Pubbliredazionale

Conflitto Israele-Hamas

Nuovo stress test per supply chain e logistica

28 novembre 2023
|

Oltre alla crisi umanitaria, il conflitto in corso tra Israele e Hamas ha implicazioni di vasta portata sulla supply chain globale e la logistica.
Il contesto internazionale sempre più complesso accentua la necessità per le aziende di dotarsi di catene di approvvigionamento più resilienti e agili.

Israele è un attore importante nella fornitura globale di semiconduttori nonché importatore ed esportatore sia di circuiti integrati presenti nell’elettronica di consumo e nelle apparecchiature mediche, come pure di prodotti che utilizzano tali circuiti integrati, ad esempio le apparecchiature di trasmissione e gli strumenti medici e di misura. Il Paese è anche un hub per i prodotti farmaceutici, lo sviluppo di software, la formazione di talenti ingegneristici e per le capacità dei suoi call center. Il conflitto in atto con Hamas, oltre a essere una nuova catastrofe umanitaria, ha introdotto nuove sfide e incertezze nelle catene di fornitura globale e nella logistica.
Il conflitto e la sua potenziale escalation stanno dominando il dibattito pubblico, in particolare negli altri Paesi del Medio Oriente, una regione di importanza strategica sia per quanto riguarda le risorse energetiche (petrolio, idrocarburi) e altre importanti materie prime o prodotti finiti, sia per i rischi connessi al trasporto poiché in prossimità di rotte commerciali cruciali. L’espansione delle ostilità al di là dei confini di Israele potrebbe infatti generare rischi per due punti di strozzatura vitali per il trasporto marittimo: il Canale di Suez, nodo strategico per i traffici commerciali, e lo Stretto di Hormuz, principale arteria per il trasporto di petrolio e di gas. Non senza dimenticare lo Stretto di Babel-Mandeb, situato tra le coste occidentali dello Yemen e il Corno d’Africa, ancora più strategico per l’Europa in termini di import di petrolio. L’inasprimento del conflitto in questa direzione avrebbe effetti a catena sulla supply chain e la logistica globale, tra cui colli di bottiglia, l’adozione di nuove rotte commerciali, l’aumento delle tariffe di trasporto e dei tempi di consegna, ma anche l’aumento dei prezzi di diverse materie prime agricole regolarmente scambiate tra Europa e Asia.
Il prolungarsi delle tensioni e il coinvolgimento delle principali potenze regionali potrebbe accelerare ulteriormente il riallineamento di varie alleanze globali (leggi: deglobalizzazione) e creare nuove divisioni. A breve termine questo potrebbe portare anche a modifiche della legislazione commerciale e delle procedure doganali nonché, da parte di determinati governi, all’introduzione di nuove sanzioni o restrizioni al commercio con le parti coinvolte, andando a complicare ulteriormente il quadro in cui operano le aziende. Al momento di scrivere questo articolo alcuni governi avevano già dato segnali di andare in questa direzione.
Il conflitto ha certamente e nuovamente evidenziato l’importanza di diversificare le catene di fornitura, riducendo il rischio associato alla dipendenza da singoli attori o Paesi. Un processo, questo, già rivalutato e avviato a seguito della pandemia e della guerra in Ucraina.
In un contesto in continuo mutamento e dove entrano in gioco diversi fattori a loro volta mutuamente influenzanti, la chiave per costruire una vera resilienza della catena di fornitura passa però anche da una migliore visibilità della stessa, ovvero da una mappatura dei propri fornitori e dei loro stabilimenti produttivi, dei percorsi logistici utilizzati e delle varie interrelazioni all’interno della supply chain. Il tutto coadiuvato da processi di valutazione e gestione del rischio.
Tale istantanea delle proprie operazioni (definita visibilità statica), non è però sufficiente: occorre anche analizzare di approvvigionamento in tempo reale, rivalutando sì i livelli ottimali di inventario attraverso la gestione di scorte di sicurezza per materie prime e prodotti critici, ma eseguendo anche simulazioni, volte a identificare i punti deboli nel panorama dei fornitori e dell’intera catena e andando ad affrontare i problemi prima che questi si verifichino realmente (visibilità dinamica).
Di fondamentale importanza è da un lato la creazione di partnership collaborative con fornitori, produttori, distributori e fornitori di servizi logistici e dall’altro l’investimento in tecnologie di dati e analisi, che integrino anche il monitoraggio e la gestione di variabili quali tassi di cambio, disordini d’ordine politico o sociale, condizioni meteorologiche estreme, nuovi requisiti normativi (ad esempio in materia di sostenibilità) o nuovi controlli delle esportazioni, che potrebbero incidere su produzione, conformità dei prodotti, ritardo nelle spedizioni, ma anche sulla propria reputazione.
In un mercato in cui le regole del gioco cambiano rapidamente ed è progressivamente più competitivo, non è più sufficiente giocare in difesa, resistendo alle avversità, ma diventa fondamentale giocare d’attacco, prevedendo e anticipando rischi e opportunità per poi prendere decisioni rapide. Nel nuovo gergo si parla di “dominare la volatilità con gli analytics” integrando strumenti come l’Internet delle cose (IoT), l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico (machine learning, ML). Solo con una visibilità statica e dinamica della propria catena di approvvigionamento si possono prendere decisioni informate e dotarsi della flessibilità necessaria per far fronte a problematicità agendo rapidamente in termini di approvvigionamento, produzione, stoccaggio e logistica. In sostanza: diventare più resilienti. E competitivi.

