Costituita la società di gestione senza scopo di lucro Switzerland Innovation Park Ticino Sa. Ora si tratta di consolidare i contenuti del progetto
«È un momento sicuramente importante per la storia del nostro Cantone. Un progetto di cui si parla da diversi anni, che abbiamo seguito da vicino e che ha richiesto impegno per essere sviluppato. Quello di oggi non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza». Esordisce così il presidente del governo Christian Vitta, alla testa del Dipartimento finanze ed economia, durante la presentazione delle due principali novità sulla realizzazione del parco dell’innovazione ticinese. Prima novità, lunedì il parco dell’innovazione ticinese è stato formalmente riconosciuto all’interno della rete di Switzerland Innovation – iniziativa federale, il cui scopo è di rafforzare il posizionamento della Svizzera nel mondo quale Paese dell’innovazione – come parco associato a quello di Zurigo. Seconda novità, oggi a Bellinzona è avvenuta la costituzione della società senza scopo di lucro Switzerland Innovation Park Ticino Sa, che sarà incaricata di gestire il parco.
Vitta ha le idee chiare: «Il parco dell’innovazione è un progetto strategico per lo sviluppo economico del Ticino che contribuisce a realizzare la visione di un cantone sempre più competitivo, interconnesso e attrattivo». Tra gli obiettivi, prosegue il consigliere di Stato, «quello di promuovere attraverso i suoi centri di competenza progetti di ricerca e sviluppo in collaborazione con gli enti universitari presenti sul territorio. Questa iniziativa ci permette di rafforzare i legami con il Nord delle Alpi». Non solo. «L’obiettivo del parco è anche quello di lavorare in rete, costruendo sinergie oltre i confini nazionali».
Nel percorso di realizzazione del parco, ricorda Vitta, «la fondazione Agire, l’agenzia per l’innovazione del Cantone Ticino, ha giocato un ruolo centrale. Incaricata dal Cantone, ha condotto lo sviluppo del parco e il relativo processo di candidatura. Oggi consegna la gestione alla nuova struttura organizzativa, la società Switzerland Innovation Park Ticino Sa». Di più. Vitta tiene inoltre a sottolineare «l’importanza del gioco di squadra che ha coinvolto le istituzioni, il mondo economico e quello della ricerca universitaria. Solo con unità di intenti e visioni condivise è stato possibile proseguire e consolidare questo percorso». Al centro dunque la convergenza tra la politica universitaria e la politica di supporto all’innovazione. Ma anche: «Il parco – rimarca il direttore del Dfe – è un’occasione preziosa che contribuisce a migliorare ulteriormente la visibilità del Ticino e il suo posizionamento a livello internazionale come cantone leader dell’innovazione. Un cantone competitivo e attrattivo, che vuole sviluppare ulteriori opportunità di lavoro per chi vive sul nostro territorio». Ciò detto, ora si tratta di consolidare i contenuti del parco.
Alle considerazioni di Vitta si aggiungono quelle della direttrice del Dipartimento educazione, cultura e sport. «Fondamentale in questo percorso – evidenzia Marina Carobbio – la convergenza tra politica dell’innovazione e politica universitaria». E spiega: «Questo parco, con i suoi centri di competenza, ben rappresenta la sempre più stretta collaborazione tra scuole universitarie e imprese. Il parco dell’innovazione è infatti costituito da centri di competenza che favoriscono la collaborazione tra istituti di ricerca e aziende in settori chiave per l’economia ticinese». In tal senso, continua la ‘ministra’, «oltre a permettere la condivisione di conoscenze tra i vari attori, i centri di competenza favoriranno lo sviluppo di soluzioni tecniche e tecnologiche innovative, fornendo accesso a infrastrutture di laboratorio di alta qualità e a una rete di professionisti qualificati. Il tutto con l’obiettivo di accelerare l’innovazione, facilitare l’attivazione di finanziamenti per la ricerca, contribuire a mantenere competitive le aziende esistenti sul territorio cantonale, come pure ad attrarne di nuove».
