laR+ IL COMMENTO

Quelli che tifano Ticino

A sostenere il Lugano nella finale di Coppa Svizzera giocata a Berna c'erano ben 12mila appassionati giunti dal Sud delle Alpi

In sintesi:
  • Malgrado la sconfitta subita in campo nella finale di Coppa Svizzera, il Lugano può comunque reputarsi felice e soddisfatto di quanto fatto nel corso dell'ultimo biennio
  • La massiccia mobilitazione che ha portato a Berna ben 12mila spettatori ticinesi, fa ben sperare per il futuro: il club bianconero è sempre più considerato un modello e un faro per gli appassionati di tutto il cantone
5 giugno 2023
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Lo Young Boys, favorito, ha meritato di vincere la Coppa Svizzera. Era la squadra più forte fisicamente e tecnicamente, capace di dominare il massimo campionato. E poi giocava nel proprio stadio, su un tappeto sintetico che poco ha da spartire col calcio e sul quale chi non è avvezzo fatica a controllare il pallone. Infine, i bernesi hanno legittimato il successo per il motivo più banale: hanno segnato una rete più del Lugano. Eppure, al termine della finale del Wankdorf un po’ di rammarico resta comunque. Innanzitutto perché i primi 45 minuti i sottocenerini li hanno giocati proprio male. Ma poi anche perché almeno due dei tre gol subiti – forse anche due e mezzo – sono figli di gravi errori individuali dei luganesi. Ai padroni di casa, insomma, è stata data una grossa mano benché non ne avessero bisogno.

Alla fine di questa avventura di Coppa, a ogni modo, c’è anche molto di cui andare fieri e felici. Non è da tutti, infatti, conquistare due finali consecutive, ripetendo quasi per filo e per segno quanto compiuto da Croci-Torti e i suoi ragazzi già lo scorso anno. Eppure, la truppa bianconera ce l’ha fatta. Ed è successo al termine di una stagione lunga e costellata da infortuni che avrebbero potuto pesantemente condizionare il rendimento della squadra ma che invece, paradossalmente, hanno contribuito a rafforzare un gruppo che è andato sempre più compattandosi. Chi è stato chiamato a sostituire gli assenti ha sempre risposto presente e tutti hanno remato dalla stessa parte. E se qualcuno intendeva fare altrimenti, è stato allontanato prima che facesse danni.

Tutto ciò – oltre a una proprietà seria e a una dirigenza capace e organizzata in modo da evitare sovrapposizioni di ruoli e interessi – ha contribuito a fare del Lugano una squadra ammirata e temuta dagli avversari, capace di disputare un girone di ritorno impeccabile e di conquistare un terzo posto meritatissimo e abbellito dal record di punti in campionato. E pensare che qualcuno, dopo sole quattro partite giocate, la scorsa estate definiva fallimentare la campagna acquisti e si diceva pronto a scommettere che questa squadra avrebbe faticato a mantenere un posto in Super League.

Al di là di tutti questi aspetti, ciò che davvero dà fiducia è aver visto – ancor più dell’anno passato – l’impressionante mobilitazione che ha condotto verso la capitale federale per tifare Lugano appassionati provenienti davvero dall’intero Ticino, molti dei quali nemmeno ufficialmente sostenitori bianconeri, ma lieti che una delle nostre squadre stia riuscendo a consolidare, a suon di risultati e buone prestazioni, la sua posizione nel panorama del calcio nazionale.

Il famoso Club Ticino che qualche anno fa si voleva costruire forzatamente sta forse realizzandosi in modo spontaneo. E il nuovo polo sportivo luganese potrà soltanto incoraggiare ulteriormente questo fenomeno: una regione di 350mila abitanti dovrebbe riuscire a portare alle partite della sua squadra di punta – in un impianto confortevole, ovvio – almeno lo stesso numero di spettatori che sanno richiamare i due maggiori club di hockey, i quali vendono biglietti e abbonamenti nell’intero territorio cantonale e non solo nelle vicinanze del luogo in cui hanno sede.