Il papà di Lara è stato uno dei testimoni (da compagno di sci club e non solo) del ‘volo’ di Doris De Agostini da Airolo alla Coppa del Mondo
«Già quando eravamo bambini era assolutamente, assolutamente evidente che sarebbe andata lontano. Tutti lo sapevamo». Tra quei tutti c’era anche Pauli Gut, il quale ci racconta che «ovviamente sugli sci ci batteva tutti». Anche i maschi? «Oh sì! – sorride – Non c’era verso di arrivarle davanti». Papà di Lara, che anni più tardi sarebbe diventata una delle sciatrici più forti del circuito, tanto da vincere la coppa generale nel 2016, Pauli era stato uno dei testimoni del ‘volo’ di Doris De Agostini da Airolo alla Coppa del Mondo. Compagni nel locale sci club, «su per giù dagli otto ai tredici anni lei è sempre stata la più veloce di noi. Dopo di che è entrata a far parte dei gruppi nazionali e quindi non ci si incrociava più molto».
Con il passare del tempo le rispettive vite li avevano portati a vedersi con minor frequenza, «ma la notizia della sua morte mi intristisce molto. È estremamente difficile pensare che Doris non ci sia più». Quando capitava di incontrarsi – ricorda Pauli Gut – tornavano «con i discorsi ai nostri anni da ragazzini». Quasi coetanei (lui di un anno più grande), «abbiamo frequentato assieme scuole elementari e maggiori ad Airolo. Nello sci club eravamo parte dello stesso gruppo, cinque, sei ragazzi tra cui le sue sorelle Simona e Daniela, alla testa del quale c’era Edy Mottini. Ancora oggi attivo con i ragazzi del club, è lui che ci ha trasmesso la passione. Un amore per questo sport tramandato anche a Doris e, più tardi, anche a Michela Figini. Ogni volta che poteva parlare di Edy, Doris lo faceva ‘incorniciandolo’. Insieme, poi, ci divertivamo a rievocare le molte belle esperienze condivise, come i corsi estivi sopra il passo della Novena. Lassù c’era un nevaio e andavamo ad allenarci. Eravamo una ventina o qualcuno in più e ci portavamo un piccolo sci lift». Portavate uno sci lift? «Sì sì, tutti gli anni, ci volevano quarantacinque minuti a piedi. In un paio di occasioni erano venuti anche i genitori e mi ricordo che la mamma di Doris, Sofia, faceva da cuoca».
Se la Doris più grande è stata parecchio riservata, la ragazzina «era estremamente disponibile, ma al contempo decisamente seria e motivata, oltre che determinata». Una risolutezza che Doris De Agostini mostrava anche negli studi: «Tanto era brava nello sci, altrettanto lo era nella scuola. A distanza di cinquant’anni mi ricordo di un mercoledì in cui le chiedemmo se, come al solito, ci saremmo il pomeriggio visti sulle piste. Lei ci lasciò stupiti rispondendo di no perché, disse, avrebbe dovuto studiare in quanto alla verifica del mattino aveva ricevuto come voto ‘solamente’ un 5. Questo dice com’era: ambiziosa nel senso più positivo del termine. E assai esigente con se stessa. Ha sempre lavorato a fondo e dato il massimo e senza dubbio è stata un grande esempio per tutti».