Accordo globale contro le plastiche
Anche quest’autunno il WWF della Svizzera italiana offre tante possibilità di eco-volontariato per tutte le età. Contribuire alla realizzazione di progetti che salvaguardano la biodiversità è una grande opportunità per svolgere un’azione concreta per l’ambiente. Le missioni naturali permettono inoltre di conoscere le bellezze del nostro territorio, connettersi con la natura e apprendere nozioni scientifiche grazie alla presenza di specialisti. Danno inoltre la possibilità di incontrare e conoscere nuove persone entusiaste e sensibili.
Elena e Denis sono tra queste persone, che da qualche anno si sono attivate per sostenere il WWF. Elena ama vivere a stretto contatto con la natura e per lei il volontariato ambientale è un’attività che può offrire indubbi vantaggi sia alle persone che aderiscono, sia allo stesso pianeta. Le fa eco Denis che ha iniziato a fare attività di eco-volontariato con il WWF perché sentiva il bisogno di rendersi utile e aiutare il nostro pianeta: “Dopo un evento ti senti soddisfatto e utile!”.
Le occasioni non mancano. Ecco innumerevoli attività che il WWF Svizzera italiana ha in serbo nei prossimi mesi. Questo sabato si ripulisce la foce del Cassarate dai rifiuti in occasione del Clean-Up day che si tiene in tutta la Svizzera. Questo genere di evento viene riproposto ogni anno anche fuori da quello nazionale proprio per la sua importanza nella tutela ambientale, in particolare per le zone acquatiche.
Il 23 settembre e il 14 ottobre le volontarie e i volontari saranno alla riserva di Cugnoli Curti (Quartino) per una mattinata di lotta alle invasive, assieme a Pro Natura, per proteggere la biodiversità locale. Il 7 ottobre a Claro verrà ricostruito uno stagno per ridare casa ad anfibi, insetti acquatici e una vasta gamma di uccelli. I biotopi sono strutture biologiche molto importanti e fortemente minacciate. Il 21 ottobre al Parco delle gole della Breggia si prosegue con il lavoro di piantumazione e cura degli arbusti piantati l’autunno 2022. È possibile partecipare anche a due fine settimana con pernottamento: precisamente il 4-5 e l’11-12 novembre, in cui il WWF darà una mano importante a un agricoltore nelle Centovalli (Monte di Renalo). Un intervento per recuperare un mosaico di pascoli alberati (con castagni e altre piante da frutta) ora abbandonati. L’ultimo appuntamento dell’anno sarà sabato 18 novembre nel terreno agricolo della cooperativa Seminterra a Gudo: piccoli interventi di manutenzione di siepi, muri di sassi per i rettili e tanto altro. Volete darci una mano e fare la vostra parte per proteggere l’ambiente? Allora contattaci: lisa.boscolo@wwf.ch.
Stop alla plastica!
Il WWF è soddisfatto che finalmente sia nata la prima bozza completa del trattato globale sull’inquinamento da plastica, che getta le basi per i prossimi negoziati di novembre. Ma sebbene questo documento offra molte soluzioni efficaci che possono contribuire a porre fine alla crisi della plastica, l’analisi del WWF ha messo in evidenza anche la presenza di indicazioni troppo deboli. Queste incertezze all’interno del trattato sono l’emblema delle sfide ancora da affrontare nei negoziati per raggiungere l’obiettivo di un pianeta libero dall’inquinamento da plastica. “Questa bozza è solo il punto di partenza, poiché i negoziati sul trattato entrano ora nel vivo. Se i Paesi non riusciranno a stabilire forti misure comuni e saranno tentati di optare per le opzioni più volontarie, non riusciremo ad arginare l’ondata di inquinamento da plastica che il mondo sta già vivendo”, ha dichiarato Eirik Lindebjerg, responsabile delle politiche globali sulla plastica del WWF. “Abbiamo bisogno che i Paesi aumentino l’ambizione e finalizzino un trattato sulla plastica che sia vincolante a livello globale, con divieti sui prodotti ad alto rischio, i monouso e requisiti sull’uso dei prodotti che diano priorità a un approccio basato sul ciclo di vita completo e a una giusta transizione. I Paesi devono resistere ad accontentarsi di qualcosa di meno”. La bozza di trattato – nota anche come “bozza zero” – è la prima del suo genere: i vari Paesi mettono nero su bianco come dovrebbe essere il trattato globale sulle materie plastiche e giunge a metà strada dei negoziati – precede il terzo round di colloqui su un totale di cinque – per la finalizzazione del trattato nel 2024.
Tre quarti dei rifiuti in mare sono costituiti da plastica, in particolare 4,8-12,7 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani ogni anno. Questo è un problema in costante crescita e costa la vita a decine di migliaia di animali ogni anno. La plastica può impiegare infatti da centinaia a migliaia di anni per decomporsi completamente. Fino ad allora, si sgretola semplicemente in particelle sempre più piccole. Queste piccole parti sono solide e insolubili in acqua, di dimensioni inferiori a 5 mm, che vengono comunemente chiamate microplastiche.
Quando oggi camminiamo a piedi nudi su una spiaggia, di solito, oltre ai granelli di sabbia, abbiamo sotto i piedi molto di questo materiale. In mare, sono proprio queste piccole particelle a rappresentare un grosso problema perché gli animali marini le scambiano per cibo, ad esempio il plancton, entrando facilmente nel loro corpo. Non sono ancora stati studiati gli effetti che questo può avere sulla salute, ma una cosa è certa: la plastica spesso contiene additivi come plastificanti e ritardanti di fiamma che danneggiano la vita marina e possono raggiungere anche l’uomo attraverso la catena alimentare. Le microplastiche entrano nell’ambiente e nei corpi idrici da diverse fonti come, ad esempio, i prodotti cosmetici, come gli scrub.
Ma le microplastiche possono anche essere prodotte dall’abrasione di materiali plastici, come l’usura degli pneumatici o il lavaggio di tessuti sintetici, come il poliestere. In questo modo, le microplastiche possono entrare nei fiumi e negli oceani o persino nel suolo attraverso le acque reflue.
La bozza che è stata messa insieme fornisce le basi per passare dalle discussioni esplorative ai negoziati. Essa si basa sui contributi dei Paesi ai negoziati finora condotti e riflette i punti su cui sono collettivamente d’accordo e in disaccordo. Il WWF ritiene che l’inclusione di divieti globali sui prodotti in plastica ad alto rischio, nonché sui polimeri e gli additivi che destano preoccupazione, sia fondamentale per eliminare le plastiche più dannose e creare uno standard minimo globale comune. La bozza include anche la possibilità di sviluppare requisiti comuni di progettazione dei prodotti per garantire un’economia sicura e circolare per le materie plastiche. Inoltre, il documento fornisce una buona base per ulteriori discussioni sulla creazione di un solido meccanismo di finanziamento che possa sostenere l’attuazione universale in tutti i Paesi sulla base di un approccio olistico e di solidarietà globale. I vari attori vengono inoltre invitati a creare sistemi di riciclaggio efficaci. Tra le opzioni sono inclusi anche diversi approcci non vincolanti che non porteranno però a porre fine all’inquinamento da plastica. La metà di tutte le materie plastiche mai prodotte è stata realizzata negli ultimi 15 anni. La produzione è aumentata in modo esponenziale, passando da 2,3 milioni di tonnellate nel 1950 a 448 milioni di tonnellate nel 2015. Si prevede che la produzione raddoppierà entro il 2050. Ogni anno, circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono negli oceani dalle nazioni costiere. È l’equivalente di cinque sacchi pieni di rifiuti su ogni metro di costa del mondo.