Il quartetto elvetico battuto nettamente anche dalla Gran Bretagna. Il cronoman di Verbania trascina gli azzurri al nuovo record del mondo
Il quartetto dell'inseguimento è una delle principali delusioni elvetiche di un'Olimpiade sin qui piena di momenti da ricordare. Robin Froidevaux, Valère Thiébaud, Cyrille Thièry e Stefan Bissegger hanno chiuso all'ottavo e ultimo posto, dopo aver nettamente perso il duello con la Gran Bretagna per la settima piazza. I quattro elvetici hanno fatto segnare il tempo di 3’50”041, rimanendo a oltre 4” dai britannici e a 1” dal record svizzero stabilito martedì. È vero che l'abbassamento del limite nazionale rappresenta l'obiettivo minimo prefissato alla vigilia, ma l'ottavo posto non risponde alle aspettative, anche se si sapeva che giocarsi una medaglia sarebbe stato molto molto difficile.
«Non avevamo niente da perdere, per cui abbiamo deciso di partire più velocemente rispetto al solito – ha spiegato il tecnico Daniel Gisiger –. A metà gara, ai 2 km, eravamo ancora molto veloci, ma sul finire abbiamo perso colpi. Per un piccolo paese come la Svizzera, quando si guarda ai materiali a disposizione delle nazioni più evolute, è già un successo poter partecipare ai Giochi. L'obiettivo era di battere il record svizzero e lo abbiamo centrato».
Il tecnico biennese, alla termine della sua avventura quale coach della pista, ha voluto rendere omaggio a Stefan Bisegger: «È stato autore di prestazioni incredibili. Si è dimostrato all'altezza, anche subito dopo aver terminato il Tour de France. È incoraggiante».
Il titolo è andato all'Italia di Filippo Ganna. Gli azzurri hanno fatto segnare un nuovo record del mondo (3’42”032) per battere la Danimarca con un margine di 166 millesimi, sempre meglio dei 90 millesimi bastati per superare la Nuova Zelanda in semifinale. La medaglia di bronzo è finita al collo dell'Australia, la quale ha doppiato la Nuova Zelanda.