Tutto secondo copione: scontata la conferma di Badaracco, mentre Chiesa assume la direzione delle Finanze
Il risultato di 3 a 2 traccia il segno della continuità della squadra municipale cittadina. In termini calcistici Badaracco ha battuto Chiesa, anche se il risultato della partita era scontato. Non sempre nel gioco del pallone il più forte vince. In questo caso, avrebbe suscitato scalpore se, nella disputa, oltre agli assist di Foletti e Quadri, il municipale Udc avesse ottenuto anche quelli di Raoul Ghisletta o di Filippo Lombardi, che peraltro lo stesso Chiesa, grazie al sostegno dei liberali, aveva scalzato dalla poltrona a Berna nell’autunno 2019, nella corsa al Consiglio degli Stati. Invece, come da copione, Badaracco è stato preferito dalla sua collega di partito e dagli altri due ‘residenti’ a Palazzo Civico.
D’altra parte Chiesa ha rivendicato la carica, oltre che per far valere, doverosamente, i numeri (ha superato Badaracco di oltre 2’900 voti personali), soprattutto per compiacere l’area di destra, i suoi sostenitori e il partito nazionale che avrebbe voluto che il vicesindaco fosse un Udc in una delle dieci città svizzere più grosse, la maggior parte delle quali è notoriamente governata dalla sinistra. Per lui è comunque stato un bagno di umiltà. Potrebbe andargli molto meglio alle prossime elezioni comunali, tra quattro anni. D’altro canto, la sezione Udc non ha perso l’occasione per segnalare la supposta prevaricazione della volontà popolare da parte del Municipio, che non ha premiato il più votato tra i due candidati.
Se è vero che Chiesa ha ottenuto più voti di Badaracco, nelle ultime legislature il vicesindaco a Lugano non è stato quasi mai il secondo più votato (a parte alcuni mesi con Foletti, nel 2021). Nell’attribuzione della carica entrano in gioco altre questioni. Come la rappresentanza di quel 65% di elettorato che, nell’urna, domenica 14 aprile, ha preferito altre liste, rispetto a quella unica Lega-Udc. La scelta di Badaracco alla carica di vicesindaco, per la quale non esistono regole scritte, garantisce armonia, intese ed equilibrio nella stanza dei bottoni. La soluzione decisa dalla maggioranza pare la migliore, a beneficio della cittadinanza e del lavoro dell’amministrazione.
Avrebbe sorpreso, invece, se il posto fosse stato assegnato al senatore luganese, al suo primo compito in un esecutivo, dopo la sua recente riconferma quale consigliere degli Stati a Berna in rappresentanza di tutto il Ticino.
Tutto come previsto pure nell’attribuzione dei dicasteri, nonostante siano stati disattesi dai due municipali Plr gli auspici del presidente della sezione di Lugano Paolo Morel, che avrebbe voluto un liberale alla guida delle Finanze. Un segnale, ancora un volta, di dissonanza interna. Le Finanze le ha coraggiosamente assunte il senatore, nonostante all’orizzonte si profili l’aumento del moltiplicatore d’imposta di 3 punti percentuali a causa del Polo sportivo e degli eventi. Un aumento per il quale sarà Chiesa a metterci la faccia, anche se era stato annunciato addirittura prima del referendum.
Insomma, questa tornata elettorale, nella quale nessuno vuole ammettere di aver perso consensi (a parte I Verdi), non ha mutato gli equilibri politici in Città, anche se ha frammentato il legislativo. Novità sostanziali giungeranno piuttosto nella legislatura 2028-2032. Alle prossime elezioni comunali alcuni municipali, tra i quali il sindaco, hanno infatti già annunciato che non si ripresenteranno.