Il nuovo sindaco Mattia Ciocco svela le trattative con Manno e Coira. Presto una tavola rotonda. Come sede l’ex stazione ferroviaria, da rinnovare
Mesocco un puntino sulla carta topografica cui non prestare attenzione quando si transita lungo l’A13 per raggiungere San Bernardino e le rinomate località turistiche del Grigioni interno? Con i suoi 1’200 abitanti e 165 km quadrati di territorio, vasto quanto la nuova Bellinzona e quasi il Canton Zugo, il Comune altomesolcinese vuol essere molto di più. Lo indica il nuovo sindaco Mattia Ciocco eletto a fine ottobre ed entrato in carica il 1° gennaio sostituendo Christian De Tann che lascia dopo dieci anni. Completano l’esecutivo, rinnovato per quattro quinti, l’uscente riconfermato Christian Blumenthal e il suo compagno di lista L’Alternativa (la stessa del sindaco) Pascal Barella, nonché i rappresentanti del Centro Mercedes Albertini e Walter Jörg.
«Com’era logico che accadesse – attacca il neosindaco, 37 anni e architetto di professione – nelle ultime settimane l’attenzione generale si è posata sul rilancio di San Bernardino promosso dall’imprenditore Stefano Artioli attraverso la sua società Swiss Alps. La linea tracciata, che mira a riportare la nostra località turistica ai fasti di un tempo, abbraccia tutto il Moesano. In questo senso desideriamo che Mesocco si sviluppi di pari passo con San Bernardino». Le autorità della valle e della regione, debitamente informate nei mesi scorsi, hanno reagito con entusiasmo riconoscendo la bontà del progetto Artioli che oltre a restaurare gli storici alberghi, realizzare centinaia di letti caldi e strutture sportive e per il relax, ammodernare gli impianti di Confin e ridare un senso alle acque minerali, mira a riqualificare il centro del villaggio e la viabilità, come pure a incentivare l’insediamento di servizi per un turismo più stanziale e meno di giornata. Questo significa negozi, bar, enoteche, ristoranti, una farmacia, ecc. Si tratta ora di capire quali potranno essere gli aiuti istituzionali, e meglio quale ruolo giocheranno Confederazione, Canton Grigioni, Regione Moesano e Comuni nell’accompagnare e sostenere l’iter che maturerà nei prossimi 5 anni. «Mentre noi dovremo favorire le condizioni per fare imprenditorialità in paese e a San Bernardino – annota Ciocco – nel resto della valle la bontà del progetto Artioli sembrerebbe essere recepita da tutti. Vedo apertura. Nel concreto, confido che San Bernardino diventi il fulcro di un’ampia paletta di sport per le scuole moesane e i gruppi agonistici. Una ‘rete’ che rafforzerebbe così lo sforzo imprenditoriale e pubblico».
Partendo proprio dai servizi di base che possono essere offerti alla popolazione migliorando così la qualità di vita, il sindaco segnala una piccola-grande novità per Mesocco, i cui abitanti presto non saranno più costretti a percorrere diversi chilometri per comprare i medicinali, trovandosi finora la farmacia più vicina a Grono, ma potranno rivolgersi a quella che aprirà in paese ad aprile: «Un servizio importante di cui si sentiva la mancanza». I promotori sono gli stessi che avevano lanciato l’ambulatorio di primo soccorso a San Bernardino, immaginando un piccolo centro medico anche a Mesocco (valutazioni sono in corso).
