laR+ Mendrisiotto

Chiasso: ‘Potrebbero esserci contraccolpi di difficile gestione’

Il Municipio è contrario alla possibilità di avere una cinquantina di appartamenti da destinare a richiedenti l'asilo ammessi sul territorio

Il Municipio ribadisce: ‘Massimo 350 persone’
(archivio Ti-Press)
31 luglio 2024
|

Il Municipio di Chiasso è “nettamente contrario” alla presenza di richiedenti l'asilo che hanno ottenuto l'ammissione sul suo territorio. E lo ha messo nero su bianco, con una risoluzione datata 2 luglio, dopo aver appreso che il Cantone starebbe trattando con un privato per la messa a disposizione dei richiedenti l’asilo di almeno una cinquantina di appartamenti nel quartiere Soldini. Lo afferma lo stesso esecutivo, rispondendo con un unico testo a tre interrogazioni firmate da esponenti del gruppo Lega-Udc-Indipendenti presentate nelle scorse settimane per avere informazioni sulle soluzioni per arginare il disagio dei cittadini di Chiasso a fronte della maggiore presenza di richiedenti l'asilo nel Basso Mendrisiotto rispetto agli accordi vigenti con la Confederazione, sul numero massimo di richiedenti l'asilo nel Basso Mendrisiotto e, appunto, sull'ipotesi di inserire a Chiasso persone richiedenti l'asilo che sono state ammesse.

‘L'accordo’ tra Basso Mendrisiotto e Cantone

Il Basso Mendrsiotto, ricorda il Municipio, “può ospitare un totale di 350 persone richiedenti l'asilo, ripartite tra coloro che si trovano in zona Pasture e gli 80 posti a Chiasso nella struttura d'appoggio, ma non di accoglienza, nello stabile a ridosso del confine con lo Stato italiano”. Una struttura “da sempre in funzione con queste modalità”. Il passo successivo per le persone richiedenti l'asilo è “la loro ammissione” e la suddivisione di queste persone “all'interno del Canton Ticino e degli altri Cantoni”. Considerata la partecipazione nei confronti dei richiedenti asilo, “vige un gentlemen's agreement tra il Basso Mendrisiotto e il Cantone, in base al quale alla regione del Basso Mendrisiotto non vengono attribuite persone che hanno ottenuto l'ammissione”. Il Municipio ha quindi dichiarato la contrarietà a questo aggravio “poiché l'equilibrio sussistente tra residenti e richiedenti potrebbe subire dei contraccolpi imprevedibili e di difficile gestione, oltre che vanificare tutti gli sforzi messi in atto nelle attività di integrazione, che il Comune di Chiasso conduce con successo”.

Dalla chiusura del Paf a Pasture

Il Municipio ha voluto anche ricordare i “fatti salienti” che hanno caratterizzato gli ultimi mesi. A partire dalla scadenza “inderogabile” della convenzione, al 31 dicembre scorso e dopo tre proroghe, con la Segreteria di stato della migrazione (Sem) per il punto di prima accoglienza (Paf) in via Motta. Alla richiesta di un'ulteriore proroga arrivata da Berna, “il Municipio ha ribadito di non essere disposto anche perché questa struttura d'emergenza era stata concordata come un luogo per un massimo di 150 persone, ove nel giro di pochi giorni i richiedenti sarebbero stati trasferiti, mentre di fatto vi rimangono per mesi, oltretutto in condizioni logistiche anguste e del tutto inadeguate a una permanenza prolungata”. Nel frattempo a Pasture, sul confine tra Balerna e Novazzano, “si lavorava per giungere al trasferimento dalla struttura provvisoria in quella definitiva, atta a ospitare 350 persone”. Struttura che è stata inaugurata all'inizio di giugno 2024. “I vecchi spazi – sottolinea ancora il Municipio – non sono più adibiti ad accogliere persone, pur essendo stato mantenuto l'utilizzo del piano interrato, del pianterreno e del primo piano del cosiddetto fascio L quali aule, sale per attività varie, uffici e deposito materiale”.

Le visite dei due Consiglieri federali

Sono due i membri del Consiglio federale arrivati a Chiasso per confrontarsi con le autorità di Balerna, Chiasso e Novazzano “sul tema in generale e in particolare a causa delle problematiche in termini di sicurezza e di ordine pubblico”. A fine novembre 2023 l'incontro con l'allora ministra di Giustizia e polizia Elisabeth Baume-Schneider “non aveva condotto a risposte che andassero al di là dello statu quo”. Quella che il Municipio di Chiasso definisce “una svolta” la si è avuta qualche mese dopo con il consigliere federale Beat Jans che, a metà febbraio 2024, “anche solo nell'ascoltare le rivendicazioni fatte valere, ha dato subito l'impressione di voler offrire un valido sostegno”, annunciando un'azione più severa, su scala nazionale, nei confronti dei recidivi nel settore dell’asilo e alcune modifiche a livello di procedura d’asilo e di esercizio volte a ridurre il numero di domande con scarse probabilità di essere accolte.

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