Il sindaco Mattia Ciocco ritiene che il Comune mesolcinese possa ancora crescere, diventando ‘un luogo ancora più attrattivo dove vivere e lavorare’
Un ponte tibetano e un parco solare alpino. A circa un anno dall’entrata in carica del nuovo esecutivo rinnovato per quattro quinti, Mesocco vuole continuare a crescere, migliorando e valorizzando quanto offre il territorio. Come? «Un tassello fondamentale è sicuramente il rilancio di San Bernardino, ma stiamo portando avanti molti altri progetti che porteranno benefici a tutto il comune», afferma a ‘laRegione’ il sindaco Mattia Ciocco. «Siamo tutti molto motivati e crediamo che Mesocco possa diventare un luogo ancora più attrattivo dove vivere e lavorare».
Partiamo dalla questione energetica, e in particolare dei cosiddetti parchi solari alpini che negli ultimi mesi hanno fatto parecchio discutere anche in Ticino: nel frattempo il Consiglio di Stato ha approvato la domanda di costruzione preliminare solo per il progetto da quasi 40 milioni di franchi previsto sulle pendici del Tamaro dell’imprenditore Rocco Cattaneo. Domanda che è invece stata respinta sia per l’impianto fotovoltaico a Pian Nara promossa da Società elettrica sopracenerina e Azienda elettrica ticinese, sia per quello a Bosco Gurin promosso dall’imprenditore Giovanni Frapolli. Ricordiamo che si tratta di impianti di grandi dimensioni: per ricevere dalla Confederazione sussidi fino al 60% dell’investimento devono produrre almeno 10 gigawattora all’anno o 500 kilowattora nel semestre invernale, ma la domanda deve essere depositata entro la fine del 2025.
Condizioni che hanno dunque dato slancio a progetti di questo tipo, anche a Mesocco e più precisamente a San Bernardino. «Dalle analisi svolte dal Cantone è emerso che la zona di Confin sarebbe molto interessante per un parco solare alpino», spiega Ciocco. «La zona degli impianti di risalita è quella più adatta, visto che è già antropizzata, vi sono già infrastrutture elettriche e non è visibile dal villaggio». Valutazioni – che coinvolgono il Comune, il gestore degli impianti e il Patriziato – sono in corso e «si è già fatto avanti un investitore, ovvero un’importante azienda svizzera del settore energetico». L’ultima parola l’avranno in ogni caso eventualmente i cittadini, ai quali si sottoporrà la proposta. Se tuttavia l’impianto non dovesse entrare in funzione entro la fine del 2025, il sindaco è fiducioso sul fatto che «la Confederazione potrebbe mettere a disposizione un ulteriore pacchetto di aiuti in questo ambito, visto che si vuole garantire un approvvigionamento elettrico sicuro e sostenibile in particolare nella stagione fredda, quando i consumi sono maggiori». In questo contesto il Comune mesolcinese intende inoltre «realizzare due centraline sull’acquedotto di San Bernardino».
Per un comune in crescita come Mesocco – nell’ultimo anno la popolazione è aumentata di 60 unità, raggiungendo quota 1’424 (l’11% in più rispetto a dieci anni fa) – è quindi essenziale garantire un approvvigionamento energetico sicuro, ma anche servizi adeguati: «Il rilancio di San Bernardino portato avanti dall’imprenditore Stefano Artioli porterà sicuramente ulteriori posti di lavoro», sottolinea Ciocco. In questo contesto vi è quindi la volontà di «garantire la possibilità di vivere a Mesocco (dove si trovano abitazioni e terreni a prezzi interessanti) e lavorare a San Bernardino, rendendo così il comune ancora più attrattivo per le famiglie». Famiglie per le quali è essenziale una buona offerta scolastica: «L’istruzione è garantita dai tre ai sedici anni (pre-asilo, scuole dell’infanzia, elementari e secondarie)». Tuttavia, lo spazio si sta esaurendo. Di conseguenza «è previsto un rinnovamento e un ampliamento delle infrastrutture scolastiche, così come un rafforzamento della collaborazione con Soazza che già oggi accoglie una classe delle Elementari».
E per quanto riguarda la formazione terziaria? «Lo scorso luglio è stato aperto il ‘laboratorio vivente’ San Bernardino Lab», nel quale collaborano l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni, la Scuola universitaria professionale dei Grigioni, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, l’associazione Paradisea e i Comuni di Mesocco, Rheinwald, Soazza e Sufers. «Si tratta di un primo passo e l’auspicio è che l’offerta in ambito di formazione terziaria possa svilupparsi ulteriormente». Infatti, questo laboratorio è concepito come un centro di informazione e competenza cui rivolgersi nell’ottica di favorire uno sviluppo sostenibile nello spazio alpino a lungo termine, grazie a una collaborazione tra studenti e attori pubblici e privati presenti nei territori a sud (la Mesolcina) e a nord (il Rheinwald) del Passo. Un progetto molto simile alla Casa della sostenibilità (antenna dell’Università della Svizzera italiana che sarà aperta prossimamente) ad Airolo, dove studenti vivranno per brevi periodi formandosi su temi urbanistici, economici ed energetici tipici dell’arco alpino.
Restando in ambito di servizi, «il paese di Mesocco offre tutto il necessario e supporta in modo ideale i visitatori e gli abitanti di San Bernardino», rileva il sindaco. «Ad esempio dallo scorso aprile è in funzione un ulteriore servizio essenziale quale la farmacia». Ma in quest’ambito si può ancora migliorare: «Si sta ancora valutando la realizzazione di un piccolo centro medico, dove concentrare tutti i servizi legati all’ambito sanitario». In questo contesto rientra anche la richiesta di stanziare un’ambulanza in alta valle, «almeno nei periodi di alta stagione quando vi è una forte affluenza di visitatori, incrementata ulteriormente dopo la riapertura degli impianti di Confin: gli infortuni sportivi purtroppo accadono praticamente giornalmente, senza dimenticare che la semiautostrada A13 è molto trafficata. Traffico che aumenta il rischio di incidenti, anche gravi o letali». Insomma, il sindaco ribadisce ancora una volta che «una sede del servizio ambulanza per l'alta Mesolcina è ormai diventato imprescindibile, anche se le autorità preposte non sembrano averlo ancora compreso».
Il turismo è dunque un settore su cui Mesocco punta molto e anche in questo settore si vuole fare di più, affiancando altre offerte al rilancio di San Bernardino. Ad esempio «valorizzando l’area del castello», precisa Ciocco. E più precisamente con «un ponte sospeso di 400 metri tra il castello e la zona della cascata del Rizéu che attraversa la gola della Moesa». L’investimento sarà importante (si parla di una cifra oltre il milione di franchi), ma «gli studi effettuati hanno evidenziato che questa attrazione permetterà di generare ricadute importanti sul territorio, in particolare a livello turistico: grazie anche alla presenza della A13 vi è un grandissimo potenziale di visitatori». Per quanto riguarda la tempistica l’auspicio è quello di «creare le necessarie basi pianificatorie entro la fine di quest’anno per poi partire con la fase di progettazione». Il ponte tibetano si inserisce inoltre in un progetto più ampio che prevede la realizzazione di «un percorso didattico, volto a valorizzare i luoghi d’interesse del comune, in particolare il castello». Progetto al quale «intende collaborare anche Soazza, visto che il ponte fungerà anche da collegamento tra due comuni».