Dal canto suo l’ente pubblico locale sta lavorando anche su altri cinque filoni, finora sottotraccia ma concretamente. La ristrutturazione dell’ex stazione ferroviaria di proprietà comunale, il successivo trasferimento dell’Amministrazione, l’inserimento anche di una nuova offerta formativa di livello superiore, il ritorno dell’attuale palazzo comunale al suo ruolo originario di accoglienza e una maggiore promozione storico/culturale del castello. Detto nei giorni scorsi del progetto di massima relativo all’ex stazione i cui due stabili in disuso saranno ristrutturati e destinati ad accogliere gli uffici comunali, un baretto, un punto vendita di prodotti locali, l’info point della Regione Moesa, la nuova sala d’aspetto per i bus di AutoPostale, alcuni alloggi e ampi spazi per eventi artistici e culturali, il sindaco anticipa quello che è un obiettivo in fase di sviluppo, ossia destinare a scopi formativi una parte del complesso, in particolare quella dell’ampio padiglione che rappresenta un unicum nella valle.
A fare da esempio è Airolo, dove l’Università della Svizzera italiana – grazie al fattivo contributo del Comune che ha comprato l’ex Posta per trasformarla in scuola – insedierà dal prossimo anno scolastico 2023/24 la Casa della sostenibilità, dove ogni anno 500 studenti vivranno per brevi periodi formandosi su temi urbanistici, economici ed energetici tipici dell’arco alpino e non solo. «Quanto a noi – spiega Mattia Ciocco – recentemente abbiamo preso contatto con la Supsi di Manno e con la Scuola universitaria professionale dei Grigioni a Coira proponendoci come sede di qualche loro modulo formativo. Un vantaggio per Mesocco è quello di essere facilmente raggiungibile grazie all’autostrada e di trovarsi sull’asse di transito a cavallo di due regioni linguistiche confinanti che proprio qui potrebbero incentivare la loro collaborazione». Il riscontro non si è fatto attendere, tanto che «è stato creato un gruppo di lavoro e prossimamente si svolgerà un workshop con i vari attori. Sarà l’occasione per mettere sul tavolo i nostri atout. Assicuriamo spazi di qualità e alloggi, confidando che suscitino interesse». Per gli alloggi, oltre all’ex stazione si pensa anche all’attuale palazzo comunale, che una volta uscita l’Amministrazione potrebbe ridiventare ciò che era un tempo, ossia l’Hotel de la Poste.
Quindi l’antico castello con la sue mura parzialmente diroccate, la chiesa di San Carpoforo di cui rimangono solo il campanile e le pareti perimetrali, e la vicina chiesa di Santa Maria famosa per i pregiati affreschi e soffitti decorati: «Purtroppo si ha l’impressione di avere sotto gli occhi autentici gioielli un po’ dimenticati o sottovalutati, sicuramente poco conosciuti da una gran parte di popolazione e turisti. Quasi una terra di nessuno. Anche in questo ambito – annota il sindaco – desideriamo incentivare la promozione culturale e turistica con iniziative che stiamo abbozzando in ambito didattico e culturale, legandole anche in questo caso alla rivitalizzazione dell’ex stazione. Con un apposito percorso intendiamo ‘avvicinare’ il castello al paese. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un nuovo volto di Mesocco, andando oltre al cliché del paese di altavalle che si spopola perché non ha nulla. Al contrario, ha proprio tutto quanto un villaggio necessita per accogliere turisti e nuove famiglie, a partire dai tre ordini di scuole per bambini e ragazzi, fino al fantastico territorio che raggiunge il Passo di San Bernardino».
Non manca infine una valutazione sull’ampio comprensorio dell’alta Mesolcina. A questo riguardo, a titolo personale, il sindaco non ha dubbi: «Spero non troppo in là nel tempo, confido che il tema dell’aggregazione con Soazza e Lostallo sia ripreso e approfondito. Sono convinto che un’unione a tre porterebbe vantaggi nell’ottimizzare il servizio pubblico e utilizzare le risorse. Cito ad esempio l’azienda forestale e quella elettrica». In passato non aveva fatto breccia in Mesolcina un’aggregazione in uno o due soli Comuni, riducendo il progetto al solo matrimonio di Grono con Leggia e Verdabbio. «Ma con me si sfondano porte aperte», conclude Mattia Ciocco.