Nuova catena di fornitura in tempo record

L’azienda ticinese Sandro Vanini SA, specializzata nella produzione di mostarde e delizie alla frutta, è un buon esempio di come Switzerland Global Enterprise (S-GE) sostiene le aziende svizzere nelle loro attività internazionali. Nell’intervista la sua Managing Director, Beatrice Fasana, – che dalla primavera del 2023 fa anche parte del Consiglio di amministrazione di S-GE – parla della collaborazione con l'organizzazione.


Beatrice Fasana, Sandro Vanini SA

Quando siete entrati in contatto con S-GE la prima volta?

Nel 2017, quando cercavamo urgentemente un nuovo fornitore di fichi poiché i nostri consueti fornitori erano stati in grado di consegnarci solo un terzo delle 300 tonnellate da noi richieste.
A causa degli sbalzi climatici, infatti, il 2017 è stato un anno molto negativo per i coltivatori di fichi nell’emisfero settentrionale. Switzerland Global Enterprise ci ha supportato nella ricerca di nuovi produttori. Insieme a S-GE ci siamo subito concentrati sul Sud America, perché lì il periodo di maturazione è ritardato di qualche mese. Abbiamo quindi selezionato il Brasile e per saperne di più sul Paese, che tra l’altro è il più grande produttore di fichi del Sud America, ci siamo chiaramente sempre affidati a S-GE.

Concretamente, in che modo vi ha supportato S-GE?

S-GE e lo Swiss Business Hub in Brasile –antenna locale dell’organizzazione – hanno prontamente organizzato per noi un viaggio nel centro della coltivazione brasiliana del fico. Durante questo viaggio conoscitivo, nella primavera del 2017, siamo stati accompagnati sul posto in modo professionale non solo da rappresentanti dello Swiss Business Hub brasiliano, ma anche da collaboratori governativi, agronomi ed esperti nella lavorazione locale dei fichi.

Quali esiti ha avuto il viaggio?

Grazie al supporto e ai servizi offerti da S-GE, dopo aver visitato sette aziende agricole, abbiamo trovato il distributore giusto al quale abbiamo affidato acquisto e ogni aspetto logistico.
Questo ci ha permesso di creare una seconda filiera in Brasile, tutt’oggi esistente: ogni anno acquistiamo almeno uno o due container di fichi dal nostro partner brasiliano.

Cosa consiglierebbe alle aziende svizzere che desiderano affacciarsi all’estero?

È importante che un’azienda sia ben informata sulle caratteristiche specifiche di ogni mercato e sulle sue particolari esigenze. Ciò vale sia per la ricerca di nuovi mercati di esportazione sia per l’approvvigionamento. S-GE vanta in tal senso una forte presenza internazionale in termini di Paesi e mercati esteri.

Come valuta i servizi di S-GE?

Oggi S-GE e i suoi Swiss Business Hub ci supportano nell'approvvigionamento e nell'apertura di nuovi mercati I suoi servizi di sourcing sono davvero ottimi e valgono la spesa. In passato, ho apprezzato l’eccellente reattività, la buona preparazione e la qualità delle interazioni che abbiamo ricevuto, nonché la professionalità dello Swiss Business Hub in Brasile che si è occupato di noi in modo eccellente.
Switzerland Global Enterprise ci ha letteralmente salvato nel 2017, chissà se un giorno dovrà farlo di nuovo.

S-GE vi supporta all'estero. https://www.s-ge.com