Sul Piano di Magadino si è svolto il primo progetto d’interconnessione su larga scala in Ticino che ha portato notevoli risultati
Le siepi naturali formate da diverse specie di arbusti indigeni (come ad esempio Biancospino, Sambuco, Rosa Canina e Prugnolo) sono tra gli elementi con maggior valore ecologico in ambiente agricolo. Queste strutture possono essere utilizzate da parte di uccelli, mammiferi, anfibi e rettili come rifugio, come ambiente di caccia oppure come corridoio di collegamento per spostarsi, rimanendo al riparo dai predatori. Siepi ecologicamente pregiate e ben mantenute sono quindi preziose per favorire non solo la disponibilità di cibo e rifugi per la fauna ma pure per l’interconnessione degli habitat naturali.
Una delle misure promosse dal progetto di Interconnessione del Piano di Magadino per favorire la biodiversità in ambiente agricolo è proprio la piantumazione di siepi naturali: nell’arco di 20 anni sono stati messi a dimora quasi due chilometri di siepi. Con l’obiettivo di verificare quanto la fauna gradisce queste strutture, nel 2024 il comitato di ASCEI (l’associazione che riunisce tutti gli agricoltori che aderiscono al Progetto di Interconnessione sul Piano di Magadino) ha promosso un piccolo monitoraggio.
L’indagine è avvenuta mediante l’utilizzo di fotobox, delle particolari fototrappole create appositamente per il censimento della piccola fauna. Una scatola con un lato aperto all’interno della quale viene posata una macchina fotografica dotata di sensore di movimento. Si tratta di una tecnica di monitoraggio non invasiva: l’animale, passando davanti al contenitore, viene immortalato in una foto senza flash – uno strumento eccezionale per un’osservazione priva di disturbo.
Nell’arco dell’estate sono state indagate le siepi di cinque aziende, con un minimo di due fotobox ciascuna, attive per un periodo compreso tra una settimana e un mese.
Sono state censite ben 17 specie animali (11 mammiferi, 2 rettili e 4 uccelli). Oltre a volpi, tassi, faine, ghiri, topi selvatici, scoiattoli, cinciallegre, merli e pettirossi, degna di menzione è senz’altro la presenza di cinque specie iscritte nella Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione: la Crocidura minore, la Crocidura ventre bianco, il Ratto nero, il Biacco e la Natrice dal collare. Altre due specie censite, il Riccio e l’Averla piccola, sono considerate come potenzialmente minacciate.
La presenza di specie minacciate o potenzialmente tali è un segnale incoraggiante che premia l’impegno degli agricoltori. Avere delle siepi comporta, oltre a un notevole lavoro di gestione, una perdita di superficie produttiva che è solo in parte compensata dai pagamenti diretti. Le osservazioni raccolte confermano però il grande valore di queste strutture, pertanto la loro conservazione e gestione corretta ed eventuali nuove piantumazioni di arbusti sono essenziali per la salvaguardia della biodiversità.
Nel Cantone Ticino sono attivi 18 progetti di interconnessione. Nato nel 2003, quello del Piano di Magadino è stato il primo realizzato su grande scala a livello cantonale e ha quindi assunto un importante ruolo pioniere.
Lo scopo principale di questi progetti è quello di migliorare l’infrastruttura ecologica e favorire la biodiversità in ambiente agricolo. Naturalmente il ruolo degli agricoltori è centrale e solo grazie alla loro collaborazione è possibile migliorare la qualità e la continuità degli habitat naturali nel paesaggio agricolo. Altri importanti attori sono l’Ufficio della Natura e del Paesaggio e la Sezione dell’Agricoltura che stabiliscono i criteri dei progetti, forniscono i finanziamenti e coordinano gli interventi. I progetti sono sostenuti pure da ONG, associazioni e fondazioni private. Inizialmente il progetto di interconnessione del Piano di Magadino è stato fortemente voluto e sostenuto da WWF, negli anni numerosi altri sponsor hanno contribuito al progetto e oggi il partner e principale promotore è il Parco del Piano di Magadino.
Nonostante la partecipazione al progetto avvenga su base volontaria, la maggior parte degli agricoltori operativi sul Piano di Magadino ha deciso di aderirvi. Oggi al progetto partecipano una quarantina di aziende che gestiscono poco più di 1’000 ettari sul Piano di Magadino, di cui quasi 200 ettari a favore della biodiversità (Superfici per la Promozione della Biodiversità (SPB) situate sul reticolo ecologico).
Per maggiori informazioni sul progetto di interconnessione sul Piano di Magadino:
www.interconnessione-piano-magadino.ch.
… Una siepe per tutti!
Le siepi sono strutture importanti per favorire la biodiversità non solo in ambiente agricolo ma pure in zone urbane o periurbane. Vi sono però alcuni aspetti da considerare affinché una siepe possa essere ecologicamente interessante per la fauna. Ecco quindi qualche spunto che permetterà la creazione di una siepe funzionale, capace di sostenere alcune specie anche negli ambienti più antropici!
• Evitare siepi monospecifiche (lauroceraso, tuia, …) e prediligere siepi formate da diverse specie di arbusti indigeni (ad esempio rosa canina, prugnolo, olivello spinoso, sambuco, …). Particolarmente interessanti per la piccola fauna sono gli arbusti spinosi o che producono molti semi/frutti.
• Non sfalciare l’erba sotto la siepe ma lasciare una fascia erbosa alla base. Questo da un lato evita di ferire animali che potrebbero trovarsi nella siepe (ad esempio i ricci), ma soprattutto permette il mantenimento di una copertura vegetale apprezzata dalle specie più elusive.
• Tagliare la siepe solo una volta all’anno, durante il periodo invernale evitando quindi il periodo di nidificazione degli uccelli. Sarebbe ideale gestire solamente 1/3 della siepe ogni anno, a rotazione.
• Per rendere la siepe ancora più attrattiva si possono creare dei rifugi, ad esempio accatastando puntualmente una parte dei rami potati oppure creando un mucchio di sassi.