Mendrisiotto

Uno scippo e poche rapine, ma più sfratti e atti giudiziari

La sicurezza tiene nella Regione I di Polizia nel Sud del Mendrisiotto. A mettere a dura prova i cittadini sono le difficoltà effetto della pandemia

Gli occhi che vigilano sono tanti
(Ti-Press)
18 maggio 2022
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I cittadini del Basso Mendrisiotto possono sentirsi al sicuro: vigilati e videosorvegliati. Mentre a livello cantonale e distrettuale la statistica 2021 dei reati segna un aumento, nel comprensorio della Polizia comunale di Chiasso si tiene la situazione sotto controllo. Con una sessantina di furti con scasso, sette rapine e un solo scippo in un anno, ci si può permettere di parlare di "numero esiguo". «Là dove la popolazione è più sensibile, la problematica risulta essere molto contenuta», il comandante Nicolas Poncini pesa le parole ma rimarca quello che è un dato di fatto. Il punto semmai è un altro. «La nostra priorità oggi – annota il comandante – è quella di consolidare gli effettivi del Corpo. L’obiettivo? Conservare e implementare i nostri servizi, che vanno al di là dei compiti assegnati a una Polizia polo». Dove si vuole andare a parare? Per dirla con tutta chiarezza, «per noi – ribadisce – sono importanti l’attività svolta con i giovani e la repressione dei traffici e li vogliamo mantenere».

Fotografia di un comprensorio

I numeri messi in fila nel rapporto della Regione I di Polizia restituiscono una fotografia di un territorio sul quale l’anno scorso si è litigato e si è venuti alle mani meno del solito, anche se c’è chi ha procurato qualche schiamazzo in più. In questo stesso microcosmo ci si è dovuti occupare meno di abitanti problematici – gli echi di una via Odescalchi socialmente ‘difficile’ sono lontani –, ma si sono archiviati più sfratti e si è recapitato un maggior numero di atti giudiziari e si sono registrati più di 200 sequestri di targhe (eseguiti nel 32 per cento dei casi); senza contare i cosiddetti accompagnamenti forzati (le richieste sono state 277). Segno, con tutta probabilità, degli strascichi finanziari della pandemia da Covid-19. In ripresa pure gli interventi legati alla presenza di richiedenti l’asilo. Settore della migrazione che viene "influenzato in massima parte dall’attività legata al Centro federale d’asilo di Pasture".

Più telecamere, e i casi impennano

Di sicuro gli agenti – 24 quelli operativi 24 ore su 24 – non hanno perso di vista la realtà locale. Nonostante le difficoltà legate alla crisi sanitaria – che non ha risparmiato il personale del Corpo –, in effetti, «l’attività è sempre stata garantita», tiene a ricordare Sonia Colombo-Regazzoni, a capo del dicastero Sicurezza pubblica. Un’attenzione, quella della Polizia, resa tangibile anche grazie all’aiuto degli occhi elettronici che si sono moltiplicati (passando da 86 a 120). Un sistema di videosorveglianza potenziato ed esteso ai Comuni convenzionati che ha dato i suoi frutti: oltre 500 i casi rilevati, tra reati amministrativi e penali. Un centinaio di questi, si fa sapere, è stato portato all’attenzione della Polizia cantonale.

È lotta alla prostituzione illegale

Nel comprensorio, del resto, si è deciso di alzare le antenne sui fronti più sensibili. Una scelta che, ad esempio, ha portato la Polizia Regione I, come annunciato da Poncini, ad aderire alla strategia cantonale di lotta alla prostituzione illegale. «Abbiamo istituito un gruppo che collaborerà con la Sezione tratta e sfruttamento esseri umani (Teseu) – spiega il comandante –. Abbiamo formato gli agenti, che diverranno operativi proprio quest’anno. Ciò permetterà di monitorare un fenomeno sempre esistito, in particolare a Chiasso».

Giovani e disagi, ‘c’è un mondo’

C’è, però, un altro ambito che sta a cuore in modo particolare alla Polizia cittadina, quello giovanile. Da vent’anni, infatti, come ricorda Poncini, è presente sul territorio la figura dell’agente di contatto. Si tratta del Gruppo visione giovani, prezioso nella risoluzione dei problemi e in rete con Polizia cantonale, enti e scuole. Mauro Mantovani conosce da vicino l’universo dei ragazzi alle prese con le asperità della vita. Casi di bullismo, giovani che non trovano lavoro e dipendenze. Fermandosi alle nude cifre si nota una "sostanziale stabilità" quanto a disagio giovanile e consumo e spaccio di stupefacenti – anche se nel 2022 viene segnalata già "un’inversione di tendenza con un significativo aumento dei casi" –, ma dietro c’è ben altro.

«Ci troviamo confrontati – illustra Mantovani – con la realtà del via vai dei consumatori da palazzi dove si spacciano cocaina ed eroina. Ma soprattutto con diciottenni o ventenni che vedono nella vendita della marijuana una fonte di guadagno: siamo arrivati a sequestrare sino 13mila franchi».

Spunta il fenomeno dello sballo da farmaci

Ciò che ciò più ha messo sul chi va là chi opera in questo campo è un fenomeno nuovo apparso anche all’orizzonte locale. «Abbiamo intercettato l’esistenza di un problema legato al consumo di farmaci prescritti solo dietro ricetta medica che ci ha fatto scoprire un mondo a sé – informa Mantovani –. In tal senso abbiamo avviato e chiuso un paio di inchieste che sembrano la punta dell’iceberg». Quanto basta, conferma, per voler approfondire il problema.

Gli agenti si sono trovati di fronte ragazzi, anche minorenni, che cercano lo sballo con ansiolitici, analgesici o sciroppi per la tosse mischiati a cocaina, hascisc e alcol. «Come se li procurano? Grazie a ricette prescritte a persone in cura per delle dipendenze, che poi rivendono le prescrizioni, oppure su internet o grazie a farmacie estere compiacenti. Di fatto esiste un piccolo giro di questi medicamenti». Una realtà sulla quale si ha tutta l’intenzione di vederci chiaro. «In effetti – ribadisce Mantovani –, continueremo a monitorare il fenomeno».

Più radar in nome della sicurezza

Saranno, invece, i cittadini a dover fare di nuovo i conti con i radar. Già l’anno scorso le verifiche su punti più sensibili della rete stradale sono un po’ lievitati – in totale sono stati 165 – a fronte di 400 controlli stradali. Globalmente le contravvenzioni staccate nel 2021 sono state 9’324, divise tra questioni di parcheggio e infrazioni. «La presenza dei radar è coordinata a livello cantonale. In ogni caso – sgombra il campo il comandante Poncini –, non lo si fa, come taluni lamentano, per aumentare le entrate pubbliche. Ne va della sicurezza in generale». Gli automobilisti sono avvisati.