La 22enne ticinese disputa l'interclub di Lna con il Tc Chiasso di Pedro Tricerri che punta alla conferma del titolo conquistato un anno fa
È come se il tennis, la disciplina alla quale ha deciso di dedicarsi a titolo professionale, la stesse aspettando. Il suo ranking migliore lo raggiunse lo scorso ottobre, il ragguardevole "Wta 285". Esattamente lo stesso ranking che segnerà la ripresa dell’attività sul circuito della ticinese Susan Bandecchi, quel “Wta 285’ che nel frattempo è tornato a essere il suo piazzamento, congelato per effetto del coronavirus. Curioso.
Ripartirà da lì, la 22enne ticinese, anche se ancora non sa quando. Né dove. L’incertezza regna sovrana, nel tennis ai massimi livelli. Se è vero che nelle prossime ore gli organizzatori si pronunceranno in modo definitivo sugli Us Open, resta quantomeno difficile fare delle ipotesi circa il calendario da qui alla fine della stagione. Che poi si già stata cancellata tutta la tournée cinese di ottobre e novembre, è significativo, oltre che inquietante. «La data che ci era stata comunicata - spiega Susan - è quella del 17 agosto, ma ormai manca poco e qualche dubbio io ce l’ho. Se saltano gli Us Open, a ruota salteranno anche i tornei ai quali prevedevo di partecipare. In realtà non ho programmato nulla di preciso, sarei andata dove sarebbe stato possibile andare, in Europa. La situazione però, è complicata. In alcuni paesi bisogna sottostare alla quarantena, organizzare un torneo non è impresa facile. Sto raccogliendo informazioni per decidere come muovermi, ma le incognite non mancano».
Senza volere fare i conti in tasca a nessuno, la situazione rischia di farsi pesante dal profilo finanziario. «Tutto sommato anche da questo punto di vista la situazione non è drammatica. La Wta ci ha aiutato, abbiamo ricevuto dei soldi, in base al ranking e ai tornei disputati lo scorso anno, con una media che ha tenuto conto dei possibili guadagni. È come se fossero piovuti dal cielo, perché non è detto che giocando le partite li avrei incassati. È stata una bella iniziativa, apprezzata da tutte. Per fortuna, inoltre, ci sono gli interclub, grazie ai quali qualcosa si incassa. Per me, a titolo personale, la situazione non è poi così grave».
«Stava andando tutto bene, i primi tornei della stagione avevano avuto esiti soddisfacenti, ho fatto una semifinale in Germania dopo aver battuto una “duecento”. Lo stop è arrivato nel momento sbagliato, l’ho vissuto abbastanza male, perché mi sentivo in palla. In stagione ero partita bene, mi è dispiaciuto molto dovermi fermare. Sono rimasta ferma, ho cercato di allenarmi a casa, ma mi sono anche infortunata e non ho potuto fare molto. Quando è stato possibile ricominciare, mi sono allenata qui in Ticino, poi da inizio giugno, a frontiere riaperte, sono tornata a Milano, dalla mia coach Alberta Brianti, per un mese di allenamenti molto intenso».
L'attività, poi, è ripresa, con qualche evento messo in piedi per ricominciare. «Ho potuto giocare lo Swiss Masters di Cadro e l’interclub in Italia con il Tc Rungg di Bolzano, con cui ho vinto un paio di incontri. Dobbiamo disputare il ritorno dei playoff di promozione in A1, abbiamo vinto l’andata, ci basta poco. Sono riuscita a disputare un po' di partite, a tutto beneficio anche della testa: i match permettono di staccare un po’ dalle lunghe e continue sessioni di allenamento, alle quali non siamo abituate».
A questo scopo, ad accumulare partite di alto livello, contribuisce anche il campionato interclub a squadre di Lega Nazionale A, al quale la ticinese partecipa con il Tennis Club Chiasso, campione svizzero in carica. «L’interclub è programmato da gennaio, quando ho confermato la mia presenza a Pedro Tricerri (fondatore, responsabile nonché capitano della squadra, ndr)».