In merito, rievoca Carobbio, «a inizio mese il parlamento ha approvato a larga maggioranza il Messaggio di politica universitaria cantonale. Messaggio che prevede un impegno finanziario quadriennale di 736 milioni di franchi, in cui si segnala la partecipazione di Usi e Supsi alle attività del nuovo parco dell’innovazione ticinese». L’auspicio per la direttrice del Decs è quindi che «il parco dell’innovazione possa rappresentare per il nostro cantone un’ulteriore opportunità di progresso in termini di innovazione, ricerca e offerta di posti di lavoro qualificati e di qualità».
Dal canto suo il presidente della fondazione Agire Luca Bolzani fa il punto sul processo che ha portato al riconoscimento del progetto ticinese da Innovation Switzerland. «Attualmente – premette – in Svizzera ci sono sei parchi dell’innovazione con otto parchi satelliti, ognuno con le proprie prerogative». E questo perché ogni cantone ha le sue caratteristiche, «alcuni hanno grandi corporate multinazionali, altri i politecnici». Nella costruzione del dossier di candidatura sono dunque state centrali le caratteristiche tipiche del Ticino: «Un buon sistema universitario, un tessuto molto denso di piccole e medie imprese, nonché una posizione geografica strategica sull’asse nord-sud». Un percorso lungo che ha portato alla selezione di tre progetti finali, corrispondenti ai tre potenziali centri di competenza, attualmente in fase di sviluppo: il centro di competenze sui droni (Swiss Drone Competence Center) presso Riviera Airport a Lodrino, il centro di competenze nelle scienze della vita (Life Sciences Competence Center) a Bellinzona e il centro di competenze nel settore del Lifestyle tech (Lifestyle Tech Competence Center) a Lugano. La sede definitiva dello Switzerland Innovation Park Ticino dovrebbe tra l’altro situarsi nel futuro Quartiere Officine a Bellinzona.
A livello finanziario, illustra il direttore di Switzerland Innovation Park Ticino Sa Gianmaria Frapolli, «il contributo del Consiglio di Stato ammonta a 10 milioni di franchi. Non sono miliardi, ma sono sicuramente importanti per attivare un processo di innovazione del nostro cantone». Al netto della situazione finanziaria particolare ticinese, Frapolli ambisce a gestire questa somma secondo tre criteri. «In primis – rileva – una struttura snella che sappia prendere decisioni rapidamente. In secondo luogo la capacità di sapersi trasformare e mettersi in discussione. Infine, attirare aziende e capitali esterni al cantone per crescere ulteriormente». Essenziale, per Frapolli, «riuscire a costruire attraverso i centri di competenza una proposta di valore concreta, comprensibile e che possa unire e attirare le aziende sul territorio. Il tutto nell’ottica di poter continuare con l’offerta senza dover per forza attingere dai fondi pubblici». Al momento Switzerland Innovation Park Ticino sta valutando i business plan dei tre centri di competenza: «La loro valutazione in vista della conferma dei finanziamenti quadriennali – stima Frapolli – dovrebbe essere pronta al più tardi entro giugno 2025». Tra i relatori anche Mauro Dell’Ambrogio, presidente di Switzerland Innovation Park Ticino Sa.
La società Switzerland Innovation Park Ticino è composta con partecipazione di capitale paritaria di Cantone, BancaStato, Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), Associazione industrie ticinesi (Aiti), Università della Svizzera italiana (Usi) e Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi). Quali membri del Consiglio di amministrazione sono stati nominati: Mauro Dell’Ambrogio, quale rappresentante del Cantone, Gabriele Zanzi, membro della direzione generale di BancaStato, il presidente della Cc-Ti Andrea Gehri, il presidente di Aiti Oliviero Pesenti, la rettrice dell’Usi Luisa Lambertini ed Emanuele Carpanzano, direttore della ricerca, dello sviluppo e del trasferimento della conoscenza presso la Supsi.