Ticino

‘Diocesi di Lugano: interregno o libero arbitrio?’

Un'interrogazione del granconsigliere dei Verdi Marco Noi chiede lumi al Consiglio di Stato sulla situazione diocesana

La Cattedrale di Lugano e i primi edifici del Borghetto della Curia
(Keystone)
13 luglio 2023
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La situazione attuale della Diocesi di Lugano, retta da circa un anno, in qualità di amministratore apostolico, dal vescovo Alain De Raemy, ausiliare della Diocesi di Ginevra, Losanna e Friburgo, approda sui banchi del Gran Consiglio con un'interrogazione del granconsigliere dei Verdi Marco Noi. Osservando che la situazione "imporrebbe un congelamento delle attività alla gestione corrente", il parlamentare bellinzonese chiede, in primo luogo, quali siano le misure di vigilanza adottate abitualmente sulla Diocesi di Lugano e gli enti aggregati dal Consiglio di Stato e se quest'ultimo, "oltre ad aver ricevuto in visita l’amministratore apostolico", abbia chiesto rendiconto sul periodo di amministrazione apostolica e "in che cosa consista l’impossibilità di adottare cambiamenti in questo periodo di ‘interregno’".

Ancora, il granconsigliere dei Verdi chiede se il funzionamento degli organi diocesani sia garantito (Commissione indipendente di ricorso, uffici curiali, Commissione finanziaria, Ufficio di revisione dei conti, Assemblea diocesana dei delegati, Consiglio per gli affari economici) e, in caso di risposta negativa, quali siano le limitazioni e su quale base giuridica poggino.

Richiamando poi una lettera inviata dall’amministratore apostolico il 23 giugno 2023 a tutto il clero dove sottolinea che nella fase attuale “nihil innovetur”, non si innova (articolo 428 del Codice di diritto canonico: “Mentre la sede è vacante non si proceda a innovazioni”), Marco Noi chiede se "corrisponde al vero che lo stesso amministratore apostolico, contrariamente da quanto affermato nero su bianco, sta adottando provvedimenti con impegni di lunga durata (con valenza su svariati anni)" e, in caso di risposta affermativa, "quali sono questi provvedimenti e per quale motivo ha adottato simili decisioni in questo periodo di interregno" e quale legittimità questi abbiano.

Circa gli enti locali, l'interrogazione chiede inoltre in quale modo essi siano toccati da questa fase di interregno e "con quale legittimità l’amministratore apostolico può intervenire su di essi e con quali margini di manovra".

Quindi, l'atto parlamentare passa a chiedere "per quale ragione il Consiglio di Stato non si è espresso sulla petizione promossa da alcuni cittadini finalizzata a sopprimere la clausola della cittadinanza ticinese" e se, "visto il particolare sistema organizzativo ticinese, non si ritiene auspicabile che a capo della Diocesi di Lugano debba esserci un ecclesiastico con conoscenze solide della nostra realtà e delle nostre leggi".

Sulle notizie che vedono la Diocesi in sofferenza dal profilo finanziario, "tenuto conto delle competenze proprie del governo cantonale attribuite dalla legge federale in materia di esecuzione degli enti pubblici", viene poi chiesto al Consiglio di Stato "perché non ha proposto informalmente alla Diocesi una verifica da parte del controllo cantonale delle finanze (che è un servizio semi-indipendente). Infine, il granconsigliere chiede la lista dei diversi luoghi di culto cattolici di proprietà del Cantone, e se "vi sono convenzioni tra le parti per la gestione ottimale degli stessi".