Tracce del plantigrado a ridosso del confine, ma nel Locarnese non è mai giunto. L'esemplare, mite e schivo, viene monitorato assieme ai grandi predatori
Un esemplare di orso, maschio, stazionario nell’Ossola, dove è arrivato cinque anni fa dalla Svizzera dopo essere andato in dispersione partendo dal Trentino, si è rifatto vivo nel Parco della Val Grande creando qualche comprensibile apprensione tra i frequentatori delle montagne e gli allevatori di bestiame. Del tema dei predatori si è dibattuto in un recente convegno tenutosi lo scorso mese di settembre a Malesco (Vigezzo) dedicato però, in primis, al lupo: ‘Grandi Predatori, un problema sociale da affrontare’ il tema della giornata che ha visto l’intervento di diversi studiosi provenienti anche da fuori provincia. Sulla questione, all’indomani del convegno, è intervenuto anche Germano Mattei, copresidente dell’Associazione Svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori.
Alle preoccupazioni, condivise, legate alla presenza del lupo va ad aggiungersi, ora, un nuovo avvistamento di un altro predatore: l’orso. «Il Parco della Valgrande è poco distante da noi e penso che vi sia qualche motivo di apprensione per Centovalli, Onsernone e alta Vallemaggia. Ci mancherebbe pure l’orso, che tra l’altro era arrivato ai nostri confini un paio di anni or sono e prima nella zona del San Bernardino/Moesa» – commenta Germano Mattei. Secondo quanto riportato da Ossolanews.it, il plantigrade a spasso nel Parco dai primi rilievi sembrerebbe essere l’animale che ormai girovaga nel Verbano Cusio Ossola da alcuni anni a questa parte. L’esemplare è un maschio di una quindicina di anni, non ha mai dimostrato comportamenti ‘problematici’ e, in tutti questi anni, gli avvistamenti sono stati pochi, a testimonianza del suo carattere schivo.
Dovrebbe infatti quasi sicuramente trattarsi di M29, unico esemplare censito in Piemonte da almeno 150 anni a questa parte. L’orso è stato visto l’ultima volta qualche settimana fa all’Alpe Cortevecchio, la montagna alle spalle di Beura e Trontano. Presenza segnalata da una allevatrice che lamentava danni alle arnie. La polizia provinciale ha piazzato un sistema di videosorveglianza e ha organizzato un presidio notturno, l’orso è ricomparso la notte successiva, interessato alle arnie ancora intonse. Gli agenti hanno avuto la possibilità di controllarne i movimenti per oltre due ore. Diverse foto hanno immortalato M29 intento a cibarsi del miele. A un certo punto, fiutato l’odore degli umani, l’animale si è allontanato nel bosco, senza dare alcun segno di aggressività. L’orso M29 pare dunque affezionato alla provincia, dove ha lasciato più volte tracce del suo girovagare. Sin dalla prima apparizione in un giardino sulle alture di Preglia di Crevoladossola: era il mese di giugno 2019. Più volte è finito immortalato anche da foto-trappole. Un animale schivo, che si fa notare poco. Sulle cui ‘tracce’ ci sono comunque carabinieri forestali e polizia provinciale che ne seguono gli spostamenti. Tuttavia, qualche anno fa, era stato possibile stabilire (grazie ad avvistamenti, ritrovamenti di orme sulla neve ed escrementi) che l’orso si era avvicinato al confine svizzero nella zona del Monte Ghiridone (o Limidario). Ma a quel punto il suo viaggio si era interrotto. L’animale, pesante circa un quintale, era tornato sui suoi passi ed era rientrato nell’area della Val Grande, dove per molto tempo non si è lasciato individuare. Nulla impedisce di pensare che in precedenza probabilmente abbia già sconfinato diverse volte in Svizzera, anche se manca una conferma.
Da noi interpellato, Tiziano Putelli, capo Ufficio caccia e pesca del Cantone, si limita a confermare che «siamo a conoscenza di questa vicinanza e a oggi non abbiamo mai avuto una evidenza di un suo passaggio sul nostro territorio. Da parte nostra al momento teniamo osservata la situazione attraverso il monitoraggio dei grandi predatori».
Avvicinandosi l’inverno, il plantigrade, in vista del letargo, starà intanto facendo scorta di cibo. La Provincia del Vco e il Parco Val Grande hanno inviato una lettera al ministero per richiedere che l’animale venga dotato di radiocollare. Sarà così più facile localizzare con precisione i suoi spostamenti.