Le giocatrici svizzere impegnate in Lna sono più o meno sempre le stesse. Susan conosce bene sia le avversarie degli altri club, sia il livello della competizione. Con quali aspettative la affronta, dopo aver già contribuito al titolo del 2019? «Sono contenta di poter finalmente giocare un po’ di partite di fila. Voglio ritrovato la continuità, l’agonismo dei match, la competizione, già parzialmente riassaporata in Italia. Voglio dare il mio contributo alla squadra, alla ricerca di un nuovo successo. Affronteremo tante partite ravvicinate, è anche un buon test per la condizione fisica, per testare il lavoro fatto finora. È una significativa prova generale, preludio a un ritorno alla normalità che tutti noi attendiamo».
A Chiasso gioca anche Belinda Bencic (Wta 8), che Susan ebbe come compagna di squadra nelle due stagioni che la sangallese disputò con il Tc Locarno. Allora Belinda era giovanissima ma già affermata, mentre la 22enne ticinese muoveva i primi passi in un ambito che nel frattempo è diventato anche il suo. «Dopo Locarno non l’ho più incontrata, sinceramente non so nemmeno se si ricorda più di me (ride, ndr). Stare con lei, vederla all’opera, allenarsi assieme… Un valore aggiunto non da poco. La approccerò in modo diverso, rispetto agli anni di Locarno. Tra noi c’è ancora un abisso, ma è un po’ meno pronunciato, perché il mio livello è migliorato. Speriamo di creare un bel gruppo, in quanto è una delle cose belle dell’interclub».
Il Chiasso non nasconde le ambizioni di conferma del titolo conquistato lo scorso anno. Oltre a Belinda Bencic (Wta 8), e all’apporto di papà Ivan in veste di co-capitano e di coach («Averlo con noi è un altro valore aggiunto, visto che accompagna sempre la figlia sul circuito», spiega, Bandecchi), la squadra di Pedro Tricerri, manager e capitano di lunghissimo corso, può contare su una seconda tennista elvetica di ottimo livello, la 29enne neocastellana Conny Perrin. Tra le principali insidie, il solito Grasshopper, forte di Stefanie Vögele, Simona Waltert, Ylena In-Albon e Kathinka von Deichmann, e il Weihermatt, primo avversario domani in trasferta, compagine guidata da una vecchia volpe dell’interclub e del circuito Wta, la tedesca Laura Siegemund (Wta 65). La formula prevede che le prime quattro delle sei squadre partecipanti (girone all'italiana) si qualifichino per il weekend di semifinali e finali a Winterthur, l’8 e 9 agosto.
«La sicurezza di atlete e atleti sarà garantita? Al ritorno in Europa dovremo sottoporci a un periodo di quarantena?» Sono questo gli interrogativi che Belinda Bencic si pone, nelle ore precedenti una decisione circa lo svolgimento o meno degli Us Open, i cui tennisti saranno tutti confinati in un hotel a Long Island. Con il divieto di uscire, se non per recarsi a Flushing Meadows. Uno scenario di certo non esaltante.
Ecco quindi la scelta della sangallese di concentrare gli sforzi sulla terra rossa, la superficie che in assoluto gradisce meno, per preparare gli appuntamenti che precedono il Roland Garros, e lo stesso Slam sul rosso di Parigi (Belinda è iscritta al torneo di Praga dal 10 agosto). Forte del successo nell’interclub slovacco colto in primavera, Belinda torna a cimentarsi nel campionato a squadre svizzero, «competizione che ritrovo con piacere. L'avevo disputato l’ultima volta a 17 anni». Con i colori del Tc Locarno. Con Pedro Tricerri alla testa della squadra e con Susan Bandecchi. Il cerchio si chiude. La corsa al titolo riprende.