Leggere banalizzazioni è qualcosa che urta e ci dimostra proprio quanto sia essenziale parlarne.
Da ormai qualche anno, a ogni pubblicazione dell’agenda scolastica, assistiamo a delle discussioni, più o meno accese, sui temi che vi sono inclusi. Una volta è la questione climatica, dove c’è chi continua a dire che va tutto bene, salvo poi accorgersi ad esempio che i nostri boschi entrano da qualche anno nella fase autunnale al mese di agosto (ma questo è un altro tema), un’altra volta invece si tratta delle questioni legate alla società. In questo caso si parla di genere.
Leggere banalizzazioni dove si scrive che “ogni individuo è libero di sentirsi maschio, femmina e magari in futuro cane, gatto o canarino” è qualcosa che urta e ci dimostra proprio quanto sia essenziale parlarne. Evidentemente, purtroppo, non si è ancora colto che chi vive queste situazioni è confrontato, soprattutto a causa di un’impreparazione della società, a una vita molto complicata e irta di non pochi ostacoli. Ridicolizzarne e banalizzarne la situazione non aiuta sicuramente a migliorarne il percorso, anzi.
D’altra parte, purtroppo, questo dibattito non è nulla di veramente nuovo. Lo abbiamo visto anche in passato in riferimento ad esempio all’orientamento sessuale. Anche lì si parlava di anomalie e devianze e addirittura di malattia fino agli anni 80. Provate a pensare quanti omosessuali, magari tra i vostri cari e i vostri amici, hanno sofferto per decenni, spesso in silenzio, solo perché non si sentivano compresi e accettati dalla società. Ci sembreranno realtà lontane anni luce, ma in fondo parliamo di solo qualche decennio fa.
In questi ambiti al contrario è proprio essenziale parlarne, confrontarsi, perché è solo conoscendo che si arriva a capire che, in definitiva, molte questioni legate all’individuo in realtà non dovrebbero nemmeno creare più discussioni.
È quindi sicuramente giusto, e anzi necessario, trattare i temi che riguardano la nostra società, poi è evidente che su questioni particolarmente delicate si preveda che chi si possa trovare confrontato con delle domande (in questo caso i docenti) sappia rispondere. Lo si è fatto in passato, ad esempio sulle questioni legate agli abusi in famiglia, e non ho dubbi che lo si farà con la dovuta professionalità anche ora.