L’Associazione genitori nell’accudimento presenterà il 16 settembre il progetto ‘Separazione collaborativa’ che mira a responsabilizzare le famiglie
«Non rivolgersi al giudice o all’Arp di riferimento chiedendo loro di definire la suddivisione delle responsabilità, le modalità delle relazioni e il calendario dei diritti di visita o i contributi economici per l’accudimento dei figli. Ma sottoporre loro una bozza di convenzione elaborata e condivisa dai genitori da ratificare. In questo modo il giudice o l’Arp verifica e valuta il progetto, a tutela del rispetto dei diritti e dei doveri reciproci dei genitori e dei figli». Pietro Vanetti, presidente dell’Associazione genitori nell’accudimento (Agna), ci spiega il progetto ‘Separazione collaborativa’ che verrà presentato il prossimo 16 settembre alle Arp, le Autorità regionali di protezione, e alle istituzioni coinvolte nella gestione delle pratiche di divorzio e relazioni tra genitori separati e figli.
Questo servizio, «che Agna propone già da gennaio – illustra Vanetti –, mira a responsabilizzare i genitori, alleviare le autorità competenti e accelerare la definizione di un nuovo modello di accudimento post-separazione o divorzio che assicuri relazioni ottimali tra i figli e ambedue i genitori». E rimarca: «La tempestività nell’assicurare relazioni serene e regolari per i figli è cruciale, soprattutto considerando la loro percezione, specialmente in età prescolare. La loro prospettiva è notevolmente diversa da quella degli adulti: vivono nel presente e sovente faticano a ragionare su ipotesi, previsioni o progetti futuri».
Tra gli obiettivi del progetto ‘Separazione collaborativa’, come detto, anche quello di sgravare le autorità competenti. Il presidente di Agna fa riferimento in particolare a quanto emerso dalla dura lettera dell’Assemblea dei presidenti delle Arp pubblicata dalla ‘Regione’ lo scorso 27 giugno. Lettera indirizzata all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio e ai Dipartimenti interessati dal settore tutele e curatele: quello delle Istituzioni (Di) e quello della Sanità e socialità (Dss). Cinque dense pagine, lo ricordiamo, “per segnalare” a parlamento e Consiglio di Stato “le importanti e crescenti difficoltà che riscontriamo purtroppo quotidianamente nell’ambito dell’esecuzione dei compiti di protezione a favore di minori e adulti oggetto di procedure di nostra competenza”, nonché per sollecitare l’entrata in funzione delle previste Preture di protezione.
«Siamo – commenta Vanetti – perfettamente d’accordo con i presidenti delle Arp sulla necessità e urgenza di un miglioramento dell’efficienza ed efficacia del servizio di protezione. Che le strutture di valutazione e protezione da loro indicate siano insufficienti e oberate è senz’altro vero». Ma c’è un ma: «Siamo però anche convinti che il loro auspicio rimarrà tale, perché la richiesta di più personale, formato adeguatamente in tutte le varie istituzioni e funzioni che la protezione degli adulti e dei minori richiede, cozzi contro l’esigenza di far quadrare i conti dello Stato secondo le disposizioni in vigore per la gestione finanziaria».
Una grossa limitazione in tal senso sta per Vanetti nei tempi «inevitabilmente lunghi della politica nel correggere situazioni insoddisfacenti nel rispetto delle regole democratiche». E osserva: «Non sarà quindi la politica l’artefice di possibili cambiamenti nel presente per la protezione degli adulti e dei minori, e alleggerire le autorità da compiti che vanno oltre la loro attuale capacità di gestione». Da qui l’auspicio di un maggior coinvolgimento della società civile: «Coinvolgendola senza pregiudizi, la società civile può giocare un ruolo non indifferente. In particolar modo per il tramite delle varie associazioni in questo ambito, che vantano un bagaglio di esperienza enorme. Una risorsa preziosa, a disposizione subito, senza ostacoli burocratici, da impiegare nell’interesse dei cittadini». In questa direzione, osserva Vanetti, «un sostegno e promozione da parte delle istituzioni potrebbe non solo accelerare i tempi delle decisioni delle Arp e delle future Preture nelle pratiche di separazione o divorzio, ma anche garantire una maggiore attenzione alle esigenze immediate e sensibili dei bambini coinvolti».
La presentazione del servizio si terrà dunque il 16 settembre a Bellinzona, presso la sala del Consiglio comunale a Palazzo civico, dalle 13.30 alle 17. Oltre a Vanetti, sono previsti interventi della direttrice della Divisione della giustizia Frida Andreotti, di operatori in seno ad Agna, avvocati, psicoterapeuti e coordinatori genitoriali. L’incontro è rivolto specialmente agli addetti ai lavori: Arp, Preture, Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, commissioni parlamentari Giustizia e diritti e Sanità e sicurezza sociale, Di, Dss, Camera di protezione del Tribunale d’Appello, commissione giuridica Lasp, Comuni ticinesi e alla magistratura dei minorenni. Per partecipare iscriversi sul www.agna.ch/iscrizione- 16-settembre-2024.