Culture

Il Bally Heleneum Lab si presenta

Aprirà tra un anno, partendo dagli archivi dell’azienda, sarà un luogo di esposizioni e incontri sul futuro sostenibile, ha spiegato il Ceo Girotto

16 novembre 2021
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A settembre 2022 aprirà il Bally Heleneum Lab: lo storico edificio, rimasto sostanzialmente chiuso dopo il trasferimento del Museo delle culture a Villa Malpensata, tornerà quindi a ospitare un museo, anche se in realtà il progetto per Villa Heleneum presentato ieri in conferenza stampa non riguarda soltanto l’attività espositiva ma si parla di un laboratorio di idee, di un “hub” dedicato ad arte, moda, design, sostenibilità e innovazione.

Questo a grandi linee: i dettagli saranno svelati nei prossimi mesi ma era importante – anche in risposta ad alcune critiche emerse sulle modalità con cui è stato selezionato il progetto per Villa Heleneum – iniziare a raccontare che cosa accadrà alla villa.

Iniziamo dalle questioni formali: dopo una ‘call for interest’ dalla quale non era emerso nulla di fattibile, ha ricordato il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, si sono fatti avanti tre progetti che sono stati attentamente esaminati, valutando anche le ricadute non solo economiche e finanziarie, ma anche «sociali, tecnologici, culturali». Alla fine il progetto migliore è risultato quello della Fondazione Bally, scelto – ha sottolineato il sindaco Michele Foletti – all’unanimità dal Municipio all’unanimità: tra i punti di forza citati, la qualità culturale della proposta, l’attrattività anche a livello turistico e la possibilità di collaborare con altre istituzioni presenti come Usi e Lac. Restando sugli aspetti pratici: la fondazione entrerà in possesso degli spazi il prossimo primo gennaio; il contratto ha la durata di cinque anni e sarà rinnovabile due volte per altri cinque per un totale di quindici anni; sono previsti investimenti da parte della fondazione per adeguare gli spazi della villa e un affitto che, a regime, sarà di 150mila franchi l’anno. Negli spazi della villa sarà realizzata una caffetteria aperta a tutti e accessibile sarà anche il parco della villa.

Veniamo ai contenuti di questo ‘Bally Heleneum Lab’, iniziando chiarendo subito che non si tratta di un progetto della storica azienda di moda, ma della collegata Fondazione Bally per la cultura che dal 2006 sostiene artisti attivi in Ticino. Alla base del progetto vi è comunque la ricca collezione storica dell’azienda (fondata nel 1851, centosettant’anni fa) sulla quale saranno costruiti i singoli progetti.

«Non posso svelare molto, prometto però che ogni tappa verrà condivisa con l’opinione pubblica» ha spiegato Nicolas Girotto, Ceo di Bally e presidente del consiglio di fondazione. L’apertura degli spazi è prevista come detto a settembre: ci sono circa nove mesi durante i quali la fondazione inizierà a lavorare su quelle collaborazioni alle quali si accennava: «Insieme all’Università della Svizzera italiana svilupperemo l’esposizione digitale e sempre insieme all’Usi stiamo preparando le basi per un indirizzo accademico che culminerà con un PhD; con LacEdu invece inizieranno i lavori per i laboratori didattivi e l’incontro con il mondo scolastico».

«Bally porta in dote il proprio archivio che raccoglie la storia, lo sviluppo artistico, estetico, tecnologico e creativo dei primi 170 anni del marchio Bally, 170 anni di storia della moda, di storia dell’innovazione industriale, ma anche di innovazione sociale, di storia di collaborazione con il mondo dell’arte» ha elencato Girotto con orgoglio, aggiungendo poi «la raccolta degli artefatti che raccontano cinquemila anni di storia dell’ingegnosità dell’artigianato». Questa sarà «la fonte per appassionate discussioni rivolte al futuro, allo sviluppo tecnologico, allo sviluppo sostenibile, alle visione e alle sfide dell’industria di domani».

Villa Heleneum è in una splendida posizione sul lago, ma un po’ isolata. Non rischia di essere un problema? «È un aspetto che abbiamo valutato: penso che la bellezza di questo bene superi i limiti» ha risposto Girotto. Su questo tema, il sindaco Foletti ha aggiunto ricordando la nuova rotta della società di navigazione che dovrebbe meglio servire la villa, mentre il vicesindaco Badaracco ha sottolineato le differenze tra il progetto del Bally Heleneum Lab e un museo come quello delle culture effettivamente penalizzato dalla posizione periferica.