Un progetto WWF per fermare il bracconaggio
Quando Lao Wu era un bambino, le montagne che circondano il suo villaggio nella riserva naturale nazionale di Huangnihe, nel nord-est della Cina, erano piene di animali selvatici, dai caprioli alle tigri. Tuttavia, a causa delle pessime condizioni economiche delle famiglie di allora, molte persone erano costrette a cacciare per sopravvivere. Riuscivano ad arrivare a fine mese solo vendendo pellicce in cambio di denaro. Con il tempo, la foresta fu disboscata, il che portò a un paesaggio montano più arido e desolato. La caccia nella regione è stata infine vietata per proteggere la fauna selvatica, e mentre negli ultimi anni sono stati avvistati sempre più animali selvatici nella foresta, le condizioni di vita che Wu e gli altri abitanti del villaggio continuano ad affrontare non sono migliorate. La maggior parte dei giovani ha dovuto lasciare il villaggio per andare a lavorare in città. Il reddito annuo di un’intera famiglia è pari al salario di una sola persona nelle aree urbane. Queste continue difficoltà economiche aumentano il rischio di potenziale bracconaggio. Per questo motivo servono delle alternative e forse si è riusciti a trovare una soluzione: il miele.
Lao Wu ci racconta di come sia la vita nel suo villaggio. Dice che il personale della riserva parla alla comunità dell’importanza di proteggere la fauna selvatica – come le tigri in via di estinzione che vivono nella regione – e la natura, ma è difficile per le famiglie dare priorità alla conservazione quando sono concentrate a mettere il cibo in tavola e a fare avere degli abiti ai loro figli. Cosa potrebbero fare le comunità per partecipare agli sforzi di conservazione, migliorando al tempo stesso il proprio benessere economico? Forse il miele è la risposta. Dieci alveari possono aumentare il reddito da 206 franchi a 345 franchi. Visto il potenziale di questo progetto, il WWF ha donato quasi 400 alveari ai residenti della comunità cinese, che vivono a ridosso di una catena montuosa essenziale per le tigri. Non solo, sempre il WWF ha organizzato una serie di corsi di formazione professionale, per aiutare i residenti ad imparare le varie tecniche sull’apicoltura. La famiglia di Wu, da sola, dispone ora di 35 alveari, e ha in programma di espandere questo numero a 60 alveari in totale. Questi alveari genererebbero più di 1’372 franchi di reddito per la famiglia di Wu ogni anno. Questo investimento nella produzione di miele non solo sostiene il sostentamento dei residenti della comunità, ma aiuta anche a proteggere la biodiversità locale. E sostiene le squadre di ricerca volontarie che pattugliano regolarmente le foreste per la rimozione delle trappole. Investire nel futuro è anche un investimento nella conservazione degli animali selvatici in via di estinzione, come le tigri.
Nel piccolo e remoto villaggio di Dia, ai margini dell’area protetta di Messok Dja (Repubblica del Congo), uno degli ultimi santuari di elefanti della foresta e grandi scimmie del mondo, i bambini non frequentavano la scuola da più di 4 anni.
Nel luglio 2016, Esdras e i suoi amici non sapevano che quello sarebbe stato il loro ultimo anno scolastico. Da quel momento molti bambini non hanno avuto accesso all’istruzione. La prima scuola fu costruita nel 1982. Ma la crisi politica del 1997 aveva portato alla sua chiusura. Riaperta nel 2013, era un capannone che fungeva da classe. Tuttavia, a causa della mancanza di insegnanti e di materiale didattico, la scuola ha chiuso di nuovo, lasciando i bambini di Dia e dei villaggi circostanti di nuovo senza scuola. Uno dei figli del signor Mengongo è cresciuto senza un’istruzione. E ha ancora altri due figli in età scolastica. “La vita quotidiana dei nostri figli si limitava al lavoro nei campi; oggi, con questa scuola, possiamo sperare in un futuro migliore per loro”, ha detto. Esdras (12 anni), futuro alunno della scuola di Dia, non ha nascosto la sua gioia e ha invitato tutti i suoi amici a tornare a scuola con lui. Convinti che l’istruzione sia la chiave per il successo della conservazione, il WWF e i suoi partner, in particolare le comunità locali e indigene che vivono a Messok Dja, hanno deciso di aiutare le nuove generazioni del villaggio di Dia e dei villaggi circostanti, costruendo un nuovo edificio scolastico con tre aule attrezzate. Per iniziare le lezioni, nel dicembre 2020 sono stati forniti agli studenti anche dei kit scolastici.
Questa è una specie somigliante nelle forme alla Rondine ma ricorda nelle tinte grigio topo il Topino, la “rondine” che nidifica alle pareti di sabbia attorno ai fiumi. A differenza della specie cugina più comune, la Rondine, ha la coda corta come quella del Balestruccio con evidentissime macchiette bianche nella parte centrale. In Ticino la Rondine montana nidifica prevalentemente nelle zone rupestri alpine ma negli ultimi decenni è scesa qua e là nel fondovalle nelle cave di pietra, in zona urbana, sotto i ponti, cavalcavia e tettoie industriali. In periodo riproduttivo difende i suoi nidi da possibili predatori con un comportamento singolare. Punta dritto verso persone e animali che vengono giudicati pericolosi quasi come volesse colpirli in volto, per poi schivare l’ostacolo lanciando contemporaneamente un versetto minaccioso; un atteggiamento innocuo, ma molto efficace! Più di una volta Ficedula è dovuta intervenire per rassicurare il pubblico e per evitare la distruzione di un nido! In inverno rondini, balestruccio e rondoni sono in Africa. La rondine montana trascorre l’inverno nelle zone più temperate del continente europeo e lungo le rive del Mediterraneo. I dati raccolti nelle prime stagioni di campo dell’Atlante degli uccelli invernali ci raccontano che gli inverni caldi ripetuti permettono ad un numero crescente di individui di soffermarsi nelle zone più idonee anche in Ticino. È così che in trent’anni i punti di presenza sono passati da quattro a oltre quaranta, sintomo che gli insetti di cui si nutrono, solitamente lungo i corsi d’acqua, sono aumentati, Anche quest’inverno, quasi normale, la tendenza è confermata. Rivolgiamo un appello ai lettori de laRegione affinché ci segnalino le “Rondini” presenti in questo periodo in Ticino su www.ficedula.ch.