Il riscatto delle linee elettriche chiesto dal Comune induce la Città a rallentare gli investimenti, rinviando ‘sine die’ la posa della fibra ottica
Strada in salita per i rapporti fra la nuova Bellinzona e i tre Comuni non aggregatisi che hanno avviato la procedura di riscatto delle linee elettriche (Arbedo-Castione, Lumino e Sant’Antonino, mentre Cadenazzo si è chiamato fuori). Se n’è avuta prova martedì sera al Centro civico di Arbedo dov’è emersa la notizia che la frazione potrebbe vedere rinviata ‘sine die’ la posa dell’attesa fibra ottica nell’ambito del vasto cantiere che Città e Swisscom hanno avviato nel Distretto dove vari quartieri/Comuni (Castione compreso) sono già stati serviti dal nuovo servizio. Notizia appresa con preoccupazione da alcuni dei presenti all’incontro, voluto dall’Azienda multiservizi di Bellinzona (Amb) per presentare alla popolazione (sala quasi piena) le proprie attività passate, presenti e future.
L’esposizione fatta dal vicesindaco Andrea Bersani (presidente dell’ente autonomo Amb) e dal direttore Mauro Suà è stata accolta positivamente. Senonché il tema riscatto delle linee ha innescato un dibattito fra chi difende la Città e chi il Municipio locale rappresentato da Renzo Bollini che ha lodato l’efficienza delle Amb ma non ha potuto aggiungere altro sulla procedura di riscatto. L’Esecutivo cittadino, ricordiamo, dopo l’aggregazione ha optato per una decimazione della distribuzione dell’utile annuo conseguito dalle Amb verso i quattro Comuni non aggregatisi. La cifra di 1,15 milioni era infatti passata in una prima versione a centomila franchi annui complessivi. Viste le lamentele dei Comuni – secondo cui essi concorrono, come prima dell’aggregazione, a realizzare l’utile delle Amb – e la loro minaccia di riscattare le linee, una seconda offerta cittadina è salita a 750mila franchi, di cui una parte cash (tra 200 e 300’000) e la rimanenza in un fondo che andrebbe a finanziare progetti di respiro regionale e a finanziare i costi sopportati dalla Città per infrastrutture di valenza regionale. Ma anche la controfferta è stata mal digerita e i Comuni hanno inoltrato al Consiglio di Stato la richiesta formale di riscattare le linee.
Il governo – ha ricordato martedì Bersani – deve dire ora se sia sostenibile creare due comprensori elettrici nel medesimo Distretto, di cui uno (il più piccolo) suddiviso a sua volta in due (Lumino e Arbedo-Castione a nord e Sant’Antonino a sud). Pure da stabilire il giusto prezzo delle linee, che in base ai nuovi parametri Elcom potrebbe essere di 20 milioni. Cifra contestata dai tre Comuni, secondo cui sarebbe molto più bassa. A questo riguardo la decisione dovrebbe essere presa da un tribunale dell’espropriazione. «Confido che si rinunci al contenzioso», ha detto Bersani ricordando che Bellinzona con l’Amb fornisce la corrente più a buon mercato del Ticino. I tre Comuni farebbero altrettanto? I dubbi in sala sono stati parecchi, mentre l’ex segretario comunale di Arbedo-Castione Elios Beltraminelli (fresco di pensionamento) ha ricordato che una perizia esterna chiesta dai Comuni ha ritenuto sostenibile la separazione e competitive le tariffe che ne conseguirebbero. «Una frattura – ha aggiunto Bersani – rischia d’incidere sui programmi d’investimento delle Amb. La Città può infatti legittimamente chiedersi se sia utile continuare a investire proprio dove si creerebbe una condizione di concorrenza a seguito della perdita di linee elettriche». Il riferimento è per la fibra ottica: Arbedo è uno degli ultimi comparti non ancora serviti, e a questo punto potrebbe essere superato da Claro, Preonzo, Moleno e Gudo acquisiti con l’aggregazione. «Non vogliamo essere considerati clienti di serie B!», ha reclamato un arbedese indispettito.