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Avvoltoi: influencer della natura

Bagni di ferro ed ecosistemi sani

Capovaccaio pileato, ha la testa ricoperta di una leggera peluria
(© Don Getty)
9 novembre 2024
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Gli influencer dei social media curano attentamente i loro feed, aumentano i loro follower e condividono le loro dritte. Ma se vi dicessimo che gli avvoltoi, a loro modo, sono gli influencer della natura, che curano ecosistemi più puliti, costruiscono le loro reti e ci insegnano come migliorare le pratiche di conservazione? Inoltre, gli avvoltoi sono gli specialisti della gestione dei rifiuti in natura; contribuiscono al ciclo dei nutrienti e riducono persino la diffusione delle malattie. In tutto il mondo esistono attualmente ben 23 specie di avvoltoi (16 tra Europa, Asia e Africa e 7 tra Nord e Sud America). Gli avvoltoi hanno in genere la testa calva e una vista eccellente, e alcuni, come l’avvoltoio collorosso, hanno anche un olfatto acuto. Sono uccelli affascinanti. Recentemente, gli avvoltoi sono stati citati in diversi rapporti del WWF e stanno ottenendo il riconoscimento che meritano in tutto il mondo. All’interno del Living Planet Report WWF 2024, parliamo anche dei “tecnici” della natura e il rapporto One Health menziona tutti gli avvoltoi e gli importanti servizi ecosistemici che svolgono. Man mano che il nostro apprezzamento cresce, speriamo di continuare a imparare e a fare spazio a questi incredibili uccelli.

Il ‘comitato’

Gli avvoltoi e le loro abitudini alimentari mantengono i luoghi più igienici. Si nutrono di carogne, cioè di animali morti da poco. Consumando rapidamente carne e frammenti di ossa prima che marciscano, gli avvoltoi aiutano a prevenire la crescita di pericolosi agenti patogeni. Spesso, se un animale di grandi dimensioni muore di notte, gli avvoltoi e altri spazzini lo ripuliscono per banchettare al mattino presto. Gli avvoltoi africani, ad esempio, consumano il 70% di tutti i mammiferi ungulati morti. Il loro stomaco ha persino il pH dell'acido della batteria, il che consente loro di sterilizzare la carcassa e l'ambiente circostante dai batteri che causano il botulismo e l'antrace. Nei luoghi in cui gli avvoltoi non vivono più, le carcasse possono impiegare fino a quattro volte più tempo per decomporsi, aumentando la possibilità di trasmissione di malattie. Molte persone non si rendono conto che questi uccelli influenzano la salute umana. In India, ad esempio, si dice che centinaia di migliaia di morti umane siano riconducibili al crollo della popolazione di avvoltoi, visto che le malattie si diffondono con più facilità. Il declino delle popolazioni di questi animali si sta verificando in tutto il mondo, uno sviluppo allarmante per tutti noi. I siti di alimentazione possono essere luoghi affollati e frenetici e spesso includono più avvoltoi e talvolta anche famiglie che si riuniscono insieme. In effetti, un gruppo collettivo di avvoltoi che si nutrono ha persino un nome: wake (veglia) o, se stanno riposando, “comitato”.

I follower degli avvoltoi

Il WWF ha recentemente investito nel monitoraggio degli spostamenti dei grifoni africani. All’interno del loro areale in Africa, i grifoni svolgono un ruolo fondamentale nel loro ecosistema, aiutando anche a individuare gli animali uccisi illegalmente dai bracconieri. Il WWF Zimbabwe ha iniziato a seguire gli avvoltoi, in modo simile a come si seguono elefanti e leoni nel Parco nazionale di Chizarira. Le informazioni ricavate dal collare degli avvoltoi serviranno a conoscere gli spostamenti e la distribuzione della fauna selvatica nella porzione dello Zimbabwe della Kavango-Zambezi Transfrontier Conservation Area (KAZA). Il collare degli avvoltoi permette ai ricercatori di tracciare i modelli di movimento e le abitudini di foraggiamento. Non solo: possiamo collegare gli avvoltoi ai movimenti dei mammiferi, visto che spesso coincidono. E infine, possiamo monitorare la salute dell’ambiente e le attività di bracconaggio. E poi sono “influencer” di bellezza. Sì, avete letto bene. Prendete il gipeto! Oltre a non essere a testa nuda come la maggior parte degli altri avvoltoi, i gipeti si trovano su pendii remoti e appollaiati su scogliere in Asia, Africa ed Europa. Gli scienziati hanno documentato alcune affascinanti applicazioni di “make-up” da parte di questi avvoltoi. Gli adulti sono noti per il loro aspetto sorprendente, soprattutto per le loro piume color ruggine brillante. È interessante notare che questo colore deriva dal fatto che si strofinano deliberatamente con terra o fango ricchi di ferro, poiché le loro piume naturali sono bianche. Insomma: il consiglio del gipeto è fare bagni di ferro.

Riecco i pettirossi!

I Pettirossi sono tornati in Ticino dalle loro regioni riproduttive e di nascita dell’Europa settentrionale. Da fine settembre i primi migratori, e ora sempre più individui, occupano i loro quartieri invernali dove resteranno fino alla fine di marzo. Nei nostri giardini vedremo verosimilmente gli stessi individui per mesi, con un po’ di fortuna li potremo osservare in ogni dettaglio.

Il Pettirosso è un piccolo uccello (13-14 cm) che si riconosce per un’ampia macchia rosso-arancio che si estende dal petto alla faccia e che comprende quasi completamente l’occhio.

I sessi sono praticamente indistinguibili alla vista. Le differenze di piumaggio fra i soggetti nati nel 2024 (giovani) e gli adulti sono ora oggetto di questa ricerca. Si vuol cercare di capire, attraverso le segnalazioni dei cittadini qual è la proporzione degli individui appartenenti alle due classi di età per zone urbane estese e medi e piccoli centri e per fasce altimetriche. Fino a quando resteranno fissi sul posto?

Entrambi i sessi cantano. I maschi quasi tutto l’anno; maschi e femmine cantano un “canto autunnale” durante l’autunno e l’inverno.

Ficedula, per questo progetto sul Pettirosso e per altri in ambito urbano, utilizza una web-app fatta adattare al Ticino, Guarda-TI. Le fotografie scattate dai cittadini con telefoni portatili e i canti possono essere trasmessi facilmente. L’app è scaricabile dal sito www.ficedula.ch come pure le istruzioni per l’uso. Questo strumento permette di riconoscere un centinaio di specie urbane e contiene pure un software per l’identificazione dei canti di tutte le specie presenti in Svizzera. La stessa potrà rivelarsi molto utile come supporto tecnico per attività didattiche e per tutti coloro che hanno ancora poche competenze in ornitologia.

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