Sci alpino

Camille Rast: ‘La mia carriera inizia adesso’

La 21enne vallesana, sesta a Flachau con il pettolare 57, ha forse superato il lungo riadattamento allo sci dopo un crac al ginocchio e la mononucleosi

14 gennaio 2021
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La squadra svizzera femminile delle discipline tecniche è ridotta all’osso. Charlotte Chable, Aline Danioth, Andrea Ellenberger ed Elena Stoffel sono tutte ferme a causa della lesione al crociato del ginocchio. Negli ultimi speciali, erano solo quattro le elvetiche alla partenza. Due di esse, Wendy Holdener e Michelle Gisin, fanno parte dell’élite mondiale. A Flachau, però, hanno brillato anche le seconde linee: sesta Camille Rast, 13esima Mélanie Meillard, tornata soltanto adesso a buoni livelli, dopo l'intervento al crociato del ginocchio al quale venne sottoposta subito dopo le Olimpiadi invernali di Pyeongchang  nel 2018 . Due ottimi risultati grazie ai quali le due vallesane hanno staccato il biglietto per i Mondiali.

All’inizio del 2017 Camille Rast conquistò un nono rango nel gigante di Kronplatz che la diceva lunga sul talento della 21enne vallesana, solo alla sua quinta gara in Coppa del mondo. Nonostante non rispondesse appieno ai criteri di selezione, l’allora 17enne tre settimane dopo disputò due gare ai Mondiali di St. Moritz. «In quell’inverno andò tutto molto velocemente, molto più rapidamente di quanto potessi immaginarmi», ricordò allora Camille, che non si augurava altro che «continuare su questa strada».

Malattia debilitante

Purtroppo, però, il suo percorso in seguito venne segnato da una malattia complicata e da qualche infortunio di troppo. Fino al citato sesto rango martedì nello slalom di Flachau che l’ha riportata alla ribalta. Nella primavera del 2017 fu colpita da una grave forma di mononucleosi. I due inverni successivi risentirono pesantemente della malattia, i cui effetti debilitarono non poco la giovane promessa, la quale prese parte solo a sei gare di Coppa del mondo, andando a punti in due occasioni

Quando iniziava a stare meglio, ecco un altro duro colpo. Il 24 marzo 2019, il giorno dopo la conquista del titolo svizzero di gigante, il ginocchio destro fa crac a Hoch-Ybrig, nell’ultima gara stagionale: crociato e legamenti laterale. Un’ulteriore prova alla quale ha dovuto sottoporsi. «Non fu facile accettarlo. Quell’infortunio arrivò nel momento in cui mi stavo riproponendo ai miei massimi livelli».

Tanta pazienza

Ne consegue che l’appassionata di mountainbike abbia imparato ad avere pazienza, ad ascoltare il proprio corpo. «Forse in passato ho voluto anche troppo. Non si è forse soliti dire che un infortunio capita quando deve capitare? Ecco, l’ho dovuto accettare. Con l’infortunio al ginocchio è stato più facile, perché ci sono delle tappe da rispettare, nel processo di guarigione e di ripresa. Con la mononucleosi fu più complicato: ogni giorno era diverso, era impossibile pianificare qualcosa.

Per la rieducazione dopo l’infortunio al ginocchio Camille Rast si è affidata a Florian Lorimier, l’ex preparatore atletico di Didier Cuche. «Mi diede grandi motivazioni, riuscì a farmi andare oltre i miei limiti. Lo ringrazio per le tante ore di sofferenza».

Delusioni sul filo del centesimo

La vallesana campionessa del mondo juniori del 2017 ha così perso tutta la passata stagione, trascorsa a recuperare la migliore condizione in vista del rientro, avvenuto in uno slalom di Coppa del mondo a metà ottobre. Il rientro, però, è stato abbastanza deludente, sul piano dei risultati: 33esima a Sölden, 35esima a Levi e Courchevel, 33esima a Semmering e Zagabria. «Mi sono sempre mancati dei centesimi, per entrare tra le trenta. È stato frustrante, perché mi sentivo davvero molto bene».

A Flachau, su un tracciato che non conosceva, finalmente la svolta. Con il pettorale 57 e al calar delle tenebre, ha staccato il 14esimo tempo. Tra le due manche non ha avuto molto tempo per pensare alla seconda prova: qualcosa da mangiare, poi la salita verso la partenza per visionare il secondo percorso. Benché esaltata dall’ottimo risultato parziale, concentrandosi sulle piccole attività che è solita fare è riuscita a mantenere il controllo. Passata al comando con un ampio distacco, è rimasta a lungo sul box riservato alla leader della corsa, concorrente dopo concorrente. «Bei momenti, era la prima volta che mi accomodavo lì. Spero di riuscire a farlo anche in futuro».

L’indomani, la sua gioia era intatta. «Ho fatto un enorme passo avanti». Nel prossimo slalom, dopo i Mondiali di Cortina, avrà diritto a partire nelle prime trenta. «Cambia tutto ha concluso Rast -. Ho l’impressione che la mia carriera inizia adesso».