La polemica sull'agenda scolastica, il capogruppo del Ps Durisch: ‘Senz'altro opportuna la pubblicazione delle pagine sull'identità di genere’
«I liberali chiedono che la commissione parlamentare ‘Formazione e cultura’ ascolti i vertici del Decs: è una richiesta legittima, ci mancherebbe altro. Quindi come Partito socialista – assicura il capogruppo in Gran Consiglio Ivo Durisch – non ci metteremo di traverso. Prendiamo poi atto, positivamente, di quanto dichiarato dal presidente della commissione, il Plr Aron Piezzi, e cioè che è sua intenzione allargare l’audizione ai vertici del Dipartimento sanità e socialità. Spero che sarà così. Sono infatti due i Dipartimenti che, rappresentati in un gruppo di lavoro, hanno partecipato alla stesura dell’agenda scolastica». Quell’agenda, destinata agli allievi di quinta elementare e delle Medie, finita nel mirino della destra (Udc e Lega), ma anche del Centro, per le due controverse pagine sull’identità di genere.
L’auspicio di Durisch è che «questa storia non venga strumentalizzata a fini elettorali visto che siamo in campagna per le ‘Federali’ di ottobre. Ma non mi faccio soverchie illusioni. I tempi sono sospetti». Già. Del resto le critiche, più o meno dure, di questi giorni erano rivolte al Dipartimento educazione, cultura e sport, che è a conduzione socialista. Come partito vi sentite politicamente sotto attacco? «Agli attacchi politici siamo abituati – premette il capogruppo del Ps –. A me spiace – aggiunge – che ancora una volta venga utilizzato un tema sensibile, in questo caso molto sensibile, per attaccare il Decs e dunque il Ps. Intanto ribadisco che dell’agenda in questione si sono occupati il Decs e il Dipartimento sanità e socialità, che è diretto da un esponente del Centro. E comunque condivido l’opportunità di pubblicare quelle due pagine sull’identità di genere. Il tema esiste e va affrontato. Sostengo ciò che ha scritto sulla ‘Regione’ Alex Farinelli (consigliere nazionale del Plr, ndr): si leggono e sentono tesi assurde che dimostrano la necessità di parlare di determinati temi che attengono all’autodeterminazione della propria sfera personale, ma di parlarne non in chiave ideologica e partitica, bensì a livello di società».
Osserva ancora Durisch: «C’è invece una destra che vorrebbe riportarci nel passato, quando anche in Ticino, e questo accadeva fino a pochi anni fa, una persona omosessuale era dichiarata malata e finiva in clinica psichiatrica. Noi socialisti non ci stiamo. E ci auguriamo che la nostra società affronti le sfide presenti e future con modalità diverse da quelle del passato».