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Bellinzona: il Consiglio comunale corregga la decisione dei direttori scolastici di sospendere l’organizzazione delle settimane bianche

Ronald David
(Ti-Press)

La ‘Regione’ del 18 ottobre riporta la decisione dei direttori dell’Istituto scolastico comunale di Bellinzona di abolire la settimana bianca per gli allievi delle scuole elementari. Decisione prontamente avallata dal Municipio cittadino. Alla base di questa decisione motivi economici (la settimana bianca per tutte le Elementari cittadine ha un costo di circa 80’000 franchi annui) e motivi didattici, in quanto secondo i direttori scolastici la pratica dello sci non è più così in voga come in passato.

Su questa decisione vi sono parecchie cose da (ri)dire, a cominciare dal fatto che se, di fronte a delle difficoltà finanziarie, il primo passo della Città è (ancora) quello di tagliare le risorse sulla scuola le speranze per il futuro si affievoliscono parecchio. Di fronte a delle difficoltà finanziarie sarebbe sicuramente preferibile tagliare spese superflue e non imprescindibili, come ad esempio il contributo a fondo perso di mezzo milione (equivalente di 6 anni di settimana bianca) a favore di una Società Anonima per la costruzione della nuova casa dell’Hcap.

Chi scrive si trova anche in difficoltà emotiva rispetto a questo aspetto, essendo nato e cresciuto sulle gradinate della vecchia Valascia e avendo, come si diceva una volta, l’Ambrì nel cuore. Ma un politico maturo deve decidere con raziocinio e non con la pancia. Così come dai direttori delle scuole ci si aspetta che decidano nell’interesse delle future generazioni. Considerando pertanto l’importanza dell’esperienza di socializzazione e d’indipendenza che le settimane bianche hanno offerto negli ultimi decenni a tutti i bellinzonesi ed evitando di concentrarsi sulle difficoltà nell’organizzare questi momenti dal punto di vista amministrativo e burocratico, che sembrano essere le vere motivazioni di questa scelta.

Infine tra gli argomenti portati dai direttori, vi è il fatto che sempre meno famiglie praticano sport invernali sulla neve. Togliendo questa ulteriore occasione di cimentarsi con questi sport il futuro rischia di essere poco roseo anche per le poche (e ampiamente foraggiate con denaro pubblico) stazioni invernali ticinesi. Insomma, un autogol a 360 gradi da parte di Municipio e direttori, che il Consiglio comunale ha il dovere di correggere per garantire ai nostri figli un’importante esperienza di vita.

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