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Politica culturale, Verdi all'attacco: ‘Che fine fanno i fondi?’

Un'interrogazione al governo con prima firmataria Giulia Petralli chiede lumi sulla loro reale destinazione: ‘Per i progetti o per finanziare gli uffici?’

La Straordinaria a Lugano, punto di partenza
(Ti-Press)
21 aprile 2023
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Come sono gestiti i fondi destinati alla cultura? E questi fondi, finiscono davvero ai progetti per cui sono stati erogati? A chiederlo al Consiglio di Stato è il gruppo dei Verdi, che con un'interrogazione – prima firmataria la deputata Giulia Petralli – torna a mettere sotto la lente la politica culturale in Ticino. Un ambito, per gli ecologisti, "verso il quale il Gran Consiglio si mostra generalmente assai distratto". Lo sguardo è rivolto al recente passato, dove per Petralli e cofirmatari "se la scuola è stata spesso al centro dell'attenzione, con atti parlamentari vari e accese polemiche pubbliche, le scelte di politica culturale del Cantone restano ai margini, quasi si trattasse di un ambito irrilevante".

‘Molte le questioni da affrontare’

E invece non lo è per niente. Quello della cultura è un settore dove "sono molte le questioni da affrontare". La più recente "è suscitata dall'esperienza della Straordinaria a Lugano, che ha saputo racchiudere sotto un unico tetto le esigenze di numerose e diversificate realtà presenti sul territorio e che suggerirebbe una riflessione sui luoghi della proposta culturale". Riflessioni ancora senza risposte concrete.

Per questo motivo, e anche a seguito del primo e del secondo approfondimento sul tema pubblicati da ’laRegione‘, "intendiamo riportare l'attenzione su aspetti di gestione della Divisione della cultura e degli studi universitari (Dcsu), su voci e preoccupazioni che da qualche tempo aleggiano nell'aria e – come nel caso delle nomine per la direzione della Pinacoteca Giovanni Züst e dell'Archivio di Stato – esigono chiarimenti e, se possibile, rassicurazioni".

Aspetti, questi, economici e non solo, "che insieme alla comunicazione non puntuale e frammentaria con i referenti istituzionali, sono stati lamentati a più riprese dagli operatori culturali in vari ambiti e contesti, creando un clima di disagio e sfiducia".

‘Fondi destinati a rafforzamenti amministrativi?’

Passando alla pecunia, si diceva, ai Verdi "preme in particolare fare luce, con la necessaria trasparenza, sulla gestione dei fondi che dal sostegno a progetti culturali sembrerebbero essere stati in parte deviati verso rafforzamenti amministrativi, forse non estranei a obiettivi o interessi personali". Sospetti che "grazie a un'interrogazione di Matteo Pronzini (Mps), sembrerebbero trovare conferma nelle risposte fornite dal Consiglio di Stato". Di più: "I sospetti sono accentuati anche dal fatto che non esistono resoconti annuali e pubblicazioni puntuali sull'utilizzo dei fondi assegnati a progetti culturali, rispettivamente ai costi amministrativi della Divisione".

E i Verdi vanno all'attacco, partendo proprio da quella risposta governativa a Pronzini: "Come mai la Dcsu utilizza i fondi dell'Aiuto federale, ricevuti dalla Confederazione per la promozione della lingua e cultura italiana, per finanziare i propri uffici (Osservatorio culturale / Ufficio analisi e patrimonio culturale digitale) invece di destinarli a progetti, come la Dcsu sostiene essere il suo scopo?". Di conseguenza, al governo viene chiesto "come preveda vengano utilizzati questi fondi secondo l'accordo tra Confederazione e Cantone".

‘Perché una succursale della Divisione a Lugano?’

Ma siamo solo all'inizio, perché Petralli a questo punto chiede "se corrisponde al vero che, nonostante gli uffici della Dcsu abbiano sede a Bellinzona, una sorta di ‘succursale’ sia stata aperta anche a Lugano" e "se così fosse, non si tratterebbe di un inutile doppione? Con quali esigenze si giustificherebbe un nuovo ufficio? E come è finanziato?".

Forse con quei fondi dell'Aiuto federale? Si vedrà. Sia come sia, davanti alla mancanza di "pubblicazioni puntuali" sul loro utilizzo, Petralli chiede "come mai la Divisione non pubblica in modo trasparente i sostegni assegnati ai progetti culturali sul suo sito o su siti di riferimento come viene fatto a livello nazionale dall'Ufficio federale della cultura e dagli altri cantoni?".

Infine, uno sguardo al futuro: "Quali passi ha intrapreso il Consiglio di Stato per facilitare e promuovere la creazione futura di spazi destinati alle realtà del territorio per la produzione e l'espressione culturale indipendente?".

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