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Lotta alla plastica

Il piano nazionale dell’Indonesia

Rifiuti di plastica marini, che arrivano con la corrente
(© WWF / Merijn Hougee)
9 dicembre 2023
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In assenza di regole globali, regolamentazioni e di un'azione coordinata per la produzione e lo smaltimento della plastica, la crisi dell'inquinamento si aggrava. Solo nel 2019, 2 milioni di camion di rifiuti sono finiti negli oceani di tutto il mondo e solo il 9% delle plastiche è stato riciclato. Entro il 2040 si prevede che la gestione scorretta di questo materiale faccia aumentare il volume degli scarti di un ulteriore 90%. Gli oggetti monouso in plastica, senza dubbio sostituibili con alternative più sostenibili, continueranno a essere prodotti, nonostante la chiara evidenza dei rischi per l'ambiente e la società. E chi ne paga le conseguenze maggiori? Purtroppo, sono di nuovo i Paesi in via di sviluppo. Questo perché i Paesi industrializzati hanno le capacità tecniche e finanziarie per lo smaltimento o semplicemente per l’esportazione verso paesi terzi. L’accelerazione della produzione, e quindi il volume sempre maggiore di rifiuti di plastica, supera di gran lunga la capacità di una gestione sicura. L’incenerimento e la raccolta a cielo aperto mettono a repentaglio la salute delle persone, pratiche ancora molto utilizzate visti i costi proibitivi dello smaltimento.

Indonesia, un esempio

Mentre si attendono delle linee guida globali, diversi Paesi si stanno già muovendo nella direzione giusta per ridurre l’inquinamento da plastica e l’Indonesia è in prima fila. Con la crescita della popolazione è infatti aumentato anche il consumo di questo materiale obbligando il governo a correre ai ripari. È stata imposta allora una produzione indigena che copra almeno il 70% del fabbisogno, aumentando parallelamente le infrastrutture per la gestione dei rifiuti. Nonostante questi accorgimenti, le discariche hanno superato in breve tempo la loro capacità. Dal 2020 allora si è deciso di ridurre le perdite di plastica in mare del 70% entro il 2025, ridurne il consumo (come minimo 1 milione di tonnellate annue) ed eliminare del tutto l’inquinamento entro il 2040. Per raggiungere gli obiettivi, sono state coinvolte le grandi multinazionali e i piccoli produttori. Esiste per esempio la Tridi Oasis, un’azienda di riciclaggio indonesiana a guida femminile, specializzata nella trasformazione di bottiglie di Pet in fiocchi. La Tridi Oasis ha creato più di 120 posti di lavoro stabili e solo nel 2021 ha riciclato oltre 250 milioni di bottiglie di plastica. Come questa azienda tutta al femminile, ne esistono diverse in Indonesia che puntano tutte all’economia circolare, sensibilizzando le comunità locali e dando vita a progetti innovativi. E ovviamente con un impatto positivo sull’ambiente.

Giornata Panda Club

Hai tra i 6 e i 12 anni? Vuoi scoprire i segreti delle erbe selvatiche e dei fiori che crescono in Ticino e utilizzarli per farci una pomata? Allora la prossima giornata Panda Club del WWF fa proprio al caso tuo. Si terrà il 16 dicembre dalle 9.30 alle 17 circa e andremo in visita alla scuola alpina a Olivone coi mezzi pubblici. L’attività e il viaggio sono offerti dal WWF. Il WWF della Svizzera italiana organizza da anni queste giornate dedicate a bambini e bambine in natura, alla scoperta di animali e attività ricreative. Sabato 16 dicembre assieme ad altri bambini e bambine creerai nel laboratorio della scuola una crema e una tisana utilizzando le erbe medicinali che potrai portare a casa. Visto che Natale si avvicina potrebbe essere un regalo home made ed ecologico da donare a un parente. Lo sapevi per esempio che l’arnica montana, un fiore giallo simile alla margherita, è un rimedio naturale per le ferite? Lo trovi proprio lungo i sentieri quando vai in montagna. Questo è uno dei fiori selvatici svizzeri che potresti conoscere durante la giornata e pure utilizzare per produrre la tua pomata. Nelle nostre montagne si trovano anche tante erbe buonissime come il timo selvatico, oppure tante foglie di piante come la betulla. Queste erbe e foglie se le fai seccare le puoi utilizzare come miscela per un’ottima tisana. Alla giornata potrai dunque scoprire il potere nascosto di erbe e fiori. Per iscriverti e saperne di più puoi contattare lisa.boscolo@wwf.ch.

Il gruppo delle animatrici e degli animatori delle giornate Panda Club sta lavorando al programma delle giornate 2024: racconti d’inverno, lavoretti con la carta, alla scoperta degli anfibi e dei rondoni e altre sorprese. Vuoi saperne di più e conoscere il programma? Prendi contatto con la responsabile lisa.boscolo@wwf.ch.

Dalle Figi al Brasile

Le Figi non attirano solo turisti, ma anche grandi quantità di detriti marini di plastica e microplastiche. Gli studi dimostrano che i coralli contaminati hanno il 90% di probabilità di ammalarsi. Sebbene le isole vivano di turismo (che contribuisce al 40% del Pil nazionale), sta aumentando la pressione sulla capacità di gestire i rifiuti. I turisti generano fino a sette volte più rifiuti di plastica a persona rispetto ai residenti. Ma il problema è più esteso. In Brasile sta aumentando l’importazione di rifiuti di plastica, si stima che qui si importino ogni anno circa 12mila tonnellate di plastica, in aumento (7% all’anno), facendo crescere anche la cattiva gestione dei rifiuti. Secondo uno studio brasiliano un terzo della plastica verrebbe gestita in maniera scorretta: come se ogni persona gettasse nell’ambiente 1’500 bottigliette di plastica all’anno. Il risultato: il 99% dei pesci di acqua dolce dell’Amazzonia ha microplastiche nel proprio organismo. Stesso problema nel Mozambico, dove solo l’1% della plastica viene smaltito correttamente. L’impatto si riversa soprattutto sui piccoli pescatori. Si stima che i danni provocati dall’inquinamento si aggirino attorno ai 5,5 milioni di dollari. Questi derivano dai costi di riparazione degli attrezzi da pesca, dai costi complessivi degli incidenti e dai mancati guadagni dovuti alla riduzione del tempo di pesca dovuto alla rimozione dei rifiuti dalle reti. La perdita di approvvigionamento ittico rappresenta un problema di sicurezza alimentare in un Paese in cui l'80% della popolazione non può permettersi una dieta nutriente.