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Se gli osservatori hanno gli occhi bendati...

Come Ray Kennedy, di cui oggi ricorre il secondo anniversario della morte, sono molti i campioni che da ragazzini sono stati scartati dopo un provino

30 novembre 2023
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Raccogliendo materiale sui calciatori che mi incantavano quand’ero bambino, ho scoperto che Ray Kennedy – di cui oggi ricorre il secondo anniversario della scomparsa – a 16 anni fu scartato da Stanley Matthews, primo pallone d’oro della storia e allenatore del Port Vale. «Il ragazzo è troppo lento e sgraziato», scrisse ai suoi genitori nella lettera con cui lo rispedì a casa. «È importante che porti avanti gli studi», aggiunse, «per potersi costruire una carriera in un altro campo».

Parole che certificano senso di responsabilità nel vecchio campione, ma pure una certa miopia. Kennedy infatti poco dopo fu notato da uno scout dell’Arsenal, che lo portò a Londra e ne fece un simbolo dei Gunners. In seguito, con la maglia del Liverpool, fu uno dei leader del gruppo più vincente della storia del calcio albionico. Purtroppo la carriera di Ray fu segnata pure dall’insorgere, ancor prima di compiere trent’anni, del morbo di Parkinson, contro il quale sostenne poi per tutta la vita una lotta impari a livello personale, ma pure a nome di tutti coloro che ne soffrivano: divenne infatti un prezioso testimonial per la raccolta di fondi destinati alla ricerca.

Dell’intera sua storia, che richiederebbe almeno una pagina, ci occuperemo forse in un’altra occasione, ma intanto prendiamo spunto da quel provino fallito per elencare altri casi di futuri campioni che, a inizio carriera, sono stati ritenuti inabili da osservatori e tecnici dall’occhio poco affinato. Riconoscere il fuoriclasse al primo sguardo – intendiamoci – non è affatto facile: troppe variabili possono condizionare il responso di chi è chiamato a giudicare, spesso in pochi minuti, il talento di ragazzini mai visti prima. Però è innegabile che qualche bel granchio è stato preso.

Per fortuna, il destino ha voluto in ogni caso che i bocciati avessero in seguito un’altra occasione, e infatti si tratta di grossi nomi. Ma c’è da immaginare che, in qualche caso, una relazione negativa stilata troppo frettolosamente abbia privato il calcio mondiale di autentici fuoriclasse.

Quando aveva 14 anni, Kylian Mbappé fu scartato dal Chelsea perché non sapeva… difendere! Ronaldinho invece, quindicenne, fu ritenuto non all’altezza dagli scozzesi del St. Mirren: mi chiedo chi abbiano scelto al suo posto. Brocco fu giudicato pure Ryan Giggs da quelli del Manchester City: per fortuna non si arrese, e due giorni dopo venne arruolato dallo United, di cui divenne bandiera per un ventennio.

Altri furono depennati perché ritenuti mingherlini: fra loro c’è Javier Zanetti, che scartato dal River minacciò di smettere di giocare, e troppo leggero fu considerato pure Griezmann dal Lione. Problema opposto per il colombiano James Rodriguez, che da Banfield (Argentina) e Palmeiras (Brasile) fu definito troppo grasso. L’Oscar per la miglior diagnosi va comunque al Manchester United, che non acquistò Isco dal Malaga perché aveva “la testa troppo grossa in relazione al corpo”. Sul filosofico la buttarono invece Blackburne e Newcastle, secondo i quali Zidane mal si sarebbe adattato al football britannico. La menzione d’onore per la mira sbilenca va invece al Bologna: Gigi Riva non aveva il fiuto del gol, mentre Gattuso non dava garanzie a livello atletico. Quand’era ancora in Mozambico, Eusebio fu cacciato dal Deportivo Lourenço Marques perché era inzaccherato, mentre il Milan non riuscì a ingaggiare Roberto Mancini perché la lettera che convocava il ragazzo a Milanello fu spedita a una squadra sbagliata.

A fare incetta di statuette in questa speciale competizione è comunque l’Inter, capace di farsi scappare fra gli altri Franco Baresi (“Non ha il fisico”), Beppe Signori, Dino Zoff, Tacconi e Ancelotti. Rientra invece sotto la categoria bufale quanto disse qualche anno fa – per farsi pubblicità – Enrico Preziosi, che millantava di aver messo alla prova Messi per poi scartarlo per la sua scarsa statura: non c’è alcuna traccia del passaggio della Pulce sul Lario, e nessun membro della società è mai stato in grado di confermare le parole dell’ex presidente.