Tennis

Stammbach: 'Tutti sulla stessa barca, in acque agitate'

Il presidente di Swiss Tennis e vice della Fedarazione internazionale: 'Capisco gli organizzatori del Roland Garros, devono salvaguardare il loro business'

14 aprile 2020
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Tornei saltati, Slam che vivono di vita propria, qualche inevitabile polemica circa la definizione del nuovo calendario internazionale. Sono state settimane particolarmente frenetiche, per il tennis mondiale. Fosse solo per gli annullamenti inevitabili di tutti i grandi appuntamenti, non ci sarebbe alcuna differenza con le altre discipline sportive, azzerate o quasi dall’emergenza dovuta al coronavirus. La stagione è in parte compromessa, il suo inizio non è in agenda a breve e le ripercussioni sul piano economico, per federazioni, organizzazioni varie e tennisti saranno terribili. Un copione ormai mandato a memoria. Il Roland Garros, però, si è messo di traverso, ricavandosi una nicchia all’interno del calendario che consenta la disputa dello Slam francese a scapito di altri eventi già programmati, ora costretti a ricollocarsi o a impuntarsi, senza arretrare di un passo.

«Non tutto è sempre filato via liscio tra le varie istituzioni del tennis mondiale - spiega René Stammbach, presidente di Swiss Tennis dal 2006 nonché attivo dal 2011 quale vicepresidente del Consiglio di direzione della federazione internazionale di tennis (Itf) - ma il mio presidente è in continuo contatto con i responsabili dell’Atp e della Wta per cercare soluzioni comuni. Quanto agli Slam, loro sono in una posizione differente. Con i francesi del Roland Garros normalmente il contatto c’è, ma questa volta non hanno avuto scelta. Hanno investito tanto nel nuovo stadio. Hanno individuato le due settimane tra il 20 settembre e il 4 ottobre, e se le sono prese. Sono andati per la loro strada. In una situazione così bisogna essere responsabili del proprio business: infatti, è così che hanno agito. È strano che non ci abbiano interpellato, tuttavia da imprenditore quale sono anch’io, capisco la loro decisione».

'Mai lavorato tanto intensamente'

La crisi sanitaria che attanaglia il mondo non risparmia certo il tennis. Stammbach in seno all’Itf è il responsabile delle finanze. Un ambito, quello finanziario, tra i più sollecitati e messi a dura prova. «Mai nella mia vita ho lavorato così intensamente come in questi giorni. Abbiamo sedute telefoniche e video conferenze ogni giorno. Per noi è determinante che si possa disputare la Coppa Davis a Madrid (competizione sotto l’egida dell’Itf anche dopo la ‘rivoluzione’ Piqué, ndr), perché rappresenta una parte cospicua delle nostre entrate. Abbiamo attuato misure di risparmio laddove è possibile, ma tutto quello che risparmiamo in realtà è un mancato investimento nel futuro. Lo sviluppo è una delle voci principali del nostro budget. Non si tratta solo di ridimensionare i nostri progetti, ma a venire meno è anche il sostegno che garantiamo alle federazioni più piccole. È a rischio la metà dei 110 milioni del nostro budget. L’Itf, inoltre, conta più di un centinaio di dipendenti. Ancora non abbiamo attuato misure sul personale, ma c’è chi addirittura prefigura un nuovo inizio solo con gli Australian Open del 2021. Tutte le istituzioni sono in difficoltà. Ad Atp e Wta manca tutto, molti tornei sono stati cancellati. Parliamo di grandi organizzazioni con molti dipendenti a libro paga. Siamo tutti sulla stessa barca, e navighiamo in acque agitate».

