tir assolto in via definitiva

Lette le motivazioni della Corte giudicante, il procuratore pubblico Arturo Garzoni ha deciso di non interporre ricorso in Appello

Rescue Media
30 agosto 2019
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Non ci sarà un processo in Appello contro l'italo-rumeno 52enne che il 26 luglio 2016 alla guida di un camion trasportante un carico d'acqua minerale era piombato alla velocità di 90 km/h sulla colonna ferma al semaforo del dosaggio autostradale in territorio di Quinto uccidendo sul colpo una famiglia tedesca che a bordo di un monovolume stava rientrando dalle vacanze trascorse sul Lago di Garda. Uno schianto nel quale hanno perso la vita i genitori 43enni e le loro figlie di 8 e 12 anni. Come anticipato oggi dal ‘CdT’ online il procuratore pubblico Arturo Garzoni, che lo scorso marzo in tribunale aveva chiesto 20 mesi di detenzione con la condizionale, ha ora rinunciato a interporre ricorso contro la sentenza di assoluzione dall’accusa di omicidio colposo plurimo pronunciata dal giudice Mauro Ermani, secondo cui l’incidente non è stato causato da una grave disattenzione ma da un colpo di sonno generato da un problema di salute accertato da una perizia medica. «Se non c’è colpa non può esserci sanzione, nemmeno di fronte a un incidente così drammatico», aveva sentenziato il presidente della Corte affidandosi alla perizia del dottor Mauro Manconi, responsabile del Centro del sonno dell’Ospedale regionale di Lugano, secondo cui il camionista sopravvissuto al tamponamento soffre da diverso tempo di una forma grave di apnea ostruttiva del sonno, all’origine di possibili colpi di sonno che non impediscono a un conducente di rimanere per diversi secondi al volante e con il piede pigiato sull’acceleratore, regolarmente in carreggiata. Un disturbo che il 52enne non sapeva di avere, nell’estate di tre anni fa, nonostante abbia ammesso di avere avuto nei tempi precedenti problemi di sonnolenza. Un atteggiamento nel quale la Corte non ha comunque intravisto una negligenza. Da qui il proscioglimento, sollecitato in aula anche dall’avvocato difensore Stefano Genetelli. Ora, giunte alle parti le motivazioni scritte del giudice Ermani, il pp Garzoni ha ritenuto di non dover richiedere un secondo giudizio alla Corte di appello e revisione penale. Il caso, che ha commosso la Svizzera e la regione di origine della famiglia deceduta, è chiuso.