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‘Dai presidenti delle Arp un grido d’allarme da non ignorare’

Tutele: la lettera e le prime reazioni. Forini: ‘Quadro molto preoccupante’. Mazzoleni: ‘Hanno ragione, con le Preture di protezione dobbiamo accelerare’

Gran Consiglio e Consiglio di Stato destinatari della missiva
(Ti-Press)
2 luglio 2024
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«I presidenti delle Arp hanno lanciato un grido d’allarme che non può essere assolutamente ignorato e che la commissione non vuole ignorare, tant’è che nella riunione di giovedì scorso, quando abbiamo appreso dal giornale dell’esistenza della loro lettera, ha chiesto all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio di trasmetterle copia della missiva», afferma il socialista Danilo Forini, membro della commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’. «Hanno ragione: l’entrata in funzione delle Preture di protezione è urgente. Come politici dobbiamo accelerare», ammette il leghista Alessandro Mazzoleni, relatore in seno a un’altra commissione del Gran Consiglio, la ‘Giustizia e diritti’, sul progetto di riforma del settore tutele e curatele in Ticino. I due deputati reagiscono così alla lettera, di cui ha dato notizia ‘laRegione’ nell’edizione del 27 giugno, che l’Assemblea dei presidenti delle sedici Arp, le Autorità regionali di protezione, ha scritto ai vertici del parlamento e al Consiglio di Stato, per la precisione al Dipartimento sanità e socialità e a quello delle Istituzioni.

Nella missiva si parla del futuro. “Riteniamo indispensabile una celere implementazione delle Preture di protezione, scelte dal popolo ticinese per trasporre nel nostro ordinamento giuridico tale autorità specializzata”, annotano i presidenti delle Arp, ricordando la consultazione del 30 ottobre 2022, che ha visto il 77,5 per cento dei cittadini votanti approvare il progetto proposto da governo e Gran Consiglio, ovvero il passaggio dal modello amministrativo – incentrato sulle Autorità regionali di protezione, le quali fanno capo ai Comuni (funzionamento e costi) – a quello giudiziario, con relativa ‘cantonalizzazione’ del sistema. Dunque, sì all’introduzione delle Preture di protezione, dove magistrati e specialisti (in psicologia, pedagogia ecc.) stabiliranno le misure di protezione appropriate a tutela di adulti e minori vulnerabili. Ma la lettera parla anche e soprattutto del presente, ancora basato (e chissà per quanto tempo) sulle Autorità regionali di protezione. “Il protrarsi dell’attuale inadeguato contesto organizzativo comporta enormi disparità di organizzazione delle Arp” distribuite sul territorio, “con conseguenti differenti funzionamenti delle stesse e inevitabili disparità di trattamento delle persone vulnerabili interessate”, evidenziano i presidenti.

Il deputato socialista: criticità da rimuovere a breve

Ed è sul presente che si sofferma Forini. «Tutele, curatele, ricoveri a scopo di assistenza, collocamenti, privazione dell’autorità parentale e altre misure: insomma, abbiamo a che fare con una materia molto sensibile, che riguarda i soggetti più fragili della società, il cui numero, temo, aumenterà, non foss’altro che per il progressivo invecchiamento della popolazione – rileva il granconsigliere del Ps –. E cosa ci dicono i presidenti delle Autorità regionali di protezione? Ci descrivono una situazione organizzativa che è molto preoccupante. Riferiscono di servizi e strutture sociali e sociosanitarie d’appoggio alle Arp che sono sempre più sollecitati, ma che sono a corto di personale a causa dei risparmi, dei tagli, decisi in primis dal Cantone, e che quindi non sono in grado di rispondere, come dovrebbero o vorrebbero, ai bisogni. Peraltro come commissione ‘Sanità e sicurezza sociale’ stiamo svolgendo un sondaggio presso i servizi sociali dei principali Comuni e finora ciò che segnalano i presidenti delle Arp viene sostanzialmente confermato. Sempre come commissione parlamentare sarà senz’altro opportuno, dopo la lettera, sentire anche loro, i presidenti delle Autorità regionali di protezione». Aggiunge Forini: «In ogni caso mi domando come possano garantire un lavoro di qualità le Arp, e un domani le Preture di protezione, se non si rimuovono a breve determinate criticità dell’odierno contesto organizzativo. È che qui c’è una parte della politica che si ostina a non vedere in faccia la realtà. Se nel sociale si taglia per far quadrare i conti pubblici, se non si investe, il conto che pagheremo a medio termine rischia di essere assai salato, quanto a costi sociali, sanitari e di sicurezza pubblica, per citare la missiva».

Il relatore leghista: ancora un’audizione

L’equilibrio delle finanze statali, ribatte Mazzoleni, «dovrebbe essere uno degli obiettivi dell’azione politica di tutti i partiti: è una questione di responsabilità verso le prossime generazioni. Non si tratta di tagliare nel sociale, si tratta di verificare se vi siano margini, e io penso di sì, per ottimizzare la spesa. E tendere dunque al pareggio dei conti cantonali, senza aumenti di imposta, come del resto ci ha indicato la maggioranza dei cittadini con l’approvazione del Decreto Morisoli. Nella spesa pubblica bisogna fare delle scelte: pertanto nell’ambito del Preventivo 2025 del Cantone anche il Dipartimento sanità e socialità è chiamato a fare delle scelte e a fissare delle priorità. Il settore tutele e curatele io lo considero una priorità». Ciò premesso, continua il parlamentare della Lega ragionando sul futuro della riforma, «raccolgo l’invito dei presidenti delle Arp ad accelerare l’implementazione delle nuove autorità di protezione, ossia le Preture di protezione: come politici, dobbiamo muoverci». Concretamente? «Per quello che è di competenza della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’, avremo ancora un’audizione a settembre, dopodiché ultimeremo il rapporto che sottoporremo al plenum del parlamento concernente numero e distribuzione sul territorio di queste Preture. Parallelamente esamineremo, per la stesura di un secondo rapporto, le norme di procedura, che disciplineranno il funzionamento delle nuove autorità di protezione, proposte dal Dipartimento istituzioni, che si è anche impegnato a individuare una soluzione per gli aspetti finanziari della riforma. Il mio auspicio è che il Gran Consiglio possa esprimersi sui due rapporti commissionali entro l’estate 2025». Politica permettendo.

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