Interclub in settembre, senza promozioni né retrocessioni

Sul piano nazionale, Swiss Tennis ha reagito lanciando un segnale molto importante: l’amatissimo campionato interclub (competizione a squadre tra club in tutte le categorie di età, ndr) che avrebbe dovuto svolgersi, secondo tradizione, tra maggio e la metà di giugno, non è stato cancellato, bensì solo rinviato a fine agosto. Un bel modo di tenere vita una disciplina che nell’interclub ha una degli appuntamenti più amati e seguiti. «Era fondamentale che il tennis si desse un punto di ripartenza. Una decisione andava presa immediatamente, anche perché era chiaro che in maggio non avremmo potuto giocare. Abbiamo cercato una data che potesse accontentare più o meno tutti, l’abbiamo individuata tra la fine di agosto e il mese di settembre. La lega nazionale A anticiperà un po’ la sua stagione, alla fine di luglio. Ciò che caratterizzerà il prossimo interclub sarà la mancanza di promozioni e retrocessioni. Sarà un interclub per il puro piacere di ritrovarsi in campo e di giocare. Un’occasione di scambio e di incontro, senza alcun traguardo sportivo particolare in ballo, anche se naturalmente ci saranno risultati e classifiche dei vari gruppi Gli esiti delle singole partite incideranno, come prima, sulle classifiche individuali dei giocatori».

A proposito di classifiche, il semestre ‘estivo’ (marzo-settembre) risulterà compromesso. Come verranno stilate le classifiche individuali in autunno? «Sono discussioni aperte ma non ancora concluse. Prima dobbiamo capire quando la stagione ricomincerà. Si potrebbe ipotizzare una sola classifica invece delle abituali due? Preferisco non esprimermi al riguardo. Dipende tutto dalla ripresa dell’attività, dai tornei e dallo svolgimento o meno del campionato interclub».

Quante sollecitazioni dai club

In veste di numero uno di Swiss Tennis, chissà quante sollecitazioni avrà avuto, dalle associazioni regionali, dai singoli club. «Tantissime. I club devono fare fronte ai costi della stagione entrante, alle prima fatture. I soci non sanno se e quando si ripartirà. È chiaro a tutti che i sodalizi risentiranno in maniera pesante di questa crisi. Penso a chi ha un ristorante, penso ai maestri di tennis... Nella mia lettera ufficiale indirizzata ai club ho però cercato di spiegare che non è questo il momento di discutere di soldi. Ora bisogna concentrarsi sulla ripresa dell’attività e, soprattutto, assicurarsi che tutti siano in salute. Ho ribadito ai tennisti ai quali mi sono rivolto che il club non è soltanto una struttura che mette a disposizione dei campi, bensì un luogo di amicizia, di aggregazione. Il club ha uno scopo sociale che è la prima cosa di cui tenere conto, in un momento così complicato. Ho parlato con molti presidenti, tutti piuttosto preoccupati. Ma non tanto quanto lo sono io per la federazione svizzera. Devo considerare tutti gli scenari, anche quello più pessimistico che potrebbe prevedere che si ricominci solo verso ottobre. Se non si riparte, se l’interclub non verrà disputato, se davvero dovessimo aspettare fino all’autunno, allora sarebbe davvero un grosso problema. Ma confido che dopo alcune settimane di massima rigidità la situazione possa finalmente sbloccarsi».

Carriera interrotta

I dirigenti devono cercare di tenere a galla la barca. Molti giocatori, però, si giocano la carriera. «A Bienne ci occupiamo dei ragazzi che si allenano al Centro nazionale, garantiamo i contatti con i nostri coach, anche se solo via telefono. Ci sono regolari videoconferenze tra allenatori e quadri nazionali. Facciamo il possibile per sostenere i nostri atleti, ma la situazione è molto difficile. Non tanto sul piano finanziario, bensì su quello psicologico. Ragazzi come Dominik Stricker e Léonie Küng, per esempio, stavano emergendo e sono stati frenati nella loro crescita. Erano stati molto bene preparati per affrontare la stagione dei grandi appuntamenti juniori, Parigi, Wimbledon, gli Us Open, ma il loro cammino è stato interrotto. È un peccato perché stavano facendo registrare enormi passi avanti anche in ambito internazionale. Poi ci sono tutti quelli che sono classificati tra la 300a e la 1500a posizione mondiale, privati della possibilità di allenarsi, di giocare i tornei e di guadagnare qualche dollaro. Psicologicamente è una situazione particolarmente difficile».

 

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