Presenti alla cerimonia il sindaco Mario Branda, il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta e la direttrice Ffs Regione Sud Roberta Cattaneo
«Per un borgo fino ad allora assai povero, una straordinaria novità». Sono le parole del sindaco di Bellinzona Mario Branda che oggi, 8 dicembre, era presente alle celebrazioni per i 150 anni della stazione ferroviaria della Turrita. L'edificio fu infatti inaugurato il 6 dicembre 1874: la ferrovia era appena arrivata con la Gottardbahn e due linee collegavano Bellinzona (che allora contava non più di 4’000 abitanti) a Biasca, rispettivamente a Locarno. Attorno alla ‘stazione centrale’ – così era infatti stata denominata – non c’era praticamente nulla e per raggiungerla venne costruito il viale Stazione, lungo il quale sorsero botteghe, negozi e alberghi. A Bellinzona arrivarono anche «tecnici, ingegneri e operai dalla Svizzera interna, ma anche dalla Germania e dall’Italia»; uomini e donne con cui «giunsero nuove competenze professionali, conoscenze e idee, anche politiche». Insomma, la storia mostrò «come stazione e ferrovia (la linea del Gottardo venne inaugurata di lì a pochi anni, nel 1882) concorsero in effetti a cambiare volto e prospettiva alla nostra città e anche al nostro cantone». E «la sua importanza non è destinata a scemare ma, al contrario, potrà continuare a costituire un importante punto di riferimento e motore per lo sviluppo di tutta la regione».
L’arrivo della ferrovia «in un punto di passaggio privilegiato tra Nord e Sud delle Alpi, ha guidato lo sviluppo di Bellinzona e del suo agglomerato, facendone in un certo senso la storia», ha sottolineato da parte sua il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta, pure presente ai festeggiamenti ufficiali. «È stata una vera e propria svolta e ha dato nuovi impulsi alla città: basti pensare che è passata dai circa duemila abitanti del 1850 agli oltre diecimila di inizio Novecento». E nel 1889 vi fu un’ulteriore svolta, ovvero l'entrata in attività delle Officine Ffs «che ben presto sono diventate un motore decisivo per lo sviluppo industriale e sociale del Bellinzonese e dell’intero cantone». Vitta ha così rimarcato l'impegno – per garantire la presenza delle Officine in Ticino «a lungo termine» – di Cantone e Città che hanno stanziato rispettivamente 100 e 20 milioni di franchi per la realizzazione del nuovo stabilimento industriale ad Arbedo-Castione e per l’acquisizione di parte dell’area occupata dallo stabilimento esistente. E proprio nel nuovo Quartiere Officine è prevista la realizzazione, fra l’altro, della sede ticinese dello Switzerland Innovation Park Ticino, «un progetto strategico per lo sviluppo economico del Cantone, che contribuisce a realizzare la visione di un Ticino sempre più competitivo, interconnesso e attrattivo, che abbiamo potuto concretizzare proprio grazie alla nostra posizione strategica e a questa interconnessione con il Nord delle Alpi, valorizzata dall’apertura della galleria di base del San Gottardo nel 2016». Si tratta dunque di «un esempio concreto di come la nostra centralità geografica possa tradursi in centralità economica e innovativa, proiettando il nostro Cantone al centro di un sistema interconnesso e ricco di opportunità, come nel 1874 hanno fatto la stazione ferroviaria e la ferrovia con Bellinzona».
Per onorare al meglio quella che 150 anni fa fu «una svolta epocale» non potevano mancare le Ferrovie federali stesse, rappresentate da Roberta Cattaneo, direttrice di Ffs Regione Sud. «Oggi la stazione è una vera e propria piattaforma di mobilità intermodale con un nuovo piazzale, un nuovo terminal degli autobus e un nuovo Park-and-Ride». Insomma «un punto di connessione tra treni, autobus e altre forme di mobilità». Un’intermodalità che «semplifica la vita quotidiana dei pendolari e rappresenta un passo importante verso un sistema di trasporto più integrato e sostenibile». Guardando poi al futuro «la ferrovia, sempre più utilizzata, ha bisogno di strutture e infrastrutture stabili e affidabili», ha sottolineato Cattaneo. «Il loro ampliamento è innegabile di fronte alla necessità di sviluppo dell’offerta». E Bellinzona resta dunque «un nodo importante anche per il futuro, in particolare se pensiamo al progetto del terzo binario e alla fermata di Piazza Indipendenza che permetteranno di potenziare la linea regionale in Ticino».