Il tema è di sicura attualità: inquinamento, consumo di energia e quindi conseguenti misure per il risparmio energetico.
Anzitutto per le imprese attive nel comparto del verde. Le cifre comparative sul consumo di energia, presentano infatti grosse differenze in particolare tra le singole aziende produttrici di piante ornamentali.
Per aiutare i propri membri in questo ambito, JardinSuisse Ticino ha redatto delle linee direttive volte appunto all’ottimizzazione del consumo energetico: un prezioso strumento per individuare i propri punti deboli e trovare soluzioni economiche, soprattutto in un’epoca che guarda con rinnovato interesse e impegno alla necessità di ridurre e contenere il consumo di energia, a beneficio del nostro comune ambiente.
Negli anni passati, il settore ha raggiunto obiettivi importanti riducendo le emissioni di CO2 del 35%. Tuttavia, al giorno d’oggi, la maggior parte delle serre è riscaldata ancora con combustibili fossili. In questo senso la produzione di verdura e piante ornamentali può contribuire in misura ancora maggiore alla svolta energetica e assumere il ruolo di esempio da seguire: un argomento in più per stimolare la vendita dei nostri prodotti. Grazie dunque alla strategia settoriale, entro il 2030 tutte le serre svizzere saranno riscaldate all’80% senza combustibili fossili, con l’obiettivo di raggiungere il 100% dieci anni dopo, nel 2040. Naturalmente ci saranno eccezioni, come la possibilità di continuare a utilizzarli in caso di emergenza, cioè per rispondere sia a una perdita nella generazione del carico di base, sia per la produzione di vapore destinata alla sterilizzazione del terreno. A ogni modo tra meno di vent’anni la concimazione carbonica dovrà essere effettuata con gas di scarico proveniente da sistemi che non utilizzano combustibili fossili. Una questione da affrontare immediatamente, informandosi sulle tante e diversificate tecnologie oggi a disposizione che spaziano dalla produzione termica a biomassa centralizzata, all’utilizzo delle temperature elevate attraverso il teleriscaldamento, fino all’impiego delle pompe di calore, alla geotermia e alle caldaie tradizionali a biogas.
I vettori energetici sono dunque molteplici, come appunto le tecnologie impiegate: nel caso delle biomasse parliamo di truciolato e pellet, ampiamente disponibile a livello regionale e nazionale, poi di acque sotterranee o di scarico degli impianti di depurazione, nonché il calore residuo degli impianti di rigenerazione nel caso si guardi all’impiego delle pompe di calore. Poi c’è appunto la geotermia di media profondità che sfrutta l’acqua calda (a circa 60 °C) della falda acquifera, ma, in questo caso, bisogna sottolineare sia i costi piuttosto elevati di realizzazione, sia le disponibilità territoriali che, a parte le regioni dell’Altopiano e del Giura, sono da verificare attraverso misurazioni e perforazioni di prova.
In termini economici le caldaie a pellet, truciolato, le pompe di calore e, in generale, il teleriscaldamento, si rivelano sicuramente più competitivi rispetto ai combustibili liquidi bio e soprattutto alla geotermia di media profondità.
Quello che è sicuramente importante, se non fondamentale, per la propria azienda, è sapere quali di queste fonti di energia sono disponibili nelle proprie immediate vicinanze. Un passo necessario per scongiurare poco fruttuosi investimenti, nonché eccessive e inutili spese. Per questa ragione la Confederazione e i Cantoni hanno messo a disposizione gratuita dei sistemi di geoinformazione (Sig) liberamente accessibili, dove sono indicate le differenti fonti di calore, gli impianti di produzione di biogas, di depurazione delle acque e le reti di teleriscaldamento.
Anche i Cantoni si sono messi da tempo al lavoro per accorciare i tempi e garantire adeguate conoscenze, fondamentali, in questo caso, a giardinieri, florovivaisti e più in generale alle aziende produttrici di piante ornamentali.
Per tutti vale la vicinanza a insediamenti, opere pubbliche, nonché a zone industriali e fabbriche: un enorme potenziale per lo sfruttamento di una rete di teleriscaldamento, nel caso venisse scelta quest’ultima come possibile nuovo vettore energetico.
Una soluzione certamente interessante dal punto di vista economico, ma che ha bisogno, rispetto per esempio all’uso del pellet – per il quale in Svizzera operano numerosi produttori e distributori – di una lunga fase di pianificazione e costruzione.
A ogni modo, prima di approcciare e scegliere quale possibile fonte alternativa di energia utilizzare, JardinSuisse Ticino raccomanda un’attenta e scrupolosa informazione, anche per analizzare accuratamente il rapporto costi-benefici.
Una sollecitazione che può essere approfondita attraverso vari canali online, nonché collegandosi al sito internet www.gemuese.ch/Energiestrategie o sfogliando le linee direttive energetiche di JardinSuisse Ticino tramite il seguente QR Code.