Le riflessioni di Rosanna Camponovo Canetti, fondatrice dell'Alzheimer Caffè di Locarno, dopo il sì al credito per ristrutturare ‘Spazio Sorriso’
L’investimento da 1,2 milioni di franchi a Casa San Carlo per la ristrutturazione del reparto Alzheimer (votato dal Consiglio comunale nella sua ultima seduta) come un intervento necessario e urgente, ma anche, oggettivamente, come una goccia nel mare. Perché tanto vasto e variegato è il contesto dell’Alzheimer nel Locarnese – con le persone malate e le loro famiglie giornalmente coinvolte – che l’intervento diretto dell’ente pubblico – 8 posti, forse in futuro uno in più – si rivela una componente sussidiaria.
Pur sottolineando i meriti della Città di Locarno, che investe in casa anziani allo scopo, il concetto è sottolineato da Rosanna Camponovo Canetti, relatrice del rapporto in Gestione sul messaggio per il credito, nonché fondatrice dell’Alzheimer Caffè di Locarno. «Alzheimer Caffè che – rileva – proprio a novembre ha festeggiato i suoi primi 10 anni di attività a Locarno, al Ristorante Vallemaggia, di cui vanno rilevati appoggio, sensibilità e generosità nei nostri confronti».
Il credito, dunque. Il milione e 200mila franchi servirà per rivedere “Spazio Sorriso” a Casa San Carlo; il reparto Alzheimer continuerà a garantire 8 posti come finora, ma con la creazione di 4 camere singole e due doppie su una superficie che risulterà raddoppiata rispetto alla situazione attuale. Questo “per consentire una migliore fruibilità degli spazi per i residenti, che a causa della loro patologia hanno bisogno di spazi ampi privi di ostacoli per muoversi liberamente”, come notava la stessa Camponovo Canetti nel suo rapporto commissionale.
“Il reparto ‘Spazio Sorriso’, dedicato a coloro che soffrono di Alzheimer e di altre forme di demenza, è in funzione dal 2004 e ha dimostrato la sua utilità – aveva detto la relatrice –. Tuttavia, sono emerse diverse criticità, tra cui la mancanza di spazi comuni adeguati alle attività e la limitata possibilità per gli ospiti di usufruire, anche autonomamente, di uno spazio protetto all’esterno. Inoltre, la struttura e il mobilio necessitano di rinnovo, come pure l’infermeria, decentralizzata rispetto al centro delle attività con conseguente difficoltà di sorveglianza in alcuni momenti della giornata. La ristrutturazione mira a risolvere queste problematiche, offrendo un ambiente sereno e migliorando la qualità del servizio”.
Esprimendosi in Consiglio comunale, Camponovo Canetti aveva toccato un tasto particolarmente importante: quello riguardante il continuo aumento dei giovani malati di Alzheimer. Lo si percepisce sia negli Alzheimer Caffè al Ristorante Vallemaggia – incontri sempre molto ben frequentati, a conferma di quanto la tematica sia drammaticamente attuale per molte famiglie, anche nel Locarnese – sia nei gruppi di auto-aiuto. «Confermo che i giovani malati sono sempre di più e offrono uno spaccato nuovo sulla malattia – ribadisce Camponovo Canetti alla ‘Regione’ –. Parlo di malati quarantenni o cinquantenni seguiti da genitori ottantenni; di persone affette da demenza nel pieno della vita professionale con il rischio, drammatico ed elevatissimo, di perdere il posto di lavoro e subire gravi perdite economiche».
Un problema, molto importante, è quello relativo alla mancanza di offerte adeguate e specifiche sul territorio: «Centri diurni e notturni sono largamente insufficienti e il personale impiegato non sempre è adeguato – dice la fondatrice dell’Alzheimer Caffè di Locarno –. A questo vanno aggiunti altri problemi come la scarsa comprensione generale del fenomeno e, problema enorme, le conseguenze delle misure di risparmio cantonali, che andranno a toccare anche questo settore e, più in generale, le donne, che hanno in mano il 75% del settore sanitario, ma anche gran parte del volontariato in Ticino».
Inoltre, prosegue Camponovo Canetti tornando all’Alzheimer e alle sue conseguenze, «a un certo punto del decorso della malattia le cure a domicilio diventano impossibili e richiedono per forza il ricovero in un istituto. Ma la domanda che bisogna porsi è quale istituto, in particolare se il malato è un “under 65”? I problemi legati all’Alzheimer e alle demenze è vastissimo e purtroppo ancora in gran parte misconosciuto».
Le cifre del resto parlano molto chiaro: si calcola che in Svizzera vivano circa 155mila persone affette da demenza (per il 66%, donne) e che ogni anno si rivelino ulteriori 33mila casi. In Ticino i malati sono oltre 8’000. Nel 2050, con l’invecchiamento della popolazione, i malati raggiungeranno e supereranno in Svizzera quota 315mila. Per saperne qualcosa in più ci sono, appunto, gli Alzheimer Caffè al Vallemaggia. Il 13 dicembre sarà ospite Fra Michele Ravetta, cappellano del Bigorio: presenterà dei testi di Alda Merini sull’amore.