Domenica contro lo Young Boys, i bianconeri mettono in palio la Coppa Svizzera vinta nel 2022. Occorre la prestazione perfetta, nelle corde di Crus&Co.
“Riportiamola a casa”. Dopo aver atteso trent’anni prima di poter esporre la Coppa Svizzera davanti ai suoi tifosi, l’Fc Lugano non ha intenzione di riconsegnare il trofeo dopo appena dodici mesi. Domenica al Wankdorf di Berna tenterà l’impresa di battere uno Young Boys sin qui invitto in stagione sul prato sintetico dello stadio della capitale federale, così da poter ammirare in bacheca per un ulteriore anno quella Coppa donata nel 1925, a un’Asf in difficoltà finanziaria, dal banchiere losannese Aurèle-Gilbert Sandoz. Rispetto al trionfo del 15 aprile 2022 a spese del San Gallo, in questo caso i presupposti di partenza saranno sensibilmente diversi, a cominciare dal nome dell’avversario, quello Young Boys che ha letteralmente asfaltato la stagione di Super League e che parte, ovviamente, con tutti i favori del pronostico, per quella che sarà, di fatto, una sorta di Supercoppa (spalmata su due stagioni), tra il campione nazionale e il vincitore della Coppa.
Con 82 reti all’attivo e 30 al passivo, alle quali va aggiunto un bilancio di 25-4 nei cinque impegni di Coppa Svizzera, lo Young Boys non può che incutere timore, a prescindere dall’assenza di alcuni punti di forza, quali quelli dei portieri Von Ballmoos, Racioppi (quest’ultimo sostituito lunedì contro il Winterthur dal 20enne Marvin Keller, con sulle spalle 270’ totali in Super League) e, soprattutto, quella dell’attaccante Cédric Itten, 19 reti in stagione. Ma il Lugano non parte battuto. È vero che da sei anni i bianconeri non riescono a espugnare il Wankdorf (ovviamente contro l’Yb), tuttavia l’ultimo scontro diretto in terra bernese si è risolto con un pareggio (lo scorso febbraio), mentre a Cornaredo – è storia di nove giorni fa – gli uomini di Croci-Torti hanno dominato l’avversario (per altro in formazione rimaneggiata) con un chiaro 2-0 finale.
Tutti gli osservatori sono concordi. Quella di domenica dovrebbe essere una finale molto combattuta e spettacolare. Un anno fa, il “Crus” aveva inscenato un capolavoro tattico per imbrigliare un San Gallo che in quel momento era forse la squadra più in forma della Super League. Il tecnico “momò” dovrà ripetersi per far perdere la testa a uno Young Boys praticamente senza punti deboli, se si eccettua la situazione legata ai portieri. E a questa finale, il Lugano arriva probabilmente più preparato e consapevole rispetto a un anno fa. I bianconeri sono reduci da una seconda parte di stagione nella quale hanno subito due sole sconfitte e possono vantare una striscia positiva di dieci partite (sei vittorie e quattro pareggi). E ciò, nonostante qualche infortunio di troppo, come quello di Mai (tolto troppo presto dalla stagione) o quello di Mahou (ha praticamente perso tutto il ritorno). Nonostante tutto, però, non è soltanto lo Young Boys a poter contare su una panchina di grande qualità. Croci-Torti, infatti, ha più volte risolto le partite con gli uomini mandati in campo in corso d’opera, in particolare con Amoura, vero e proprio piede di porco per scardinare nell’ultima mezz’ora difese avversarie dalle gambe ormai legnose.
E se il giovane algerino ha compiuto passi da gigante nella sua maturazione (gli rimane la tendenza a sbagliare troppo a tu per tu con il portiere avversario, caratteristica che lo fa assomigliare al Salah del Basilea…), chi è letteralmente esploso è Ignacio Aliseda, otto reti (sette delle quali da gennaio a oggi, più cinque centri in tre partite di Coppa) e due assist. Inoltre, se lo Young Boys può vantare il capocannoniere stagionale (21 gol), il Lugano risponde con Zan Celar, uno che a volte passa quasi inosservato, ma che sa come la si butta dentro (14 centri e un bel 4 su 5 dagli undici metri). Insomma, la differenza tra le due squadre – che esiste, sarebbe sciocco negarlo – non è poi così grande, a maggior ragione in una partita secca. Di certo, il Lugano non andrà a erigere barricate, perché questo non è più il suo stile di gioco. In mezzo al campo, Sabbatini e compagni avranno in mano le chiavi della partita e se mostreranno la giusta aggressività per sporcare i rifornimenti verso le punte bernesi, i bianconeri avranno l’opportunità di sfruttare la velocità di Aliseda e Steffen, così come le qualità di assistman di Macek.
Ne è convinto proprio ‘Nacho’ Aliseda… «Appena una settimana fa abbiamo dominato lo Young Boys. Siamo tutti consci del fatto che la finale del Wankdorf sarà una partita del tutto diversa, ma abbiamo dimostrato al nostro avversario di saperlo battere e che non entreremo in campo da vittima sacrificale, bensì con la ferma intenzione di alzare il trofeo. E penso che se riuscissimo a ripetere la prestazione offerta a Cornaredo, potremmo anche riportare in Ticino la Coppa».
Un trofeo che il 23enne argentino un anno fa ha vinto da spettatore non pagante… «È vero, la finale contro il San Gallo non l’avevo disputata e anche in semifinale con il Lucerna ero entrato soltanto negli ultimi due minuti per andare a battere uno dei calci di rigore. Stavolta voglio che sia diverso, sono in forma e motivato e desidero essere nell’undici iniziale e decidere la sfida».
Lo Young Boys dovrebbe però essere avvantaggiato da un fondo sintetico sul quale si allena tutto l’anno… «Non cerdo. Si tratta di una finale, un partita secca, con il pubblico diviso a metà. L’erba artificiale non sarà un vantaggio per loro, come non sarà uno svantaggio per noi».
Come era già successo lo scorso anno, la finale di Coppa potrebbe essere l’ultima ideale vetrina per chi pensa di costruirsi un futuro lontano dalla Svizzera. Un anno fa era stato il caso di Lovric, quest’anno sulla bocca di molti scout ci sono i nomi di Aliseda, Celar e Valenzuela. Per quanto, l’opportunità di mettersi in mostra sul prossimo palcoscenico europeo potrebbe indurre qualcuno di loro a non dare ascolto alle sirene d’oltre confine… «Per quanto mi riguarda, al momento attuale penso soltanto alla finale di Coppa e alla fase a gironi di Europa o Conference League. Fase a gironi che voglio disputare con la maglia del Lugano. Ora come ora, il mercato non è un tema. E se proprio devo buttare lì un sogno, allora dico che vorrei vestire la maglia albiceleste della Seleccion».
Quella di domenica potrebbe essere la partita d’addio non soltanto per alcuni giocatori bianconeri. Anche lo Young Boys è pronto a lasciar partire chi in questi anni si è guadagnato sul campo l’opportunità di cercare fortuna all’estero. È il caso di Cédric Zesiger, in partenza per Wolfsburg, e di Fabian Rieder, pure lui con le valigie pronte per la Bundesliga. Su un fronte come sull’altro, dunque, sarà grande la voglia di salutare il calcio elvetico alzando al cielo la Coppa Svizzera.