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Bentancur, i tedeschi e il mondo al contrario

Stupisce che il massimo dirigente del Bellinzona, solito licenziare facilmente gli allenatori, abbia adottato un provvedimento un po' meno drastico

21 settembre 2023
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Soltanto pochi mesi fa, i dirigenti dell’Acb non avrebbero mai preso la decisione di sospendere l’allenatore per un paio di partite. Semplicemente, l’avrebbero cacciato senza tante storie. Quando un tecnico non corrispondeva più alle aspettative – che fosse o meno colpevole di qualcosa –, il Bentancur che tutti conoscevamo non ci metteva molto a dargli il benservito. Il numero di esoneri consumatisi all’ombra dei Castelli lo scorso anno, del resto, sta lì a dimostrarlo. E così Pablo si era conquistato la fama di mangia-allenatori, etichetta che l’aveva reso – insieme ad altri motivi più o meno plausibili – assai inviso a buona parte della tifoseria granata.

Poi, alla fine della scorsa stagione, tribolata all’inverosimile ma comunque conclusa con l’agognata salvezza, il numero 1 del Bellinzona aveva pubblicamente dichiarato che – con l’annata entrante – tutto sarebbe cambiato. A cominciare, a quanto pare, dalla sua condotta. E così, il tecnico Sandro Chieffo – pur avendone combinate in queste prime settimane più di Bertoldo sia in campo (pochi i punti conquistati) sia fuori (il suo stile di conduzione tecnica pare davvero stravagante) – per il momento rimane al suo posto. Ritrovandosi, invece che licenziato, soltanto sospeso per motivi disciplinari per le prossime due partite, durante le quali la squadra sarà diretta dal provvidenziale Fernando Cocimano, l’uomo adatto per ogni occasione, una specie di Mister Wolf di tarantiniana memoria.

Certo, questo provvedimento disciplinare – piuttosto insolito – pare a tutti soltanto l’antipasto di una cacciata. E dunque il destino del 44enne allenatore pare ormai segnato, a prescindere da come termineranno i due match che non potrà seguire dalla panchina. La situazione venutasi a creare non è certo di quelle che si possano risolvere semplicemente mettendoci una pietra sopra e ritornando amici come prima. Facile dunque, anzi probabilissimo, che fra poco verrà ingaggiato un nuovo tecnico. Ma, per il momento, ci godiamo questa nuova versione di Pablo Bentancur, più moderato, un po’ meno impulsivo. Le pecche e i metodi bizzarri di Chieffo, al contrario di quanto veniva imputato ai tecnici della scorsa stagione, sono sotto gli occhi di tutti, e francamente fatichiamo a non dare ragione al massimo dirigente granata. Probabilmente, anche a livello di leggi e contratti, quando Pablo caccerà il tecnico, lo farà non senza tutti i torti. E i giocatori, al contrario di quanto accaduto in passato, stavolta paiono essere tutti con lui, e nessuno schierato con questo allenatore che sembra amare poco gli allenamenti. Non capita spesso, infatti, che i ragazzi si lamentino per sedute d’allenamento troppo blande e troppo rade. Casomai succede il contrario.

La notizia di un Bentancur meno interventista giunge pochi giorni dopo quella – diametralmente opposta – relativa al licenziamento di Hansi Flick, selezionatore della Mannschaft. Il mondo si è davvero messo a girare al contrario: non era infatti mai successo, in quasi 115 anni di storia, che i tedeschi sollevassero dalle sue funzioni il commissario tecnico. In Germania, evidentemente, il ruolo di allenatore della Nazionale era sempre stato considerato come un incarico a vita, una specie di pontificato, una posizione intoccabile dalla quale i diretti interessati si svincolavano soltanto per decisione propria. Lo dimostra il fatto che, dal 1908, a sedersi sulla panchina teutonica sono stati soltanto 11 uomini, a fronte ad esempio dei 30 che si sono avvicendati alla guida della Svizzera, ai 36 passati dallo spogliatoio italiano e agli oltre cinquanta tecnici che, nello stesso periodo, hanno guidato la Nazionale spagnola.

Il primo ad allenare i tedeschi, Nerz (che con quel cognome per fortuna non era inglese) rimase in carica 10 anni, ed è uno di quelli durati meno: Herberger infatti occupò la panchina dal ’36 al ’64, Schön lo fece per tre lustri e Joachim Löw idem. Flick non soltanto ha mantenuto l’incarico per soli due anni, ma addirittura è stato cacciato. L’unico a rimanere così poco sulla tolda, ma per sua scelta, fu Ribbeck (dal ’98 al 2000), e infatti di lui ve n’eravate tutti dimenticati, dite la verità.